IDEOLOGIE E SAPER FARE
saper fare
Leggo e sento sempre più sovente parlare dell'ideologia come ad un qualcosa di cattivo, vecchio, che divide. Sono d'accordo con questa affermazione. Il problema è che le parole, se decontestualizzate da un background interiore, significano tutto e il contrario di tutto.
Quindi, sempre più spesso, direi quasi sempre, la gente intende il "no alle ideologie" come un no alle idee, no ad un'etica, un modo di vedere sé e il mondo, sé e il rapporto con gli altri (la società). E se il mio essere d'accordo nel non dover piegare l'essere umano ad una ideologia preconfezionata è totale, altrettanto totale è il mio disgusto per questo tipo di interpretazione di una frase che, di per sè, sembrerebbe di buon senso. Un esempio eclatante, nella politica italiana, di questo modo di intendere il "no all'ideologia" è rappresentato dal "Movimento 5 Stelle"
(ma potrei trovarne altri, meno noti o meno eclatanti). Si possono iscrivere e candidare persone che pensano alla cittadinanza come ad un diritto di "sole" (sei cittadino della nazione in cui vedi il sole, nasci), con chi pensa ad una società multietnica; chi crede al matrimonio come ad un unione esclusiva tra maschi e femmine e chi è per il matrimonio omosessuale. Chi pensa ad un capitalismo liberista e chi pensa ad una socialdemocrazia (per non parlare di comunismo, di fascismo, di ideologie ancora più estreme). Tutti insieme appassionatamente. Cosa unisce queste persone, oltre il comprensibile schifo per la partitica italiana ladra e abbuffina? Può bastare solo questo per creare un movimento da 20% teorico di consenso? No, c'è un altro assioma (falso assioma) che unisce questo genere di persone ed è il mito dell'"onestà" e del "saper far bene il proprio lavoro, essere competenti e capaci".
(ma potrei trovarne altri, meno noti o meno eclatanti). Si possono iscrivere e candidare persone che pensano alla cittadinanza come ad un diritto di "sole" (sei cittadino della nazione in cui vedi il sole, nasci), con chi pensa ad una società multietnica; chi crede al matrimonio come ad un unione esclusiva tra maschi e femmine e chi è per il matrimonio omosessuale. Chi pensa ad un capitalismo liberista e chi pensa ad una socialdemocrazia (per non parlare di comunismo, di fascismo, di ideologie ancora più estreme). Tutti insieme appassionatamente. Cosa unisce queste persone, oltre il comprensibile schifo per la partitica italiana ladra e abbuffina? Può bastare solo questo per creare un movimento da 20% teorico di consenso? No, c'è un altro assioma (falso assioma) che unisce questo genere di persone ed è il mito dell'"onestà" e del "saper far bene il proprio lavoro, essere competenti e capaci".
WHAT?
E che vuol dire essere capaci se non vi è un comune sentire tra le persone che formano una comunità umana come è un movimento o un partito?
Cosa è un "non statuto" se non uno "statuto" che nega se stesso, in una sorta di autolesionismo ideologico? Saper far bene le cose ed essere onesti.
Io non ho dubbi: molti gerarchi nazisti non rubavano un decimo di Marco e facevano benissimo il loro lavoro: lo sterminio degli ebrei. Come si fa a pensare che onestà e saper fare il proprio lavoro sia la soluzione? Come è possibile che chi pensa in questo modo riesca a raccogliere consenso se non vi è dietro un popolo di una ignoranza storica e filosofica e umanistica allucinante? Chi sono questi onesti -capaci, che hanno idee generali opposte e rinnegano le ideologie, se non lo specchio perfetto (che inverte i lati ma rappresenta la stessa imagine) di chi è incline al ladrocinio e si nasconde dietro le ideologie per giustificare ogni scempio? Per me, sostanzialmente, non vi è nessuna differenza. Anzi c'è. Le "nonideologie" ideologiche hanno portato le peggiori cose nella storia dell'umanità.
Nell'estremamente piccolo italiano, accade, allora, che il PD candidi un ex magistrato che un tot di tempo fa voleva premiare il governo Berlusconi per la lotta alla Mafia (mi verrebbe da ridere se non fosse da piangere). Accade che laici liberisti e cattolici liberisti si mettano insieme facendo finta che i diritti civili non esistano, uscendo dalle "Agende" e dalle "agendine" di questi vigliacchi che fanno finta che una cosa non esista, se non trovano l'accordo. Ce ne è per tutti. Ovviamente ce ne sarebbe anche per un uomo e i suoi accoliti ma non ne parlo perché forse sono l'unica cretina che pensa che quest'uomo abbia fatto propria da anni una celebre frase di Goebbels, secondo cui "una bugia ripetuta all'infinito diventa verità".
