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lunedì 26 maggio 2008

La nostra Glasnost (AzioneTrans)

LA NOSTRA GLASNOST (trasparenza)
LEGGE MANCINO: SOTTO ATTACCO L'INSERIMENTO DELLA
IDEALI, IDEOLOGIE, POLITICA E "PERSONALE"
LE DIFFICOLTA' E SOFFERENZE DI CRISALIDE

DISCLAIMER: questo intervento della presidenza onoraria di Crisalide precede l'Assemblea Straordinaria di rifondazione prossima ventura dell'Associazione e pertanto rappresenta il punto di vista di chi scrive e che sarà oggetto di dibattito nel corso della stessa Assemblea
Soltanto chi arriva su queste pagine per la prima volta e trova una mole di oltre 500 pagine tutte dedicate al transgender, ai servizi, alle battaglie politico/sindacali, ai testi di riferimento del movimento transgender, ma non ha mai seguito l'andamento continuo dell'Associazione può oggi non accorgersi che Crisalide sta attraversando un momento delicato e - con la franchezza che ho sempre cercato di usare in rispetto di chi legge - per certi versi, critico.
Il tutto in un panorama associazionistico transgender sempre più frazionato e poco unitario.
Non basta darsi un nome di Coordinamento per arrestare questo processo. Un coordinamento è tale nella realtà solo quando vi è rispetto reciproco di ogni singolo componente (associazione) e quando vi è un progetto ideale con una base comune e quando manchino logiche di supremazia o annessione.
Purtroppo tutta Crisalide ha sperimentato che il cosiddetto Coordinamento Trans non ha avuto nessuna delle caratteristiche richieste perché funzionasse in modo dignitoso, rispettoso, non ideologico. Crisalide si è sempre mostrata come un'Associazione con delle specificità diverse dal resto del panorama dell'Associazionismo Trans. Non per questo si è mai permessa atteggiamenti monopolistici o di scontro con altre Associazioni o con loro rappresentanti. E' sufficiente scorrere queste stesse pagine per verificarlo. Fino ad un paio di anni fa, molti dei documenti prodotti, dei comunicati stampa, portavano almeno la firma di Crisalide, MIT e spesso CGIL Nuovi Diritti, insieme. Paradossalmente proprio il "Coordinamento" ha ridotto la produzione di materiale realmente condiviso, di una politica che - rispettando le diversità - trovasse momenti e battaglie davvero comuni, realmente condivise, su cui spendersi.
Questo è accaduto perché, a mio parere, l'unità va cercata e non idealizzata come un dogma. Quando questo avviene vi è sempre una parte che tende a dominare sull'altra. Crisalide si è sentita spesso trattata come l'avversario (se non il nemico) all'interno di questo Coordinamento e non come una utile e competente risorsa.
Tutto ciò non spiega il momento critico che sta attraversando la nostra Associazione. Semmai è un monito a favore della trasparenza come dato imprescindibile per intraprendere qualsiasi discorso di unità, ed infatti, per le ragioni sopraddette il danno ha riguardato tutto il movimento transgender, non (o non solo) Crisalide. C'è quindi dell'altro - specifico - che si sovrappone ad un quadro generale mai così in basso negli ultimi 10 anni.
Quando ho scritto "Crisalide è diversa dal resto dell'Associazionismo Trans", non ho voluto marcare un territorio, ma più semplicemente (ma anche più complessamente) constatare che per ispirazione ideale, scelte di politica transgender, modus operandi, rapporto con i nostri soci e con l'esterno, democrazia interna e molte altre "cose" - pur lavorando spesso per progetti analoghi - l'animus di Crisalide è stato spesso diverso e come tale determinava modalità espressive diverse.
