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mercoledì 28 maggio 2008

DOGS OF WAR

DOGS OF WAR
Il "Popolo" delle Libertà, la "Lega" ed il Vaticano hanno scatenato i loro cani da guerra con una campagna elettorale fondata sulla paura del "diverso".
Ora li fermino o, inevitabilmente, guerra sarà

La lista si allunga ogni giorno: incendi a campi nomadi, aggressioni a militanti del movimento LGBT, aggressioni nelle Università. Tutti episodi che si stanno centuplicando dopo la vittoria elettorale del Centro Destra, in particolar modo a Roma, ma non solo. Non i "fascisti" ma tutto il PDL e la Lega Nord hanno vinto le elezioni fondando la loro campagna elettorale sull'istigazione alla violenza contro "i diversi" in nome di una sicurezza sociale che non era poi così grave (se non in quei quartieri creati ad arte per determinare un degrado che istiga alla lotta fra poveri). La paventata insicurezza del "popolo italiano" (se avessero perso le elezioni) si è trasformata in una violenza di "quel popolo italiano" cui si sono rivolti, contro chiunque ne sia fuori: perché è Rom, perché è gay, perché semplicemente è di altro colore politico, di sinistra. Esempi non a caso ma che fanno riferimento agli ultimi tre fatti di cronaca che ricordo... e tutti e tre accaduti a Roma, dove vi è un sindaco con un passato dichiarato in formazioni politiche post fasciste.
Ma sarei una sciocca a pensare che il problema siano i neofascisti. Dopo l'incendio al camp nomadi, Sky Tg 24 ha intervistato ragazzi fuori da un normalissimo bar, chiedendo loro cosa pensassero dell'accaduto. Le risposte sono state agghiaccianti e solo in una Italia dove ormai il diritto è un optional, non hanno avuto conseguenze. I tre bellimbusti infatti hanno apertamente (ovviamente a viso scoperto) detto che loro i Rom li avrebbero ammazzati, che bruciare il campo non era sufficiente. Balordaggini adolescenziali? Non direi. Poco lontano c'era "il popolo", la gente... e nessuno è intervenuto a contestarli... E che io sappia, nessun giudice è intervenuto a sequestrare l'intervista per identificare gli intervistati al fine di contestare loro almeno l'apologia di reato (di omicidio, anzi di sterminio razziale).
Allora le buone intenzioni di Alemanno, dopo l'incontro con le Ass.ni LGBT (buone presupponendo il suo punto di vista di partenza sulla questione e non in termini assoluti), diventano aria fritta se prima lui e tutti gli altri che comandano questo Popolo delle Libertà di Uccidere (PDLU), non fermano i "cani da guerra" che hanno scatenato. Volontariaente o meno, ben poco importa. E non c'è solo il PDL... ben più pericolose si dimostreranno presto le parole leghiste, ormai colme di significati che portano quel partito ad assomigliare sempre più al nazionalsocialismo di Hitleriana memoria. Il riferimento è volutamente fatto al nazismo e non al fascismo italiano perché ideologicamente è là che sta scavando la "Lega Nord", in quegli istinti infernali xenofobi, omofobi, transfobici eterosessisti e persino sessiti contro i diritti delle donne (a meno che non abbiano le tette grandi e "facciano sangue" agli ometti celoduristi... allora possono godere di favori... magari anche di incarichi governativi... ma che siano gnocche, sia chiaro!).
Leghisti, ex "missini", "azzurri"... stanno tutti insieme e tutti insieme hanno scatenato i loro cani da guerra contro ogni diversità.
Se prima l'Italia era un paese in cui i crimini contro la persona stavano diminuendo, continuando così, torneranno rapidamente ad aumentare. Certo aumenteranno le violenze contro Rom, neri, gay, lesbiche, trans, diversamente abili, "sinistresi" e si ridurranno quelli contro i gioiellieri et similia cui presto sarà data la licenza di stato ad uccidere chi mettesse a rischio i loro beni.
Perché i beni di un gioielliere (mi riferisco a loro perché la cronaca li ha visti protagonisti, ma si può allargare il discorso ad ogni "proprietario" di qualcosa... quindi a tutte le "persone perbene") valgono di più della vita di una trans o di un gay. Questo ci deve essere chiaro e deve essere chiaro a chi oggi governa l'Italia. Devono aprire gli occhi e capire che il popolo che hanno scatenato è molto più avanti di loro nella sete di sangue del diverso.
Peraltro l'Italia, mi chiedo, si sarebbe mai sollevata dall'essere un branco di pecore sotto Mussolini se questi non avesse portato il paese alla guerra? E, a parte trent'anni di post fascismo vissuti sulla pelle, prima e dopo, quanto il nostro popolo è stato amante della civiltà, dei diritti, della libertà (quella vera)?
