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giovedì 28 luglio 2011

LEGGE OMOTRANSFOBIA BOCCIATA: NON E' CAMBIATO NIENTE


E' davvero triste vedere lo spettacolo di un intero movimento LGBT impegnarsi in una battaglia persa per una leggina che ben poco avrebbe inciso nella vita reale e quotidiana del 99% delle persone gay, lesbiche, trans.
Certo vi era un valore simbolico ma neppure questo valore simbolico è passato.
E poi non ci si batte con tanta foga per un valore simbolico dimenticando le vere esigenze di un popolo (LGBT).

domenica 12 giugno 2011

EUROPRIDE 2011. E LE PERSONE TRANS?

EUROPRIDE 2011
E LE PERSONE TRANS? 

Guardo le vicende LGBT da "esterna" da ormai molti mesi perché se la mia condizione individuale è transgender, il mio cuore, il mio pensiero, la mia sensibilità è pangender e non trans. Detto questo non dimentico 10 anni di militanza nel movimento Trans italiano nè posso né voglio sfuggire ANCHE dalle tematiche trans, visto che fanno parte della mia vita, della mia biografia. Non ero a Roma e ho seguito l'Europride dalle 19 in poi su RaiNews 24, unico canale ad avere il permesso di trasmettere integralmente Pride e Lady Gaga in diretta. Sono rimasta molto interdetta nel vedere un "successo" che mi emozionava e, contemporaneamente, l'assenza totale della rappresentanza "Trans" nei momenti di maggiore visbilità del Pride. Ai tempi in cui le tv ci intervistavano ma poi non mandavano in onda gran ché (le dirette erano un sogno), ricordo le lotte positive per il microfono tra me e la compianta Marcella (Di Folco) per parlare delle NOSTRE ISTANZE che solo secondariamente sono l'aggravante per i reati di transfobia e, tanto più, per il riconoscimento delle coppie gay.
Un po' perché chi tra di noi si opera e ottiene i documenti, almeno civilmente può sposarsi, un po' perché NOI TRANSGENDER abbiamo ALMENO un PAIO di istanze troppo prevalenti per importanza (quasi di sopravvivenza):
* Una legge per il cambio anagrafico per tutte le persone trans, a prescindere da "passabilità" o da interventi chirurgici di sorta in funzione della dignità, di una vita riconosciuta (se non ti riconoscono l'identità diventa difficile anche farsi riconoscere la vita) ma soprattutto per un motivo d'ordine fondamentale e cioè
* L'accesso al lavoro. Per NOI transgender (ricordo che io uso il termine transgender sia per operate sia per non operate, sia per riattribuite anagraficamente sia per chi non lo è) le discriminazioni sul lavoro non sono l'eccezione che finisce sui giornali, ma la norma. Non veniamo assunte PERCHE' transgender, PERCHE' la nostra condizione non è facilmente nascondibile, (a volte anche per chi ha documenti a posto ma un sistema osseo rivelatore della transizione) per chi non vuole barattare "carne per carta" con uno Stato e non intende (talvolta non può per una vasta serie di patologie) operarsi ai genitali.


Ebbene l'Europride ha totalmente ignorato, nelle sue interviste mediatiche, nelle situazioni più importanti, le istanze trans. Si è preferito appiattirsi su un obbiettivo minore come la legge contro l'omofobia (talvolta è stata citata anche la transfobia) solo perché c'è un progetto di legge in corso e, secondariamente, persino le questioni del matrimonio a prescindere dagli orientamenti sessuali.
Dove erano le rappresentatività transgender capaci di farsi spazio e rubare qualche microfono per dire queste cose? Luxuria è l'unica che è stata intervistata su RaiNews ma - mi spiace dirlo - lei ha rivendicato i diritti delle e dei trans solo quando era "onorevole" e aveva una "suggeritrice" sempre disponibile per lei, anche quando era in aula e si avvicinava un voto. Ieri Luxuria non ha detto una parola per le più importanti istanze TRANS.
Vero che è stata intervistata nel casino di un Europride, vero che non ho tutta la rassegna stampa a disposizione, ma una trans può dimenticarsi una scarpa appaiata ma non le questioni "lavoro" e "identità" quando si è intervistate in diretta su una tv! Non una rappresentante trans, seppur fuori dall'associazionismo.