Queste diversità hanno fatto di Crisalide un'Associazione unica in Italia. Non è neppure possibile fare paragoni fra le produzioni in tema, sia di politica generale, sia di dibattito, informazioni, proposte concrete, fra Crisalide ed il resto del movimento T* italiano. La mole di documenti prodotta è enorme e talvolta ha determinato cambi di agenda politica di tutto il movimento LGBT italiano. A volte abbiamo dovuto persino lottare contro posizioni di altre ass.ni transgender, come nel caso dell'abbandono della richiesta della "piccola soluzione" e a favore di una legge all'inglese (o alla spagnola) o, anche, come per la situazione dei protocolli di diagnosi e cura vigenti in Italia per la cosiddetta "disforia di genere" - la "patologia" impostaci per poter avere una seppur parziale copertura del SSN.
Non abbiamo mai creduto che fosse salutare per un'Associazione che difenda i diritti delle persone "trans", costituire in proprio consultori finanziati dalla politica. Lo abbiamo sempre considerato un "conflitto di interessi". Abbiamo un SSN e ci siamo battuti e ci battiamo perché funzioni anche per noi attraverso strutture pubbliche.
La nostra battaglia per cambiare i protocolli di diagnosi e cura italiani, a favore di quelli internazionali (che sta iniziando ad avere successi anche clamorosi), Crisalide l’ha potuta portare avanti facilmente anche perché non gestisce direttamente strutture sanitarie o consultori. Chiedere che per la diagnosi non debba essere obbligatorio un periodo coatto e prestabilito di almeno sei mesi (ripetibili) di psicoterapia (o come lo chiamano per mascherarlo "accompagnamento psicologico"); sostenere che debba essere ritenuta sufficiente una diagnosi psichiatrica che fondamentalmente escluda patologie psichiatriche che minino la capacità di intendere e volere, così come prevedono i protocolli internazionali, significa ridurre drasticamente il periodo di "latenza" e di "permanenza" delle persone "disforiche" presso i centri o consultori che seguono le persone transgender. Ridurre questo tempo è un obbiettivo fondamentale per le persone disforiche e quindi per Crisalide, ma costituirebbe un potenziale problema per strutture in proprio, che vedrebbero in questo modo ridursi i finanziamenti.
Inoltre, pur non simpatizzando con una destra italiana filoclericale o postfascista che di noi ha opinioni irripetibili, come Associazione (ovviamente i singoli soci non perdono il diritto di partecipare attivamente alla vita politica come meglio credono, stando in Crisalide) non abbiamo mai voluto fare una scelta finale e definitiva verso il partito x o quello y, o il movimento "no global" o altri antagonismi sociali. Ogni volta che si sono presentate delle elezioni, abbiamo valutato programmi e intenzioni, abbiamo contattato quei partiti che dichiaravano di volersi occupare delle nostre tematiche e problematiche e - conseguentemente a queste verifiche - dato delle indicazioni di voto. Non che questo ci abbia riparato dalla possibilità di errore, ma di certo se è accaduto è stato perché siamo stati ingannati fra promesse ed impegno reale profuso. Non per questo abbiamo chiuso le porte a quei partiti che abbiano sinceramente voluto aiutarci e aiutare la causa che portiamo avanti. Lo dimostrano le nostre azioni compiute anche nel passato recentissimo. Abbiamo collaborato con il PdCI per la detassazione delle procedure legali di rettificazione anagrafica, ho personalmente lavorato per mesi sul testo del pdl Luxuria (Prc), pur essendo, il testo finale elaborato dall’onorevole, in alcune parti diverso da quello da me proposto, abbiamo dato indicazione di voto a favore della Rosa nel Pugno quando ci è sembrato mettesse in primo piano le battaglie per leggi di cui abbiamo bisogno (anche se in questo caso ci siamo poi resi conto di avere almeno parzialmente sbagliato analisi).
Abbiamo collaborato con decine di associazioni e movimenti anche politici, senza mai però decidere di appartenervi o rinunciare al diritto di critica (come è stato il caso del movimento "Facciamo Breccia").