Mezza italia è stata centinaia di anni sotto il governo papalino e borbonico.... e le piazze si riempivano di folla esaltata, solo per le esecuzioni degli eretici (e noi ricordiamocelo che siamo i nuovi eretici che mettono in discussione non la piattezza della terra, ma l'ordine naturale che divide la razza divina in maschi e femmine che si accoppiano fra loro!)
Il popolo italiano è unico al mondo nel farsi governare anche oggi da uno Stato straniero che ormai parla solo in termini politici rivolti alla sola italia (eppure il Vaticano dovrebbe occuparsi, in quanto "Stato Etico e Religioso", di tutto il pianeta). Invece quasi solo le leggi italiane vengono analizzate, criticate e solo per esse vengono posti veti che né partiti, né "popolo/branco" si sognano di mettere in discussione. La 194 (legge che regola l'aborto) ha bisogno di un "tagliando" tuonano dal Vaticano. E le leggi inglesi, spagnole, francesi, statunitensi. ecc.? Non importano al Vaticano. Del resto è comprensibile: gli altri "popoli" - persino quelli cattolici - farebbero (e fanno) delle gran "leve" a chi si permettesse di intervenire nella gestione della vita pubblica di uno Stato. Noi no, noi obbediamo. E dato che anche il Vaticano non si sogna mai di condannare le violenze contro gay, lesbiche e trans, anche loro hanno la responsabilità di avere scatenato i loro "cani da guerra" (in questo caso "Cani da GuerraSanta" e quindi peggiori ancora). Ci facciamo governare da uno stato dittatoriale e nessuno si pone il problema... si perché il Vaticano non è certo uno stato democratico... Non avrebbe neppure un requisito per entrare nella UE e non so come abbia fatto ad entrare nell'ONU.. o meglio.. lo si sa bene...
La percentuale di italiani che si ribella a tutto ciò, se guardiamo alle ultime elezioni, è ridicolmente bassa. Nè i partiti di ispirazione socialista, né quelli di ispirazione liberale (radicali, liberal) hanno consenso (non è certo un caso che un Pannella abbia acccettato di ingoiare il boccone amaro del PD... Sapeva che altrimenti sarebbero spariti in uno zero virgola ben poco)...
Mi si dirà: ma come... tu e l'Associazione che presiedi, blaterate di equidistanza, di non posizionamento politico; vi rapportate ai neofascisti come con i "compagni"... Di che ti lamenti ora, di che vi lamentate!
E forse è vero che facciamo fatica a far capire la nostra posizione. Del resto siamo il popolo (fra le tante cose) degli schieramenti... Se non ti schieri, se non scegli il colore, sei qualunquista o di fatto, fascista. Sembra impossibile far passare un fatto estremamente semplice: noi abbiamo un "colore" che è dettato dal nostro Statuto che ad esempio recita:
AzioneTrans è un’organizzazione democratica, apartitica, non violenta, ecologista, antirazzista, antitotalitaria, libertaria, transfemminista e per l’affermazione di un “uomo nuovo” liberato dai condizionamenti di supremazia e dominio maschilista. Ha inoltre lo scopo di opporsi dialetticamente e democraticamente contro i seguenti atteggiamenti: maschilismo, sessismo, eterosessismo, genderismo, transfobia, omofobia, a-bi-pan-sessuofobia, ed ogni sorta di separatismo derivante da condizioni di “genere” e/o “orientamento sessuale”.
AzioneTrans persegue finalità di solidarietà sociale, supporto e socializzazione nei confronti delle persone T* ed I* e di informazione nei confronti di terzi al fine di fornire una migliore e realistica conoscenza della realtà T* ed I* e difenderne dignità, diritti ed esigenze.
Ci pare chiara la nostra collocazione. A chi no? Allora questo significa essere contro a priori o guardare i fatti e giudicarli?
Ogg i fatti a noi appaiono pericolosi. Credo che i cani da guerra si siano liberati dalle catene e sono proprio tanti. Tanti quelli che vedrebbero volentieri sterminate famiglie di Rom pur di non averli nel quartiere, padri che odiano i loro figli gay o trans o lesbiche e che in qualche caso arrivano a pugnalarli e in moltissimi altri "semplicemente" a ripudiarli.
Allora cari governanti di Centro Destra. Noi siamo pronti a dialogare su ogni cosa, ma prima di ogni altra, fermate i vostri cani da guerra, perché non esiste guerra che non determini due fronti che si scontrano. E di certo non possiamo stare a guardare ancora per molto e contare ogni giorno le "nostre persone" minacciate, pestate o uccise. Non siamo e non vogliamo essere né le vittime, né i becchini dei vostri Cani da Guerra.