Rimpiango i tempi in cui la "battitrice libera" intervistata dai media era Helena Velena. Nessuno ha avuto la forza di imporsi. Quella forza che non mancava alla morta Di Folco e all'inabile Izzo.
Quella forza indispensabile per far passare le istanze T* e magari anche I* in qualsiasi manifestazione organizzata da un movimento GL (si GL perché le ass.ni trans forse un paio di volte hanno avuto la forza di organizzare i Pride e dare spazio anche alle questioni T e I in un caso) storicamente amnesico rispetto alle istanze T. La parola LGBT è stata pronunciata solo da Lady Gaga... Il pride è tornato Gay (e comunque LGBT, togliendosi dalle palle specialmente le persone Intersessuali)...
Dove è la rappresentatività trans? Una rappresentatività che non sia appiattita sulle ass.ni G e L e che sopravvive solo grazie alle elemosine che volentieri le ass.ni G e L ci fanno da sempre pur di poter mantenere, in Italia come in tutto il mondo, un senso alla T di LGBT.
Soprattutto però è agli organizzatori che mi rivolgo: al Mieli e all'attuale Arcigay. Il Roma Pride dell'anno scorso non era così dimentico delle persone T*. Quando però l'unica cosa che si guarda è il "successo numerico" (per non voler essere malefiche e parlare di business) le ed i TRANS servono a poco. O meglio servono a poco le organizzazioni trans. Sono sufficienti le trans seminude o le Drag che fanno tanto colore e attirano i media 100 volte di più di quanto facevano gli striscioni di Crisalide A.T. e MIT (un po' più il MIT per unamaggiore concessione alla spettacolarizzazione del Pride). Non che sia importante questo. Importante invece è la totale dissolvenza dei diritti delle persone TRANS.
Non è un caso che i Pride con maggior "peso" trans, Genova e Roma dell'anno scorso, hanno dovuto vedere l'abbandono dall'organizzazione da parte di Crisalide a Genova e a Roma, gli organizzatori di un Pride veramente LGBTQI che appartenevano ad Arcigay, sono stati tutti espulsi.
SORPRENDENDE LADY GAGA (ed anche Praitano)
Grande Lady Gaga. Premetto che non sono una sua fan. Conosco qualche tormentone delle sue canzoni più famose ma la sua musica non appartiene ai miei generi di musica preferita. Non che mi faccia schifo. Semplicemente non mi è mai interessata come artista (e tantomeno come "fenomeno").
Una premessa fondamentale per far solo capire che non sono influenzata dalla sua fama. Grande Lady Gaga, ripeto.
Grande perché, al contrario delle leadership LG italiane, ha capito che per un Pride è importante parlare e non urlare slogan, rivolgersi direttamente agli interlocutori e non "a nessuno" o solo ai "nemici politici" del momento (non a caso è stata un po' fischiata quando ha ringraziato Alemanno).
Perché ha capito - la regina del trasformismo, capace, secondo Luxuria, di far morire d'invidia le Drag Queen (a meno che non fosse volutamente ironica) - che ad un Pride è meglio presentarsi sobriamente. Non che fosse proprio invisibile ma ha indossato un abito significativo (di Versace, notoriamente omosessuale) e a metà show si è pure liberata delle parti più evidenti dell'abito, restando con un lungo vestito nero ed ha sia parlato seduta ed ha cantato con il solo pianoforte d'accompagnamento (suonato da lei che non è particolarmente brava, quindi poco "coperta" dagli strumenti).
Una voce davvero meravigliosa. Sinceramente facesse un album acustico, potrei cambiare opinione musicale su di lei e comunque ho capito che è una vera artista, una vera CANTANTE (oltre che autrice). Ma questo è altro argomento. Il discorso di Lady Gaga ha disatteso ogni aspettativa (non la mia però... io ci speravo almeno contando sull'intelligenza mediatica della Lady)...