Un ideale di fondo che è ben scritto nel Manifesto AzioneTrans, ma anche un forte pragmatismo nella politica reale. Siamo e ci siamo sempre sentiti più un "sindacato" che un "partito" e come tale abbiamo cercato di spegnere la sete di diritti delle persone transgender italiane, laddove ci è sembrato di trovare risposte adeguate. Senza un "colore" di fondo, se non l'arcobaleno LGBT e i mandati statutari (politicamente chiari).
Eppure oggi, a distanza di otto anni dalla sua fondazione ed incredibile crescita, Crisalide sta attraversando una crisi.
La risposta non è difficile da trovare e sta proprio nella costituzione ideale dell'Associazione. Crescendo la diffusione territoriale e numerica di Crisalide, è diventato via via più complesso trovare soluzioni che garantissero contemporaneamente la massima trasparenza e uno spirito realmente volontaristico. Inoltre l'improvvisa indisponibilità - nel 2006 - di 2/3 dei soci che guidavano l'associazione (Matteo Manetti e Davide Tolu) e la mia disponibilità soltanto "virtuale" e di pensiero, dovuta, quest'ultima a noti problemi di salute, hanno costretto ad un'accelerazione di rinnovamento dei "quadri". Un'accelerazione forzata prima che si fosse formata una nuova "leva" in grado di conoscere ed utilizzare tutti gli strumenti che erano patrimonio dell'associazione e delle singole esperienze poltico-sociali precedenti di chi aveva dato vita a Crisalide, hanno contribuito a far emergere difficoltà sia di gestione politica, sia di etica interna a Crisalide.
Prima di analizzare, però, perché proprio nel nostro stesso modo di essere associazione è sorto il terreno in cui sono nati i nostri problemi (risolvibili ma attualmente complessi) credo sia importante ricordare anche i risultati che questo stesso modo di essere ha portato alle persone trans italiane (residenti o domiciliate in Italia) fino ad ora. Altrimenti dovremmo semplicemente cambiare le nostre specificità, abbandonarle ed adeguarci ad un modo di far politica che non ci appartiene e facilmente reperibile altrove.
Come già ricordato, Crisalide ha proposto e ottenuto la detassazione delle istanze per la rettificazione sessuale nei Tribunali (finanziaria 2000), sebbene questa vittoria ci è stata poi scippata parzialmente da successive finanziarie.
Crisalide - inizialmente da sola e ancora oggi con alcuni dissensi di altre ass.ni (Libellula di Roma) - si è battuta per abbandonare false soluzioni al problema "documenti" (la già citata "piccola soluzione") e spingere per una nuova legge che si ispirasse ai modelli inglese e/o spagnolo ed il risultato è stato che fino a ieri (non potevamo prevedere la crisi di Governo attuale) sono stati presentati ben tre progetti di legge che in diversa misura raccolgono queste istanze (di cui uno con un diretto coinvolgimento della sottoscritta in funzione di “esperta” e “ghost writer” del pdl) e nessun progetto di legge che invece (ri)proponesse la piccola soluzione. Certo un pdl se non viene calendarizzato resta lettera morta, ma comunque segna un passo in avanti importante verso il parlamento e – comunque vada a finire l’attuale crisi di governo – vigileremo perché questi siano o ripresentati e calendarizzati al più presto nella prossima ormai probabilissima legislatura. Prescindendo per un attimo da ciò che sfugge alla nostra possibilità di intervento (quale una crisi di governo), possiamo comunque dire di essere almeno passati dalla richiesta di una elemosina (quali erano le ipotesi di solo cambio di nome, senza cambio di "identificativo di genere" all'anagrafe in assenza di operazione chirurgica sui genitali), ad una richiesta di diritti che derivano sia dal movimento culturale transgender, sia dalla conoscenza più approfondita che anche la scienza ha verificato su sesso, genere e identità di genere delle persone (ed anche degli animali).
