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Stesso link, cambio di nome del Blog e una diversa "mission". Non più i post del mio esplorare la vita, ma uno strumento militante. Story perché ogni cosa racconta la parte più significativa della mia vita e perché la storia di ognuna di noi finisce con la morte e quindi la storia, per ora continua con nuovi post e History perché perché c'è molto di "passato" atto a ricostruire la storia del movimento Transgender del decennio 2000 - 2010, approssimativamente
domenica 4 ottobre 2020
martedì 1 dicembre 2015
NEUROSCIENZE IDEOLOGICHE VETEROFEMMINISTE?
QUANDO LE NEUROSCIENZE
DIVENTANO IDEOLOGIA
VETEROFEMMINISTA
Confesso che l'ultima delle cose per cui sono predisposta da un po' di tempo a questa parte è scrivere e chiedo scusa anticipatamente per il probabile decadimento del mio italiano. Faccio molta fatica, ma oggi, primo dicembre 2015, in prima pagina su Repubblica, leggo un articolo dal titolo "Il cervello non ha sesso". Così la scienza sfata il tabù della diversità uomo-donna a firma Elena Dusi, che, a mio vedere, grida "vendetta al cospetto di dio" (si fa per dire). Nell'articolo si spiega che la "neuroscienziata" Daphna Joel (università di Tel Aviv) avrebbe scoperto e sfatato un vecchio mito della neurologia secondo cui i cervelli maschili e femminili sono differenti per attivazioni e, in piccola parte, morfologia. Daphna ha scoperto che i cervelli maschili e femminili sono uguali! Non basta, lo scritto riporta che questo annuncio arriva solo due giorni dopo che "un'altra donna (ma guarda caso. NdA), Lise Eliot dell'Università Rosalind Franklin di Chicago aveva demolito un ulteriore pilastro del cervello bicolore". Secondo questa ultima scienziata l'ippocampo, da sempre verificato essere più piccolo nelle donne rispetto agli uomini, è in realtà di dimensioni paragonabili.
Che dire di fronte a queste ricerche che vanno contro il buonsenso (ne hanno sezionati di cervelli nella storia, no? Anche senza neuroimagining)?
Sicuramente si può affermare che che il nostro cervello, maschile e femminile, una cosa in comune ce l'hanno: trovano sempre quel che vogliono trovare per ragioni ideologiche, religiose, sociali.
Non a caso, dopo il "titolo proclama" e due righe senza spiegazioni sul metodo di ricerca delle due scienziate, la Dusi cita Ruben Gur, direttore del dipartimento di neurologia dell'università della Pennsylvania, che smentisce questi studi. Afferma che la differenza c'è ma riguarda più il funzionamento che le strutture e che non si tratta di questioni di cervello migliore o peggiore.
Una banalità tanto vera quanto provata dall'esperienza in prima persona di una certa percentuale di persone transgender. Cosa riferiscono? Che il cervello, uguale o diverso che sia nella struttura, ha poca importanza rispetto alla perfusione diversificata di tali sostanze informazionali. Le differenze aumentano a dismisura tenendo conto della prevalenza testosteronica o estrogenica.
Un cervello analizzato senza tener conto di tutte le sostanze informazionali che vi circolano è come guardare un hardware senza software.
A parte ricerche che ho citato decine di volte che dimostrano il contrario di quanto scoperto dalle "scienziate", a parte che è bastato essere transgender di media intelligenza per capire che i cervelli sono, come il gender, un continuum tra gli estremi "maschili" e "femminili" (presi come stereotipi estremi delle differenze), e così le loro strutture e funzionalità e attivazioni. Se è vero che, fino ad oggi, le trans studiate, hanno mostrato attivazioni cerebrali sovrapponibili a quelle delle donne nel 100% dei casi e analogamente quello dei transgender con gli uomini, in base allo studio citato nel mio libro Oltre le Gabbie dei Generi, avevo ipotizzato che, se la ricerca dimostrava un'adesione totale delle persone transgender al genere elettivo, dall'altra parte, se fosse stato estesa, avrebbe probabilmente scoperto che anche tra gli uomini e le donne con identità di genere conforme al proprio sesso, si sarebbero potute scoprire differenti graduazioni di funzionalità maschili e femminili nei cervelli di diversi uomini e donne. Questo spiegherebbe anche perché le motivazioni alla transizione sono spesso così diverse da una persona trans all'altra (lasciando perdere quel che diciamo agli psicologi/psichiatri che decideranno per noi se possiamo transizionare o non possiamo, dove quindi la menzogna è di casa). Come mai l'esordio della "disforia" possa arrivare a 4 anni o a 40... Deve esservi anche una graduazione di "inversione cerebrale" rispetto al soma di noi transgender. E che dire dell'esperienze di vita che possono attivare o tenere latenti ogni predisposizione?