Mirella Izzo
presidente AzioneTrans
Genova, 28 maggio 2008

P.S: Dogs of War (Cani da Guerra) è una canzone dei Pink Floyd i cui testi possono essere letti alla pagina: http://www.riflessioni.it/testi_canzoni/pink_floyd_2.htm

lunedì 26 maggio 2008

Alemanno e l'incontro con le Associazioni LGBT Romane

"Il Sindaco di Roma Alemanno, convoca le Associazioni LGBT per lunedì 26 maggio

Come si è arrivati a questo incontro: retroscena e le solite divisioni del "movimento".
Un'analisi di minoranza nel movimento

Roma - Con un laconico quanto breve messaggio email, il neo sindaco di Roma, Gianni Alemanno, convoca tutte le Associazioni LGBT operanti a Roma.
Interessante conoscere come si è arrivati a questo importante incontro che vedrà confrontarsi la nuova amministrazione di destra con l'Associazionismo LGBT della nostra capitale.
Interessante anche perché l'esito di tale incontro potrebbe dare qualche indicazione su quelle che potrebbero poi essere le politiche nazionali. Da sempre, quando il Comune di Roma è amministrato dalla stessa maggioranza che governa il paese, le posizioni dell'Amministrazione non si discostano di molto dalle poliltiche del governo.
Altro motivo di interesse (e certamente di curiosità da parte nostra) è che questo incontro è stato preceduto da polemiche di fuoco fra le diverse Associazioni LGBT locali e nazionali.
Polemiche dovute ad una lettera inviata al Sindaco con una richiesta urgente di incontro firmata dalle sole Arcigay Roma (e nazionale), ArciLesbica Roma, Di Gay Project di Roma ed AzioneTrans Roma con adesione del nazionale. Dovremmo specificare subito che la firma di ArciLesbica è stata immediatamente ritirata e la firmataria, allora segretaria della sede di Roma e consigliera nazionale dell'Associazione, sospesa da ogni incarico. Restano pertanto le firme di Arcigay, Dì Gay Project, AzioneTrans e... Francesca Grossi (ormai a titolo personale).
La lettera, il cui contenuto è visibile alla pagina, ha infatti ricevuto fortissime accuse per essere stata troppo morbida e dialettica nei confronti di un sindaco la cui storia è legata a doppio filo con il neofascismo italiano. La polemica, che ha visto le Ass.ni firmatarie criticate da tutte le altre, si è incardinata su questioni da una parte pragmatiche, dall'altra ideologiche. Chi ha firmato quella lettera ovviamente non ha scritto al "neofascista", ma al sindaco di Roma, eletto dalla maggioranza dei cittadini romani (ci piaccia o meno è una regola democratica). Noi crediamo che compito di una Associazione non sia quello di posizionarsi ideologicamente, ma di perseguire fini che servano a chi "rappresentiamo" a vivere una vita migliore. Le istanze non cambiano a seconda di chi ci governa e neppure dovrebbe, secondo noi, la ricerca di soluzioni che rendano migliore la qualità di vita delle persone LGBT, in questo caso romane. La richiesta di sicurezza (dopo le tante aggressioni ed omicidi subiti da persone LGBT proprio nella capitale in questi ultimi anni), di servizi sociali che includano ad esempio le persone transgender nelle politiche di inserimento lavorativo, accordi sulla non applicazione in forzatura del Regio Decreto sul "mascheramento" per le persone trans (sia che lavorino in ufficio, in "strada", sia che siano italiane o non), di un registro per le Unioni Civili comunale (sebbene questo ultimo provvedimento non abbia grandi ricadute concrete... ma che pur servono ad esempio per le graduatorie per l'assegnazione di alloggi di proprietà comunale), sono tutte richieste che hanno il fine di migliorare la qualità di vita delle persone LGBT. Poco importa chi ci governa, in questo senso. E' comunque nostro dovere presentare queste istanze in forma civile e rappresentativa. Riceveremo solo dei no? Beh, allora aspettiamoli questi no, magari per iscritto in un verbale di riunione. E dopo si parta con le forme di lotta più dure che si possano immaginare. Questo l'atteggiamento di chi ha firmato: nostro, di Di Gay Project, di Arcigay.