Non sarà memorabile come quello di M.L.King ma le sue parole sono semplici e chiare. Un discorso quasi più "pangender" che LGBT. Pacato ma soprattutto con un messaggio semplice ma giusto: "siamo tutti uguali" (aggiungo io "nelle differenze"). ha detto "io come donna o uomo... ma che importa poi..." con l'unico riferimento della serata alle questioni di Genere della serata (almeno quella trasmessa.. Non escludo che alla fine, quando tutti se ne vanno, abbiano dato la parola a qualche trans).
Stupefacente per la sua determinazione e scelta voluta di non distrarre con strumenti o abiti, dalle cose che voleva dire, parlando lentamente per aiutare la comprensione anche di noi italiani che l'inglese lo mastichiamo poco e male. Quando poi ho sentito la Praitano (Mario Mieli) ringraziare Lady Gaga perché le sue parole corrispondono con il programma dell'Europride, ho strabuzzato gli occhi (tra qualche anno chissà mi sarei pisciata addosso) Nulla della storia delle Associazioni che hanno organizzato l'Europride è affine alle parole di Lady Gaga.
Ok si è d'accordo sui diritti civili (ci mancherebbe altro) ma per stile, politica e messaggio, l'evidenza era la differenza tra lei e la storia di quella parte di Movimento LGBT organizzatore dell'Europride. Lei ha ringraziato Alemanno per avere lasciato svolgere la manifestazione (memore, lei, che in paesi molto vicini geograficamente all'Italia, una cosa del genere non sarebbe stata neppure immaginabile), il Mieli (in buona compagnia... penso all'ArciLesbica e la radiazione della presidente del circolo romano) lanciò una vera e propria scomunica alle associazioni che chiesero un incontro con il Sindaco di Roma appena eletto (per capire le sue intenzioni per avanzare istanze, come è normale). Lady Gaga non sa (ed è meglio così) che in Italia l'ideologia arriva al punto che con "Alemanno non si parla perché è fascista" anche se è il sindaco che governerà la città e quindi anche le persone LGTQI residenti a Roma. Per carità...pura ipocrisia.
Quel che dava fastidio era che alcune ass.ni avessero agito senza prima chiedere al Mieli... perché poi eccome se si è rapportato con il sindaco fischiato e per cui alcune associazioni vennero "maledette" per quella richiesta, ovviae normale. Per questo Lady Gaga ha proseguito ignorando i fischi... perché si è rivolta AI GOVERNANTI per cambiare le cose... Si è rivolta a chi può cambiare almeno leggi e influenzare i costumi. E quando lo si fa, ovviamente, non si può fare la lista di chi ringraziare e chi no.
Se in Iran, un successore eventuale dell'attuale governante, togliesse la pena di morte o meglio, depenalizzasse l'omosessualità pur continuando a condannarla religiosamente, se a farlo fosse un Ayatollah... come dovremmo reagire?
Felicitarsi della cosa o no perché proviene da un Ayatollah che comunque è storicamente omofobico?
Lady Gaga, italo americana, è politicamente più avanti della media del "nostro" (anzi vostro) "movimento" LGBT. E dato che lei è una cantante e per quanto ecumenico, il suo discorso non può certo definirsi geniale, la cosa la dice lunga sulla miopia dei "vostri governanti" (governanti del "movimento" o di una sua parte.. ci sono state defezioni all'adesione a questo Europride, in Italia).
L'importante è stato farsi belli con Lady Gaga, tirar su soldi con le feste (legittimo per carità... i costi di un Pride sono enormi, ma ci deve essere qualcosa di più di un appoggio alla leggina Concia). Una domanda. Ma le ed i trans sono content* di questo Europride?
Della visibilità dei loro problemi? Finita l'occasione per divertirsi a sfilare (ognun* come crede), cosa resta in bocca? Non un gusto amarognolo? A me si.
‎... e dimenticavo una cosa importante. Lady Gaga è stata l'unica intervistata a dire e ripetere di essere ARRABBIATA... e di come voler usare la sua rabbia... Niente facce "ebeti" come ho visto negli "esponenti del movimento" come se ci fosse da essere allegri.
Un conto è scegliere politicamente di manterere la parata una festa, un altro è parlare come se davvero fosse una festa...
La rabbia chi la sente?