Dire che i cervelli di uomini e donne sono diversamente differenti, caso per caso, è una cosa che appare molto vicina alla realtà (almeno statistica sulla morfologia), tanto quanto dire che sono "uguali" è profondamente sciocco, semplicistico e figlio di una mentalità di un triste veterofemminismo che cerca a tutti costi l'uguaglianza con l'uomo in quanto ha introiettato talmente tanto gli stereotipi del maschilismo, al punto da desiderare l'uguaglianza solo perché l'eventuale differenza sarebbe vissuta obbligatoriamente come inferiorità della donna. Da cui il bisogno spasmodico di dimostrare che non esistono mai differenze in mente e psiche.
Che peccato che il "W la difference" sia finito nel WC da parte di tante donne competitive con gli uomini ma non assistite dalla stessa quantità di testosterone per la giusta aggressività necessaria a imporre modelli culturali.
Eh si perché studiare il cervello senza sapere cosa succede allo stesso identico cervello se sottoposto a testosterone o a estradiolo, è comprensibile e perdonabile per chi non ha fatto esperienza diretta di quanti siano le attitudini che modificano (poi ovviamente ognuna/o personalizza l'impatto della diversa prevalenza), ma non tenerne neppure conto, non ipotizzare neppure che il cervello non è solo neuroimmagine ma anche "sostanze informazionali". è imperdonabile per chi si dichiara scienziato, uomo o donna (o trans) che sia...
Che peccato che il Femminismo non esista più come fenomeno di massa, sostituito da questo paraugualitarismo che genera fenomeni come questi studi (che saranno presto smentiti) o posizioni come quelle di "Se non ora quando", che voleva scendere in piazza contro le transgender extracomunitarie vittime di trafficking con i mattarelli perché alcuni mariti di donne borghesi ed "evolute" amavano trastullarsi con loro. Prendersela con queste ragazze che, per necessità, offrono al mercato quel che il mercato maschile chiede (corpo femminile con attributi maschili) anche se non amano affatto farlo e non con i loro uomini, loro sì perversi nel nascondere orientamenti sessuali mixati e fantasie particolari è quanto di più maschilista pervertito possa esistere. Discriminare sempre i pochi, i deboli, i "diversi", gli alieni.
Mi scuso ancora per eventuali forzature linguistiche o errori dovute alla fatica di organizzare il pensiero.
Mirella Izzo
Genova 1 dicembre 2015
lunedì 7 settembre 2015
WINKTE - LAKOTA by Kenneth Dollarhide, Ph.D*
WINKTE - LAKOTA
by Kenneth Dollarhide, Ph.D*
traduzione di Mirella Izzo e Matteo Manetti
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Sono un sangue misto, Oglala Lakota. Sono nato e cresciuto nella riserva di Pine Ridge ed ho vissuto nelle città di confine lì vicino sia in Sud Dakota, sia in Nebraska. I miei primi ricordi di una persona winkte risalgono a quando ero bambino. Ero con mia nonna ad una cerimonia a Pine Ridge, forse avevo 10 o 12 anni. Un bambino camminò vicino a noi indossando un vestito da donna marrone. I suoi capelli avevano stretti riccioli; penso che fosse chiamata "permanente alla barboncino". Chiesi a mia nonna perché quel ragazzo stesse indossando un vestito da donna. Lei mi rispose con molte parole: "zitto. Quello non è un ragazzo, è una winkte .