Dall'altra parte accuse di aver scritto una lettera "ruffiana" e troppo "buona" per un sindaco "fascista". Ruffiana per costoro. Per chi l'ha redatta e consegnata, invece una lettera che tenta di stimolare i ricordi di quei pur pochissimi passi avanti fatti dalla Destra di provenienza post fascista, al fine di influenzare positivamente l'Amministrazione Comunale e di far capire quanto le nostre Ass.ni siano in primis "sindacato" dei bisogni delle persone iscritte e simpatizzanti. Questo non vuol dire che in AzioneTrans (o altrove) chi ha responsabilità non abbia idee politiche proprie, che spesso (ma non sempre) sono di sinistra... ma se volessimo far politica di sinistra, allora faremmo militanza in un partito o movimento politico.
Noi riteniamo di non poter trasformare ass.ni che spesso hanno lo status di "onlus" in piccole parti di un movimento politico ben determinato e "colorato". Non lo possiamo fare perché non è interesse delle persone LGBT (che come possiamo constatare dalle elezioni, non sono poi così tanto schierate verso l'estrema sinistra), perché - a rigor di logica (e di legge) . la colorazione politica è incompatibile con il regime di Onlus. Non lo vogliamo fare perché non possiamo permetterci di rappresentare le persone trans di sinistra e quelle di destra che "muoiano" perché non si rendono conto di votare per il "nemico".
Che altro ci vuole - per chi proprio lo volesse - collocarci?
Siamo a favore della difesa della legge sull'aborto, a favore della distribuzione a carico del SSN della pillola del giorno dopo (a Genova abbiamo manifestato per questo), a favore del matrimonio omosessuale, a favore del considerare il genere sessuale delle persone a prescindere dai genitali, a favore di leggi antidiscriminatorie a verso le persone LGBT, a favore della revisione della legge 40 sulla procreazione assistita. Siamo ass.ni spesso dichiaratamente (in statuto) antifasciste e libertarie. Lottiamo per l'estensione dei Diritti Civili alle persone LGBT, ma non solo, perché, ad esempio, siamo contro politiche feroci contro gli immigrati (se poi sono LGBT, spesso dovremmo chiamarli rifugiati).
Non basta questo a farci sentire"collocati"? A farci sentire la nostra identità? Perché questa consapevolezza di rappresentare i bisogni sopra esposti (ed altri che ora tralascio per non fare di una lettera, un elenco) non basta? Perché se si parla al Sindaco di Roma (non necessariamente all'ex o neofascista che dir si voglia) sig. Gianni Alemanno)
si è quasi tacciati di connivenze con la destra? Perché rifiutarsi di parlare a priori con chi proviene da una storia di ex/neofascismo, quando persino il vecchio PCI smise di farlo oltre 20 anni fa?
Oggi neppure Rifondazione Comunista applica questo metodo. Dove si collocano allora politicamente queste "associazioni/partito" politicamente? Perché forse è ora di chiarire se siamo un movimento per i diritti civili o l'estensione di formazioni politiche ideologizzate. Anche perché sapendolo, forse potremmo scoprire che, pur avendo finalità comuni, il percorso e le motivazioni per cui si fanno certe battaglie, sono molto lontane. E le motivazioni sono importanti. Perché se lotto per il matrimonio omosessuale o una legge alla "spagnola" sulla questione "trans", per estendere i diritti civili delle persone e migliorare drasticamente la qualità di vita delle persone LGBT, è una cosa. Se le stesse battaglie le si fanno perché sono un tassello di una politica più generale di qualche partito o movimento ideologico, le cose cambiano.