Mirella Izzo
PS: mi scusoin anticipo se il mio italiano non fosse, in qualche parte, comprensibile o corretto. Diciamo che non dipende dalla mia volontà....

giovedì 7 aprile 2011

Lezione Universitaria di Mirella Izzo su Transgender e Identità di Genere

Lezione Universitaria di Mirella Izzo su Transgender e Identità di Genere

Nel ripropormi di utilizzare più spesso questo blog per il futuro (specie per chi non usa FaceBook), mi permetto di segnalare i video on line di una lezione che ho tenuto presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione, Corso di Sociologia Generale, Indirizzo Scienze Tecniche e Psicologiche, sul tema delle Identità di Genere e sul Transgender. 
Chi fosse interessat* può vederne il video (quasi) completo:


venerdì 31 dicembre 2010

IMPORTAZIONE BLOG (NOTA DI SERVIZIO

IMPORTAZIONE BLOG (NOTA DI SERVIZIO

A causa della chiusura di un account FB, ho appena importato (con le date di pubblicazione corrette) alcuni interventi che magari non compaiono in evidenza come "nuovi" ma per chi non mi segue su FaceBook lo sono.
Riporto di seguito titoli e link per arrivare direttamente ai nuovi post elencati però in ordine di data originale, per chi avesse voglia di leggerli e commentarli:
Grazie per l'attenzione.
Mirella




giovedì 30 dicembre 2010

LODE ALL'IMPERFETTO (SDURATA COPPIE E SVITA CIVILE)

LODE ALL'IMPERFETTO (SDURATA COPPIE E SVITA CIVILE)

Guardando un banale film (seppur carino nella sua apparente semplicità della trama principale) come "Scusa se ti voglio sposare" (seguito di "Scusami se ti chiamo amore") mi sono emersi dei pensieri che il film, se guardato extra trama principale, quindi transversalmente, stimola (o perlomeno ha stimolato in me).
Le coppie scoppiano, non durano. I matrimoni mediamente si sfaldano dopo 4 anni (ufficialmente per cui mettiamoci già un anno di crisi precedente, mediamente), delle coppie di fatto si sa poco o niente grazie allla lungimiranza della politica italiana. Ho ragione di pensare che i tempi siano un po' più lunghi prima di arrivare allo sfaldamento. Questo perché l'aspettativa - di norma - è minore in una coppia di fatto rispetto a chi "decide il grande passo". Un passo così grande che le gambe non lo sostengono.
Prima era diverso. I matrimoni duravano una vita. Neppure era previsto il divorzio. Prima c'era la soggezione vicina alla schiavitù della donna nei confronti dell'uomo. Come minimo la soggezione economica. Le donne NON lavoravano e gli stipendi degli uomini erano pari a quelli che oggi danno a 2 lavoratori (mettiamo i componenti della coppia). La liberazione della donna si è miseramente schiantata contro il muro di un'astuta economia maschilista ancor prima che capitalista. Molte libertà la donna le ha conquistate e sono millenni di passi avanti avvenuti in pochi decenni (si pensi che fino a pochi decenni fa esisteva l'attenuante del "delitto d'onore").
Le coppie scoppiano e non durano, quindi, perchè le donne non sono più schiave, l'amore, per natura, non dura per sempre, e finito l'obbligo a stare insieme anche ad amore finito (che coinvolgeva anche gli uomini che però potevano distrarsi con amanti quasi ovvie e talvolta persino non nascoste).
Ma è davvero così? Meglio: è davvero solo questo il motivo?