Se la stuzzichi, ti nuocerà e potrebbe anche fare di te una winkte. Perciò devi sempre trattarla con rispetto ed essere gentile con lei." Non sapevo esattamente cosa mia nonna intendesse con la parola winkte, ma sapevo anche allora che la persona winkte aveva qualcosa a che fare con la magia ed il mistero, e volevo scoprire qualcosa su questo potere e come un ragazzo diventasse una ragazza e una winkte.LA CULTURA DEI "DUE SPIRITI" NELLA TRADIZIONE DEI NATIVI AMERICANI
lo Spirito "Berdache" di Wendy Susan Parker
Quechan khwerhame, female two spirit |
traduzioni a cura di Mirella Izzo e Mirella Izzo e Matteo Manetti
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Lo Spirito "Berdache"
Nel 1530, l'esploratore spagnolo Cabeza de Vaca scrisse nel suo diario di aver visto maschi nativi indiani addolciti nelle tribù della Florida che vestivano e lavoravano come donne. PIù tardi, nel sudovest, i Conquistadores spagnoli nel 17esimo secolo, gli scritti dei missionari cattolici del 15esimo secolo, i venditori di pellicce francesi e i coloni inglesi, nel nordovest, confermavano lo stesso fenomeno in altre tribù.
Più tardi gli antropologi culturali documentarono questo "status" di "terzo sesso" (gender ndt) in almeno altre 120 tribù nord-americane e in numerose altre culture in tutto il mondo.
Nel 1530, l'esploratore spagnolo Cabeza de Vaca scrisse nel suo diario di aver visto maschi nativi indiani addolciti nelle tribù della Florida che vestivano e lavoravano come donne. PIù tardi, nel sudovest, i Conquistadores spagnoli nel 17esimo secolo, gli scritti dei missionari cattolici del 15esimo secolo, i venditori di pellicce francesi e i coloni inglesi, nel nordovest, confermavano lo stesso fenomeno in altre tribù.
Più tardi gli antropologi culturali documentarono questo "status" di "terzo sesso" (gender ndt) in almeno altre 120 tribù nord-americane e in numerose altre culture in tutto il mondo.
Gli europei chiamarono questo tipo di persone "berdache" parola che deriva dal persiano "bardaj", originariamente termine che indicava parnter omosessuali passivi, in genere graziosi, o ragazzi effemminati. Ma, i berdache indiani erano molto differenti dalla visione europea dei "berdaj" come "eretici sodomiti", così come scritto dai crociati quando invasero la Persia nel Medio Evo.
Al contrario, le culture native indiane sembrano abbracciare la nozione di un'opposta identità di genere, differente dal proprio sesso anatomico SENZA alcuna implicazione riferita alle preferenze sessuali. I "Berdache" erano visti in genere dalle tribù native come persone dotate di uno stato quasi Sacro.
sabato 5 settembre 2015
TRADUZIONE UNOFFICAL DELLA RIVOLUZIONARIA LEGGE DI MALTA SU IDENTITA' DI GENERE E CARATTERISTICHE SESSUALI (2015)
Malta:Legge per il riconoscimento e la registrazione del genere di una persona e per regolare gli effetti di un tale cambiamento, nonché il riconoscimento e la tutela delle caratteristiche sessuali di una persona.
BANDIERA MALTESE |
(L.S.) MARIE LOUISE
COLEIRO PRECA
Presidente
14th Aprile, 2015
Legge numero. XI del 2015
UNA legge per il riconoscimento e la registrazione del genere di una persona e per regolare gli effetti di un tale cambiamento, nonché il riconoscimento e la tutela delle caratteristiche sessuali di una persona.
martedì 1 settembre 2015
ESPONIAMO UNA BANDIERA DI MALTA IL 3 SETTEMBRE 2015
PERCHE' UN MOVIMENTO PER I DIRITTI
DELLE PERSONE LESBICHE O GAY, O TRANSGENDER
O INTERSESSUALE O ALTRO
POTREBBE PROPORRE
DI ESPORRE UNA
DI ESPORRE UNA
BANDIERA DI MALTA
IN OCCASIONE DELLA PARTITA DI CALCIO
ITALIA MALTA PER LE QUALIFICAZIONI EUROPEE
del 3 settembre p.v.
del 3 settembre p.v.