Crisalide ha discusso e portato – sin dal 2001 - almeno un Centro Nazionale importante quale è il DISEM di Genova, all'adozione di protocolli internazionali che non stabiliscano una psicoterapia coatta, come invece accade per i protocolli italiani Onig. Una mossa che oggi sta dando i suoi frutti. E' bastato far sapere che è possibile in Italia trovare un Centro che non metta il destino delle persone, nelle mani delle opinioni personali e spesso arbitrarie, di uno psicologo per anni senza un "si" o un "no", quindi senza una diagnosi, perché decine e decine di persone transgender emigrassero da tutta Italia verso Genova. Questo flusso migratorio ha però determinato un precedente importante. I Centri con protocolli "Onig" hanno iniziato a subire una emorragia di consensi. Senza l'intervento di Crisalide (vedi lettera al Ministero della Salute e agli Ordini di medici e psicologi) però sarebbe stato gioco facile per i tanti centri Onig attaccare il Disem e i protocolli internazionali che segue, con l'assurda accusa di favorire la transizione (come fossimo "di default" persone incapaci di intendere e di volere!). Le nostre ragioni hanno impedito il propagarsi di queste accuse e non solo. E' notizia recente che anche uno dei Centri più grandi d'Italia, il Saifip di Roma, sta per abbandonare i criteri "onig" per abbracciare quelli WPTAH (internazionali), già da anni in uso al citato Centro genovese).
Infine, gli unici documenti del movimento LGBT italiano unitari includono tutti la partecipazione attiva alla costruzione degli stessi e non una semplice firma per adesione...

Questa è la politica di Crisalide: creare esempi positivi e favorirne la propagazione, non fermarsi ad uno "status quo" vecchio di decenni e che favoriva solo le lobby psicologiche e non "i pazienti" transgender.
Credere nei gruppi di Auto Aiuto veri (con personale pari e preparato con corsi ufficiali al ruolo di facilitatore dei gruppi) è stata un'altra caratteristica propria di Crisalide che ha dato grandi frutti e aiutato realmente centinaia di persone ad uscire dall'isolamento, a raccogliere informazioni, a chiarirsi le idee, a scegliere la via migliore per la propria realtà.
Credere nell'informazione "povera" del web, piuttosto che quella - teoricamente più nobile ma meno accessibile - del libro, è un altro specifico di Crisalide. Il web perché offre strumenti gratuiti di informazione ed interattività, perché basta andare in un internet point per accedere alle informazioni piuttosto che cercare libri - peraltro spesso costosi e difficilmente reperibili nelle librerie, quasi mai esposti in vetrina, quasi sempre sconosciuti ai librai se non sai riferire esattamente titolo, autore ed editore (e magari codice ISBN).
Crisalide i propri libri li ha scritti (gratuitamente) su web e - per quanto riguarda le mie modeste produzioni - esse torneranno presto on line, se la prossima Assemblea non stravolgerà totalmente il senso per cui Crisalide è nata. Come primo passo, da oggi è disponibile per la prima volta la settima ed 'ultima versione del Manifesto AzioneTran, in formato "e-book" scaricabile gratuitamente per tutti.
Altre cose meno visibili hanno fatto la differenza fra Crisalide e altre Associazioni. La mailing list dei nostri soci non è mai stata una sorta di newsletter che dall'alto informa i soci e che mal sopporta gli interventi – anche critici – dal basso, ma una vera lista di discussione dove i soci hanno sempre potuto partecipare e talvolta hanno anche preso decisioni attraverso lo strumento del "polling". Una lista dove la presidenza e "l'ultimo dei soci" avevano pari dignità di parola e di ascolto. Dove la critica era sempre legittima, se motivata e dove le varie "dirigenze" non potevano sottrarsi al dibattito o alle critiche. Trasparenza totale contro la logica del "i panni sporchi si lavano in famiglia", così diffuso in Italia.