domenica 28 novembre 2010

STORIE DI ORDINARIA FOLLIA QUOTIDIANA

STORIE DI ORDINARIA FOLLIA QUOTIDIANA

Il Maestrale infuria oggi da queste parti. Il vecchio palazzo in cui vivo, con finestre antidiluviane e persiane che non isolano fanno fischiare le finestre. Non c'è calorifero che tenga in giornate come queste dove l'aria passa da ogni dove. Sono a letto intorno alle 13 a guardare Inter Parma con scarso interesse e con Milky vicina a me al calduccio.
Improvvisamente un rumore fortissimo che fa tremare i pavimenti (di canniccio) dell'appartamento. Dopo pochi secondi ancora. Capisco subito che il rumore proviene dalla casa ma non dall'appartamento e che il rumore è di qualcosa di pesante che sbatte. Mi affaccio alla finestra, mettendo a rischio le "correnti interne" in appartamento e vedo, al piano di sotto, da un appartamento non abitato sottostante, le persiane e le finestre che sbattono fortissime ogni volta che il vento aumenta improvvisamente. L'aria gira ed entra anche dalla porta di casa, uscendo dalla porta del piano di sotto, entrando nella tromba delle scale e muovendo l'aria. Che fare? Nessuno abita là. Sto in un condominio dove sono tutti proprietari eccetto me che sono affittuaria. Non ho la più pallida idea di chi sia la proprietà dell'appartamento. Anche perché è cambiata da poco. I nuovo proprietari volevano fare un "loft" al terzo piano di una casa di inizio secolo costruita con travi di legno, pietre e "canniccio", tirando giù muri portanti ed è scoppiato un casino. Solo nell'appartamento dove vivo, dopo questi improvvidi provvedimenti (gioco di parole voluto) due porte non chiudono più e si sono formate nuove zigzaganti crepe. La cosa meravigliosa è che la proprietaria è ARCHITETTO!!!!!!! Forse era meglio studiasse ingegneria? Una lite tra condominio e nuovi proprietari. Loro che abbandonano il progetto - dopo la verifica che i danni c'erano - e poi io non ne so più nulla.
Questo per dire che non corre "buon sangue" tra i proprietari delle altre case e quelli dell'appartamento abbandonato e vuoto nel quale stanno sbattendo con clamore le finestre.
Per esperienza personale so che possono cadere giù, come minimo, i vetri. Sotto la strada un passaggio per le persone e tante auto posteggiate. Difficile passino persone ma le auto sono pronte ad accogliere, sfasciandosi, legni e vetri e quant'altro possa uscire da quellla bocca spalancata e vorticosa.
Attendo qualche minuto: mi aspetto che altri si affaccino e che chiamino i proprietari o l'amministratore o chissà chi. Silenzio assoluto. Il palazzo sembra disabitato.
Non aspetto altro tempo e chiamo il 115. Spiego il problema e rispondono che provvederanno.
Nel frattempo le persiane continuano a sbattere e ogni volta temo di sentire il rumore di uno schianto. Anche Milky non è tranquilla. Non resta che attendere. Ogni tanto guardo dalla finestra per vedere se altri avessero chiamato e provveduto, per fermare l'allarme ai vigili del fuoco (eravamo rimasti d'accordo così).
Finalmente suonano al portone. Apro loro e scopro che non passeranno dalla porta dell'appartamento ma si caleranno dalla mia finestra che è giusto sopra quella che sbatte.
Avrei potuto non chiamarli: la casa ora è un "cesso"... disordine dappertutto e non scopo da giorni... "ciliegina sulla torta", Milky ha appena fatto la cacca sul suo pannolone in bella vista, proprio mentre entrano i "pompieri".
Il "capo" ha bisogno di sapere il mio nome per questioni burocratiche.
"Eh... che casino... beh... All'anagrafe mi chiamo XXXX, nella vita Mirella". Non faccio tempo a terminare di parlare che mi dice subito che ha capito e si scusa. Io gli rispondo: "sapesse quante volte devo affrontare questa situazione". "Immagino" mi dice. Da quel momento in poi seguo le pericolose operazioni dei vigili. Lui non lavora ma mentre gli spiego perché ho chiamato e perché ho atteso qualche minuto mi dice: "Vede, lei ha fatto una cosa che dovrebbe essere considerata normale... ma oggi lei è l'eccezione... La gente se ne frega".

domenica 10 ottobre 2010

Ramon o Manuela?