Malta ha, dal 2014, una legge sui matrimoni omosessuali parificati ed anche la più avanzata legge al mondo (insieme all'Argentina) sul diritto alla propria Identità di Genere autodeterminata.
Malta è un paese che appartiene alla stessa nostra "comunità" chiamata Unione Europea... ed appare a noi, popolo italiano, una realtà talmente estranea, da sembrare extraterrestre.
sabato 25 luglio 2015
MICHELE SERRA, L'AMACA, DEL 25/07/15, ISMAELE E IL MASCHILISMO MORTALE
MICHELE SERRA, L'AMACA DEL 25 LUGLIO, ISMAELE
E IL MASCHILISMO MORTALE
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venerdì 24 luglio 2015
PROPOSTA DI ARTICOLO PER I MEDIA IN MERITO A SENTENZA CASSAZIONE "CAMBIO SESSO"
PROPOSTA DI ARTICOLO PER I MEDIA IN MERITO A SENTENZA CASSAZIONE "CAMBIO SESSO"
La recente sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce il non obbligo delle persone transessuali a sottoporsi ad interventi chirurgici sui genitali al fine di ottenere documenti congrui, sta già scatenando discussioni e pesanti critiche. Queste ultime, spesso, vengono motivate con ragionamenti che inducono a pensare che la Corte abbia annullato la differenza fra i sessi, “che per riconoscere una una donna “doc” da una “ex transessuale” si dovrà guardare negli slip” e così via.
E’ a costoro che vorrei dedicare queste mie parole.
Innanzitutto non vi dovete preoccupare, voi uomini, per le donne “trans” non operate. Rappresentano una estrema minoranza della popolazione e non vi sarà così facile avere occasione di guardare nei loro slip (ovviamente escludo la prostituzione dove sono i clienti a cercare trans non operate e non “ormonate” o sotto Viagra affinché siano attive sessualmente).
sabato 27 giugno 2015
PROPOSTA/BOZZA PER UN MANIFESTO SU UN "ALL FAMILIES DAY" dentro gli HUMAN PRIDE
Che ovunque
vi sia AMORE e il PRENDERSI CURA DELL’ALTRO vi sia una FAMIGLIA
SE PENSI CHE:
· - Sia
FAMIGLIA una COPPIA di UOMO E DONNA uniti in AMORE
· - Sia
FAMIGLIA una COPPIA DI DUE DONNE
unite in AMORE
· - Sia
FAMIGLIA una COPPIA DI DUE UOMINI uniti in AMORE
· - Sia
FAMIGLIA una COPPIA con uno o due coniugi TRANSGENDER
· - Sia
FAMIGLIA una COPPIA con uno o due coniugi INTERSESSUALI
· - Sia
FAMIGLIA una COPPIA con tanti, pochi o nessun FIGLIA/O perché non può averne
· - Sia
FAMIGLIA una COPPIA con FIGLI/E NATURALI, ADOTTATI, PROCREATI CON ASSISTENZA perché l’importante
SONO I DIRITTI DEI FIGLI/E
·
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giovedì 9 aprile 2015
"DONNICIDIO" UNA RECENSIONE AL LIBRO
DONNICIDIO:: DIAGNOSI DEL FEMMINICIDIO SECONDO UNA DONNA NATA MASCHIO
una recensione della psicologa Vincenza Inella
Personalmente trovo sempre interessante conoscere i punti di vista altrui, e considero il
confronto una onte di arricchimento reciproco. A mio avviso il libro della Izzo spazia tra
tematiche di grande rilevanza, non a caso di attualità.
Concordo con lei rispetto al fatto che il comportamento umano trovi spiegazione
in materia psicologica, ma non dobbiamo anche mai dimenticare che siamo il frutto di una
reciproca integrazione tra biologico-psicologico, nonché dei vari condizionamenti. Ciò che
ha riportato a pag 32 è esattamente ciò che di recente ho ascoltato in corso di una
consulenza di coppia.
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