MICHELE SERRA, L'AMACA DEL 25 LUGLIO, ISMAELE
E IL MASCHILISMO MORTALE
Giusto, tutto giusto. Soprattutto l'impervietà a combattere questa sottocultura maschilista che ritene la donna un oggetto di proprietà o - se non un "oggetto" vero e proprio - ancor peggio, forse, una persona di proprietà.
Personalmente neppure il mio cane lo ritengo una proprietà anche se le solite stupide leggi italiane così lo considerino.
Quello che manca, Sig. Serra, è un'analisi leggermente più approfondita e una richiesta di perdono anche personale, in quanto maschio, a causa delle società che il suo Genere ha creato. Sono passati millenni di sistemi economici e politici, di dittature e di plutocrazie (io ritengo la democrazia altro da quella che viviamo, ma è un altro discorso che porterebbe lontano). Abbiamo avuto Imperatori, persino Imperatrici, Vassallaggio, Governi eletti dal "popolo" eppure,. in tutti questi sistemi, la linea di continuità è rappresentata proprio dal patriarcato maschilista. Non credo che gli ultimi due papi si siano personalmente macchiati dei crimin orrendi dii cui la Chiesa Cattolica, nei secoli, si è macchiata, inchiodata dalla Storia. Eppure questi papi hanno chiesto scusa (seppur parzialmente, mai una parola dei crimini contro gli omosessuali) in nome della loro comune appartenenza: la Chiesa Cattolica Romana.
Ebbene, caro Serra, io credo che per arrivare alle conversioni culturali di massa, di ogni sorta e genere, se non si parte dal pentimento generale, dal chiedere perdono alle vittime ataviche di ogni secolo di Storia umana, di catarsi pubblica e generalizzata, queste abitudini profondamente cruente non solo non si eradicheranno, ma continueranno a perpetuarsi con qualche "mea culpa", a posteriori, di uomini più sensibili. Uomini che però vivono e lavorano fianco a fianco con altri uomini che, non saranno gelosi ingenuamente e crudelmente come Ismaele, ma della donna, della società, degli omosessuali, delle e dei transessuali, di chi deve "portare più soldi a casa" (pena un senso di frustrazione che non si sa dove porterà), hanno idee precise e ugualmente irriducibili (perché introiettate dalla cultura, famiglia, religione ecc.).
Io so come ragionano mediamente gli uomini tra loro - io, nata maschio cresciuta e troppo a lungo mimetizzata fra di voi - e ipotizzo che, magari, non posso escluderlo, anche lei qualche volta si sarà abbandonato (lo facevo pure io per compiacere la crudele legge non scritta che vige tra la maggioranza degli uomini) a qualche commento maschilista. Qualche volta le sarà capitato di sentire dire da qualcuno a lei vicino, "ma allora sei frocio", se qualcun'altro aveva prima raccontato di aver rifiutato un invito sessuale da parte di una donna, ad esempio. Vivrà accanto a uomini che abitualmente "si servono" delle prostitute, donne, transgender o persino di prostituti tenuti gelosamente nascosti. Lo dico perché sono tutte cose che ho visto e qualcuna l'ho pure fatta quando il velo della rimozione aveva coperto la mia consapevolezza per il terrore di affrontare un calvario come è - e lo è quasi esclusivamente a causa di voi maschi - la transizione da maschio a donna.
Sia chiaro, la mia non è una critica alla sua rubrica che non le concede molto spazio per approfondire. La consideri - se mai mi leggerà - come una "continuazione" (ovviamente mia, non sua) di quanto lei ha iniziato a "toccare", con il suo testo di oggi.
Non sempre apprezzo i suoi scritti, ma quello odierno, sì.
Peccato che, per questi temi, sia sempre disponibile, sui media, la punta dell'Iceberg e
nessuno voglia tuffarcisi dentro o - peggio - quando viiene fatto venga data la parola esclusiva a uominil "psichiatri da tv", sociologi e "donne di successo" , cioè quelle che per raggiungerlo (il successo) si sono dovute piegare alle leggi del maschilismo, cioè alla spietata concorrenza per "arrivare" contro il resto del mondo. Fatto che tanto mi ricorda i duelli di quasi tutti i mammiferi maschi che lottano per la femmina, ma loro almeno solo durante una piccola parte dell'anno e per motivi davvero di diffusione di genoma sano. Quindi, parlando di donne, di maschilismo introiettato (non sempre ma spesso).
Mi perdoni i miei periodi lunghi. Io non sono abituata ai 140 caratteri e non saprei mai condurre una rubrica come la sua. A me i pensieri accennati non piacciono... anche se ammetto che il suo, oggi, mi ha portata alla voglia di scrivere ben più diffusamente.
Le auguro di mondarsi del suo maschilismo residuo (impossibile esserne immuni persino per molte fra noi che ripudiamo il maschile e fra molte donne che l'hanno introiettato in cambio della carriera scritta con regole maschili) e di approdare a qualcosa di concreto - se già non lo ha fatto - di tutti i giorni, prima che la follia testosteronica generi casi di donnicidio (le raccomanderei un mio libro a proposito...il Donnicidio visto da una donna nata maschio) o di eliminazione di presunti rivali, come nel caso di Ismaele.
Cordiali saluti.
Mirella Izzo
Genova 25 luglio 2015
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