GRAZIE PAOLA CORTELLESI 
Ringrazio amodomio84 che ha pubblicato questo monologo su youtube.
Il monologo è secondo me molto interessante ed offre molti spunti di riflessione, sia nei suoi aspetti di denuncia, sia in altri dove Paola "cade" (ma in buona fede) in alcuni stereotipi su cui non mi trovo d'accordo.
Credo però che anche l'esigenza scenica contribuisca a semplificazioni che altrimenti appesantirebbero il testo. E' evidente che non è, per me, l'intervento ai genitali (o altra chirurgia) a farci veramente uomini e donne, o per lo meno, non sempre, non è così per tutt*. Lei però parla di prostituzione trans sudamericana e quindi è comprensibile immaginare che il mancato intervento sui genitali sia dovuto a "leggi di mercato".
L'unica cosa che mi sento, appunto, di correggere a Paola, è proprio questo:
non sempre e non tutte le persone trans che non si operano ai genitali lo fanno per motivi di "mercato", non sempre l'intervento rende più o meno donna (o uomo) una persona transgender. Nella mia vita ho incontrato trans operate (ma anche donne biologiche!) che proprio non mi trasmettevano nulla di quel che appartiene all'inclusivo femminile e persino "semplici" travestiti che emanavano un'anima femminile da ogni poro (e non mi riferisco certo alle moine o alla bellezza ecc. ma a quelle cose che per scoprirle, di norma, serve almeno una chiacchierata).
In ogni caso mi resta solo una parola da dire a Paola Cortellesi:
GRAZIE
Mirella Izzo

mercoledì 6 ottobre 2010

Dimissioni da presidente Crisalide PanGender

DIMISSIONI DALLA PRESIDENZA DI CRISALIDE PANGENDER
E DA OGNI ALTRA CARICA/RESPONSABILITA' RELATIVA
AL MOVIMENTO TRANS E/O LGBTQI

Sul sito di Crisalide PanGender potete leggere le ragioni (o LA ragione) per la quale mi sono ritirata da ogni responsabilità attiva. Qui il link al post



LE VIE PERVERTITE DEL MASCHILISMO: GLI SPOT TV

LE VIE PERVERTITE DEL MASCHILISMO.
COME FARE DIVENTARE NORMALE IL PIU' BIECO SESSISMO 
ATTRAVERSO UNO SPOT TV
ATTENZIONE: QUESTO VIDEO SOSTITUISCE IL PRECEDENTE
NON PIU' DISPONIBILE!!
mi occupo di maschilismo da molti anni. Un maschilismo visto dalla parte transgender, quindi di chi ha vissuto, per un periodo della propria vita, come maschio/uomo.
Il più è contenuto in un libro di prossima (auto)pubblicazione che raccoglierà, in vari capitoli, il mio testamento politico rispetto a transgender, pangender, gender studies, transfemminismo e translesbismo, in primis.
Alcune cose però non riescono a stare in un libro. Inoltre, gli esempi di questa sottocultura dominante si accumulano giorno dopo giorno. Una cosa so per certa: uno spot così negli anni '70 '80 sarebbe stato sicuramente contestato dal movimento femminista. E oggi? Oggi sembra che tutto possa "passare" perché la politica ha perso di vista le cose e segue soltanto l'ideologia del berlusconismo o dell'antiberlusconismo. Battaglia giusta da fare, quella dell'antiberlusconismo ma guai se diventa una ideologia che assorbe le proprie energie al punto da dimenticarsi di quel che accade... in parte proprio a causa dello stesso fenomeno neo autoritario proposto da B. 
Credere però che l'unica battaglia da fare sia farlo cadere e poi... tutto si risolverà magicamente, è una follia. Qualcosa la rivoluzione bolscevica russa dovrebbe insegnare: non si può cogliere "il tutto" (ideologia) dimenticandosi delle "parti" (la vita sociale e i suoi cambiamenti).
Guardate il video e... femministe... fate un fischio, invece che battervi per escludere le transfemministe dal vostro movimento!
I commenti sono bene accetti, qui, in queste pagine
Mirella Izzo

martedì 10 agosto 2010

Trans: problema o risposta?