Inoltre siamo stati fedeli alle proposte culturali del movimento transgender internazionale che arricchisce il panorama delle identità umane possibili e rivendica le pari opportunità per TUTTE le diverse identità di genere e di espressione di orientamento sessuale ed affettivo. Certo quando dico "tutte", intendo ovviamente anche chi si sente in perfetta sintonia con il proprio genere assegnato, con il proprio ruolo nel genere assegnato e chi è eterosessuale. La diffusione della cultura "two spirits", ereditata dalla saggezza delle popolazioni indiane d'America, è stata una priorità di Crisalide per far comprendere come la nostra presenza nella società possa essere non solo accettabile, ma addirittura utile per tutte e tutti. Non per questo abbiamo mai voluto diffondere una sorta di “superiorità” razziale delle persone transgender rispetto alle altre. E se questo è avvenuto da parte di persone appartenenti o rappresentanti di Crisalide, beh, oggi non ne fanno più parte! Niente razzismi capovolti in Crisalide.
Molte cose "dimentico" e che hanno costituito l'essenza di Crisalide, quali la non ricerca di "fondi" presso enti nazionali o europei se non quando aprivano degli spazi alla realtà dell'identità di genere, come è stato per il progetto Equal "EMDGS", al quale abbiamo deciso di aderire solo dopo aver posto la condizione che si inserisse - fra le differenze - anche l'Identità di Genere dimenticata dalla UE e dai primi propositori del progetto. Oggi abbiamo un docente transgender in questi corsi di Golden Standard sulle differenze che si rivolgono a datori di lavoro, ai dirigenti delle risorse umane aziendali, alle università dove si formano i futuri dirigenti aziendali, per spiegare gli specifici di una realtà ben meno conosciuta rispetto all'handicap o all'orientamento sessuale: quella della transizione da maschio a donna o da femmina a uomo.
Eppure, proprio queste regole ideali e non ideologiche che ci hanno fatto fare tanta strada ed avere tanto consenso, sono le stesse che oggi ci piegano ad un passaggio critico.
Il volontariato puro, il ruolo delle dirigenze in Crisalide inteso come responsabilità (responsabili sono le definizioni da noi usate per chi si assume l'onere di una qualsiasi autonomia decisionale), servizio e non potere (quindi la contestabilità legittima, se motivata, da parte di chiunque fosse soci*), la sfida totale contro ogni possibile formazione o facilitazione verso uno sviluppo egoico del proprio ruolo, contro ogni possibile "famiglia" da difendere che sovente nasce quando si formano anche i più piccoli centri di potere, centrali o locali, contro ogni forma di gerarchia fra sedi, contro ogni forma di "separatismo in casa" che porta alla fine a non sapere più "la mano destra cosa faccia la mano sinistra" e viceversa.
Per "starci dentro" comodamente su questo letto con più spine che petali profumati, bisogna avere una formazione culturale e una solidità psicologica non facile da trovare.
Il tutto in un panorama di una minoranza estrema, con problemi estremi.
Non obbiettivi politici o strategici (o non solo) hanno via via creato alcuni mal di pancia in Crisalide, ma più semplicemente il senso dato al proprio ruolo nell'associazione. Ci sono modi e modi di "fare servizio". Quello di Crisalide non chiede in cambio asservimenti psicologici verso l'associazione o chi la rappresenta. Un qualsiasi responsabile di questa associazione, legittimamente può aspettarsi che l'utenza che serve gratuitamente possa iscriversi e diventare socia. Niente di più. Nessuna riverenza o coorte può e deve circondare chi in Crisalide ha ruoli di gestione. Non per sadismo, ma perché quando si formano "clan", "coorti" legate al servizio svolto, alla fine vi sono appunto fornitori e servitori, padroni e servi (anche solo psicologici). Noi siamo per la liberazione dell'essere umano da ogni forma di controllo dell'uomo sull'uomo, perché gli scambi di cose, di affetti, sentimenti, ecc. siano liberi e liberati da ogni tipo di dovere di riconoscenza. Facciamo un servizio, non siamo "madri(ne) o padri(ni)" delle persone transgender che supportiamo.