Questo sta facendo in queste settimane e tutti ne parlano o gli dedicano prime pagine aiutandolo ad affermarsi (ancora e ancora). Uno che fino a ieri era sceso a rappresentare, forse, 5 o 6 italiani su 100. Ora dirà bugie all'infinito e saranno verità per una percentuale che si alzerà (a meno che io non mi sbagli, e ne sarei felice, sulla mia opinione del "popolo italiano").
Certo tutte queste operazioni sono possibili solo se sotto c'è un popolo pecora, anzi un non popolo come si dimostra essere quello cosiddetto "italiano", che solo da pochi anni parla una sola lingua (e male): il fiorentino, rivisitato e corretto.
Il "No all'ideologia" non può voler dire no ad una etica cercata in prima persona da ognuna e ognuno di noi, non preconfezionata perché, altrimenti è già ideologia, per quanto piccola. Quando ho scritto un libro che si picca di essere un "Manifesto", ho immediatamente spiegato più volte che Manifesto è solo un "punto" da cui partire per un piccolo balzo quantico di consapevolezza sull'antica domanda "chi sono" in ambito di Genere e Orientamento Affettivo. E che è soprattutto una proposta.
Le parole sono l'inganno che ci consente di comunicare concetti e comunicare concetti sarebbe cosa "buona e giusta" se non fosse che il 90% delle persone li prendono in prestito da qualche leader da strapazzo e rinunciano per sempre a pensare in proprio.
Candidata/o 5 Stelle... E che vuol dire? Dorei conoscerti bene, cenare con te, passare una serata insieme per sapere chi sei. Se invece hai delle idee e le esprimi, non saprò "chi" sei, ma almeno avrè un'idea di "cosa" ti proponi di fare, in quale direzione. Non a caso il gendarme del movimento, Grillo, nei confronti delle "idee" (altrui) pare davvero allergico.
Fino a ieri pensavo di votare PD. Oggi ho cambiato idea e penso di votare la "Rivoluzione Democratica" di quel "matto" di Ingroia. Certo ha anche compagni di strada non proprio limpidi per me, ma ogni volta che l'ho sentito parlare, SEMPRE, nei suoi discorsi, qualsiasi cosa volesse esprimere, affianco, ci metteva le referenze etiche cui si ispirava (in primis la Costituzione... un documento che davvero fa l'eccezione che conferma la regola di noi italioti d'oggi).
Mai voterò, mai aderirò a nulla se non capisco "l'anima" prima ancora dell'idea o della capacità di metterla in pratica (che è utile, indispensabile ma solo in terza istanza). IMHO.
Mirella Izzo:
transgender
lesbica
transfemminista
di formazione anarchica
di elaborazione socialdemocratica nord europea
autrice del libro:
2 commenti:
Sono perfettamente d'accordo con te, il problema in realtà è il solito meccanismo del voto utile. anche a me non piace il M5S proprio perchè è un contenitore con dentro di tutto ed è un tutto che non abbiamo (ancora avuto) la possibilità di conoscere nelle singole componenti e preferisco qualcosa con una solida ideologia, nel senso "buono" del termine, all spalle. La cosa di ingroia mi piaceva di più prima che arrivasse ingroia e se devo essere sincera ora mi troverei sulle posizioni di Sinistra Critica che si è scollata dal polo di ingroia, appunto. però è una posizione da zero virgola...
in ogni caso mi sembra che il punto fondamentale di queste elezioni sia mandare in parlamento una nutrita schiera di persone che lavorino contro il "montismo", e allora mi chiedo: avrà più possibilità il 5stelle o ingroia? ritengo una priorità assoluta cercare la miglior combinazione possibile per contrastare la poliica di monti e se dovesse servire sono anche disposta a votare 5stelle. credo che deciderò nell'ultima frazione di secondo dentro la cabina elettorale.
Rita Nightwalker
Non so, Rita, se, in questo momento storico, abbia senso cercare il "più corrispondente al nostro sentire" se estremamente minoritario o se, tapparsi il naso e votare contro i più grandi pericoli. Per questo potrei votare PD, seppur tentata da Ingroia... Invece mi sento lontana da ogni "durismo e purismo" perché in gioco c'è la perdita della libertà e la consegna dell'Italia al capitale finanziario internazionale. Comprendo che possano esserci dubbi su questa evoluzione anche con il PD... ma altrove (Montiani e Berlusconiani) ve ne è la certezza. IMHO. Mirella
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