CHI E COSA SIAMO?
Siamo in agosto, mese di scarso desiderio di impegnarsi e di preoccuparsi per le vicende del mondo intero. Molte persone desidererebbero una "pausa" da ogni problema... Purtroppo ci si può solo isolare dal resto del mondo non seguendo tv, giornali, internet, ecc., ma i problemi personali e familiari restano: soldi, salute, amore, umore, autostima ecc.. Problemi o concreti o esistenziali che in comune hanno solo il fatto di "inseguirci" anche sulla punta dell'Everest.
Dico "Inseguirci" perché noi vorremmo scappare, spesso da tutte le difficoltà pratiche (ecco perché si dice che "la ricchezza non fa la felicità ma l'aiuta molto") e da noi stess* e dalle dinamiche relazionali che abbiamo messo in gioco o che abbiamo ereditato per nascita (la famiglia di sangue o adottiva).
Noi transgender siamo specialist* nelle questioni esistenziali ("Chi e cosa sono?"), ma, più sovente di quanto non si creda, diamo risposte molto diverse alla stessa domanda.. «Sono un maschio uomo o sono un errore biologico e sono maschio per errore ma donna?» «Non sono né maschio né femmina, né uomo né donna? Sono, al contrario, sia uomo sia donna?».
Domande che - di norma - restano oscure al "grande pubblico" di chi non vive sulla pelle questa opportunità che la vita ci ha posto davanti. Non la chiamo né sfortuna fortuna proprio per il motivo accennato: diamo risposte diverse alla stessa domanda, C'è chi ritiene una fortuna avere in sé "entrambe le "anime" del maschile e del femminile", c'è chi la ritiene una grave ferita e tenta in ogni modo di cancellare "l'errore originale", chi, ancora, nega di essere "due anime" e ritiene la propria condizione un errore meramente biologico che non porta affatto ad essere sia uomo sia donna, ma "donna intrappolata in un corpo maschile" o, viceversa "uomo intrappolato in un corpo femminile".
Chi ha ragione? Chi dà la risposta corretta? Chi sono io o chiunque altro, per dare una risposta univoca nel decretare chi sbaglia e chi è nel giusto? Al di là di alcuni punti fermi strettamente biologici (alcuni noti altri ancora no) che negare sarebbe una falsificazione evidente - e cioè, per esempio, che nasciamo maschi o femmine in termini genetici anche se ci sentiamo e sappiamo d'essere l'opposto di quel che ci dice il corpo e non possiamo modificare questa differenza nelle sue parti più "funzionali" come l'impossibilità a far transizionare delle ovaie in testicoli e viceversa, un utero in prostata e viceversa, ecc. - il resto appartiene più all'intimo sentire che non ad una oggettiva realtà. Perlomeno allo stato attuale delle nostre conoscenze psicobiologiche.
Alcuni studi (troppo pochi per diventare scientificamente accertabili) sembrano dimostrare che a livello di neuroscienze, effettivamente qualcosa di diverso vi sia anche nelle funzionalità biologiche fra noi trans e chi non lo è. Studi che sembrano dimostrare che i cervelli di tutte le persone trans analizzate  "funzionino" e abbiano caratteristiche tipiche del sesso opposto a quello di nascita. Qualora dovesse arrivare uno studio, replicato, di massa e con "cieco", fatto su persone trans prima che inizino la terapia ormonale e che desse lo stesso risultato di difformità tra corpo e cervello, ci troveremmo di fronte ad un nuovo affascinante enigma scientifico che però, nella correlazione inestricabile tra psiche e soma (PNI) non modificherebbe in modo determinante la "risposta individuale" che si darebbe alla citata domanda e, in questo caso, anche alla successiva «cosa significa avere un corpo maschile e una mente femminile (o viceversa)... Mi rende donna (o viceversa) o una via di mezzo, una sorta di terzo sesso, una sorta di intersessuale cerebro-somatico?»
L'aspetto "esistenziale" e - come tale - individuale, non credo potrà essere spazzato via mai. Anche qualora si trovassero aspetti genetici predisponenti (e se ce ne fossero anche altri, ignoti, che annulla o rinforzano o sostituiscano quelli scoperti?), il "kit diagnostico" di transgenderismo non credo sarà mai disopnibile. 
Non è come essere in cinta o meno o la misurazione dell'insulina. Nell'identità di genere entrano fattori "esistenziali" tali da mettere persino in dubbio l'attuale caratterizzazione patologico/psichiatrica della condizione stessa.
L'attuale bisogno di "ormoni/chirugie" ecc., questo sì, potrebbe diventare un obsoleto ricordo qualora gli studi attuali sulle staminali e sulla terapia genica dessero risultati per ora solo sperati. Il ricorso alla medicalizzazione "pesante" (mi riferisco alla chirurgia e a farmaci con impatto pesante) renderebbe ancora più difficile giustificare il già ingiustificabile inquadramento di patologia psichiatrica curabile con farmaci non psichiatrici e chirurgia non neuropsicologica.