I soci fondatori di questa associazione rivendicano la specificità di Crisalide allo stremo e hanno giocato una partita dura perché questo spirito iniziale non cambiasse e non cambi in futuro. Ad ogni costo. Anche quello di "perdere qualche pezzo". E' la qualità che ci ha fatto diventare una grande associazione e sarà sempre la qualità a renderci tali in futuro (o piuttosto lasciar cadere un esperimento forse troppo avanzato?), a prescindere da momentanee flessioni o impennate di consenso, dovute a fatti contestuali, liti da condominio, famiglie da difendere.
Oggi la ex sede di Milano di Crisalide ha fondato una nuova associazione lombarda. Lo ha fatto a pochi mesi dall'avere ricevuto la fiducia dell'Assemblea Nazionale perché "Milano" costituisse il "Direttivo" di tutta l'Associazione e quindi del suo spirito, dei suoi ideali, dell'unità di tutti i territori dove l'Associazione è presente.
Purtroppo mentre venivano candidati gli eleggibili, alcuni degli stessi, postavano, in un forum extra associativo, messaggi che esprimevano idee di superiorità razziale delle persone transgender rispetto alle altre, lanciavano pesanti accuse di stupidità umana verso chi di noi intenda la transizione come un passaggio netto e radicale da un estremo all'altro rispetto alle possibili varianti dell'Identità di Genere. Il tutto condito da minacce contro Crisalide stessa. Purtroppo queste cose sono state note a tutti ad elezioni avvenute. Alla richiesta di fare un passo indietro, dimettendosi dalla carica di Consigliere Nazionale almeno da parte di chi aveva promosso forum e scritto post quantomeno dal sapore razzista contro le persone non transgender (quindi anche contro le persone che si definiscono transessuali e hanno una visione binaria di sesso e genere). Contro le persone, ribadisco, e non, dialetticamente, contro le loro opinioni; cosa che sarebbe invece stata legittima.
Questa richiesta in primis mia personale, seguita a ruota dal resto della militanza di altri territori e di una parte della stessa Milano, di convincere due soli consiglieri su sette a dimettersi, ha ricevuto un secco no da parte della ormai ex presidente eletta da poche settimane e - compattamente - da tutto il neo eletto Direttivo Nazionale, in una logica che a molt*, tropp* è sembrata di difesa aprioristica del proprio "clan", senza accettare di entrare gran che nel merito della questione.
Non si poteva rendere tutta Crisalide (che non è solo a Milano) ricattabile in qualsiasi momento, in qualsiasi dibattito pubblico dove sosteniamo la liberazione dal modello genderista ed eterosessista, per una libertà globale dell'individuo, con l'accusa di avere fra i nostri rappresentanti nazionali persone che hanno per mesi propagandato una sorta di super razza trans in un forum che si era fatto pubblicità (e spam) proprio sul forum di Crisalide. Ce ne sarebbe stato abbastanza per una espulsione a norma di Statuto, ma fu chiesto solo un passo indietro almeno per la durata di un mandato. Dopo il no - ribadito più volte nonostante il massimo possibile della dialettica per far comprendere il danno che determinava il difendere un ruolo di rappresentanza dato a persone che avevano tradito lo spirito stesso di Crisalide, il suo sentire comune, le sue fondamenta ideali - si è proposta un'Assemblea Straordinaria dove chiarire il tutto. Neppure questa proposta è stata accettata. Del resto la gestione lombarda della ex sede di Crisalide ha recentemente avuto connotati "autonomisti" piuttosto forti. Crisalide Milano quasi fosse una cosa diversa dal resto di Crisalide (diversa e migliore?).