In realtà, a ben guardare, la nostra realtà è così evidenziata e caricata di significati, esclusivamente per motivi culturali che vedono nell'appartenenza all'uno o all'altro sesso la prima e più importante discriminante per spiegare la natura umana. Esigenza di "classificazioni" chiare, inequivocabili per spartirsi gli "oneri" di una vita sociale, basata sul sesso di appartenenza. 

Senza questi aspetti, il nostro interrogarci sul "chi e cosa sono" non dovrebbe essere poi così diverso dalle domande ancestrali e universali che dovrebbe porsi ogni essere umano, da sempre. I classici "chi sono", "perché sono", "da dove provengo", "dove vado".
Proprio questi motivi culturali che ci fanno balzare in testa agli interessi "popolari" sia in termini morbosi, sia in termini di condanna dogmatica, sia in termini positivi, di curiosità verso il confronto con una realtà "altra" rispetto all'imposto dualismo sessuale, rende - di fatto - la nostra condizione un qualcosa che, pur partendo da uno specifico territorio dell'identità umana, diventa di valore universale per ogni essere umano.
Per questo subiamo un carico di stigma sociale vergognoso.
Per questo siamo l'oggetto del desiderio di molti studiosi della natura umana.
Per questo siamo altrettanto interessanti per chi si occupa di psiche o di sistema neuroendocrinologico, di genetica ed epigenetica.
Per questo raccogliamo tanto successo sia con uomini sia con donne in ambito sensuale.
Per questo sempre più raccogliamo l'interesse di sociologi e studiosi di diritto.
Per questo la nostra presenza fa sempre alzare lo "share" nelle tv.
Generalmente non ne siamo pienamente consapevoli noi, non lo sono né i ricercatori che ci studiano per trovare delle risposte, né - tantomeno - il "pubblico popolare" di tv e giornali,
ma di fatto, la nostra realtà, per via dei dogmi culturali che spezza e corrode, rappresenta un universale "remind", valido per tutte e tutti alle domande essenziali che chiunque dovrebbe porsi per vivere una vita consapevole e che la cutlura di una vita tutta esoversa (rivolta all'esterno, alle merci, al denaro, all'accumulo di beni materiali e umani, alla carriera, al bisogno di arrivare a fine mese o di arricchirsi, ecc) rende così difficile da praticare.
Viviamo in un mondo che non lascia molto spazio e tempo ad interrogarsi su di sé e per questo suscitiamo scandalo o morboso o appassionato interesse.
In fondo, non lo sappiamo, ma abbiamo una grande responsabilità sulle spalle: ricordare al mondo degli uomini e donne, che per vivere bisogna prima essere e per essere bisogna prima capire chi e cosa siamo.
Non c'è che dire: una bella grande responsabilità.... di cui, prevedo, l'umanità diventerà più consapevole tra qualche decennio (2012 permettendo).


Mirella Izzo
Genova 10 agosto 2010, ore 12


PS: questo scritto doveva, in partenza, essere una breve presentazione alla riproposizione "in casa" di una mia vecchia intervista rilasciata a blog esterni, che ritenevo ancora attuale e importante per la natura divulgativa del suo contenuto.
Poi, come talvolta mi accade, le mani hanno iniziato ad andare da sole, spinte da sinapsi che si formavano via via scrivendo e quindi, il pezzo ha assunto una sua autonoma natura e come tale ve lo presento