Il resto è cronaca (seppur oscura(ta) ai più). Annuncio di dimissioni da parte del Direttivo milanese, senza però compiere l'atto dovuto finale di indire la nuova Assemblea dopo le dimissioni (con ciò creando volutamente problemi procedurali a chi voleva continuare in Crisalide) e la formazione di una nuova associazione dal nome che richiama un triste ventennio del nostro paese ed il terrorismo post fascista dell'Italia repubblicana.
Collaboreremo? Presto per dirlo ora. Quando ci si separa lo si può fare in tanti modi: in pace o strappando - prima di uscire - tutta la tapezzeria di casa. Senza l'atto finale di remissioni nelle mani dell'Assemblea Nazionale del proprio mandato, l'ex presidente di Crisalide e tutto il resto dell'ex Direttivo, hanno, fino ad oggi, stracciato la carta e rotto quanto più fosse possibile, i mobili. Certo esiste una via d'uscita legale ed il modo di non far mancare lo spirito di Crisalide (anche a Milano). Ma il "dispetto" resta – ci ha fatto perdere molto tempo – e non può non lasciare strascichi.
Aver linkato il nostro sito sul loro nuovo web, non lo consideriamo un atto di pace. Non metterlo, nella sezione delle ass.ni transgender italiane, sarebbe un falso storico, non una cortesia averlo aggiunto. Noi considereremo amichevoli i nostri rapporti solo quando da parte di chi ha liberamente scelto di andarsene, saranno compiuti quegli atti dovuti che non trasformano una separazione consensuale in una concorrenza dispettosa e pure poco leale.

In ultimo ho una cosa da dire a chi, leggendo, si stesse o si fosse già scandalizzat* per quanto accaduto o vedesse smitizzato il nome di questa Associazione. L'unica vera differenza fra le cose che avete letto qui e quanto avviene in altri ambiti, è che qui, ancora una volta, laviamo i panni sporchi in pubblico. La "gente" deve sapere. Da altre parti, troppo spesso in questi anni, ho visto sorrisi finti davanti e stilettate alle spalle dietro. Nel movimento LGBT è in atto da anni una lotta di poteri che non si è ancora trasformata in diaspora per motivi meramente tattici. Quel che è accaduto in Crisalide - a confronto - è ben piccola cosa. Ma sembra grande perché siamo i primi, noi, a volerla rendere nota.
E non posso nascondere che persino questo documento ha subito un lungo stop e il bisogno di un disclaimer iniziale perché ancora ora c'è chi pensa a Crisalide in termini "politici" di "piazzamento" o "gradimento/isolamento" nell'ambito delle comunità transgender o LGBT.
Opinioni smentite dalle decine di mail e telefonate che ancora giungono alla sottoscritta per richieste svariate di aiuto o informazioni (e così come accade a me accade ad altre persone di Crisalide). Secondo noi a costoro e solo a costoro dobbiamo rendere conto delle nostre azioni e comportamenti (approfitto per scusarmi con chi si sia recentemente rivolt* a me senza ricevere risposta... Ora forse il motivo è più chiaro ed in ogni caso prometto di tornarci sopra al più presto).

Ed ora, date le spiegazioni che sentivo di dovere a chi ci segue e a chi ha creduto in questa Associazione (senza atti di fede perché non ci siamo mai sognat* superpoteri che non abbiamo), non resta che rimboccarsi le maniche e ripartire, rifondare, anche se con una ferita. Rimarginerà. E questo è anche il momento giusto per chi fino ad oggi magari è stat* alla finestra a guardare, per iniziare a contribuire a dare forza alle nostre idee - se le condivide - magari passando prima per una lettura approfondita del nostro Manifesto.
Arrivederci a tra un mese o poco più, all'Assemblea di Crisalide, forse la più importante della sua storia decennale.
Genova 15 gennaio 2008
Mirella Izzo

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