Il mio personale invito è quello di essere chiari. Chi dà un significato ideologico alla propria militanza nel movimento, faccia come fecero i CODS con i DS... si formino dentro partiti o movimenti (anche antagonisti) settori dedicati alle politiche sui cosiddetti "nuovi diritti" e là si faccia militanza, senza equivoci sul fatto attuale che spesso, rivolgendoci ad una associazione, ci si rapporta con un "ente" politicamente schierato a priori. O si faccia come il "Pink" a Verona, che si definisce un Centro Sociale ben chiaramente schierato, con una sempre meno marcata prevalenza di interessi in ambito LGBT. Si lasci a chi non vuole (o non vuole più) essere estensione di gruppi politici lo status di Associazione di Volontariato, di Onlus, di "sindacato". Perché altrimenti questa piccola grande guerra intestina - che viene nascosta alle persone LGBT non politicizzate, non associate, per una sorta di "ragion di stato" che vede l'unità del movimento imprescindibile (persino dalla realtà dei fatti), posizione che unisce quasi tutti i leader del movimento, di entrambe le parti - finirà con il produrre più danni che benefici. In modo particolare determinerà un sempre più basso grado di rappresentatività proprio tra le persone di cui dovremmo essere i portavoce per i suoi diritti mancati. Perché verremmo percepiti come spesso viene percepita la "politica" dei partiti. Noi siamo diversi: vorremmo assomigliare di più ad una Emergency (che non guarda in faccia il colore dei partiti o delle etnie con cui vuole o deve lavorare) pur mantenendo fede ai suoi nobili obbiettivi antimilitaristi (basta questo a schierarla), che non ad una sorta di estensione, di spalla per il "Partito Comunista dei Lavoratori", piuttosto che per "Facciamo Breccia" (verso cui non abbiamo alcuna preclusione nel momento in cui ne condividiamo un'iniziativa, ma con cui non possiamo né vogliamo mantenere esclusivi rapporti privilegiati), piuttosto che per qualsivoglia altra formazione politica.
Certo che resta una curiosità forte. Il sindaco ha convocato tutte le Ass.ni, anche quelle che non hanno firmato la lettera (giustamente, crediamo, per un organo istituzionale).
Ma chi ha così criticato duramente non solo il tono della lettera, ma anche la sostanza (altrimenti sarebbe stato prodotto un documento, una lettera alternativa), che farà domani? Si presenterà perché "un conto è chiedere ad un fascista, un altro è essere convocati"? Ci sembrerebbe davvero peggio che nascondersi dietro ad un dito. Coerenza vorrebbe che se ad un "fascista" non si scrive, non si dovrebbe neppure parlare. O no? Penso però (sperando di sbagliare) che invece ci sarà la corsa ad essere presenti perché, non sia mai detto, che qualcosa ne esca fuori (magari finanziamenti a pioggia invece che su progettii) ed allora.. come si dice? I soldi non hanno colore, no? Da vecchia, invalida e fuori da ogni implicazione di appartenenze, posso permettermi questa cattiva illazione, auspicando di sbagliarmi e di verificare una limpida coerenza da parte di chi "con i fascisti non parla".

Mirella Izzo
presidente AzioneTrans
Genova, 25 maggio 2008

Luxuria, otto marzo e considerazioni politiche

"Io, Luxuria, l'otto marzo, il passato, il presente e le prospettive del futuro"
un approfondimento che spazia dai rapporti personali, alle relazioni politiche fra la nostra idea di associazionismo e l'idea di politica dell'on. Luxuria. Considerazioni sulle prossime elezioni

Era da tanto tempo che io e Vladi (l'on. Luxuria) avevamo in mente di conoscerci personalmente in modo più approfondito di quanto fosse avvenuto in precedenza nei saluti veloci di un Pride. Lo era perché fin dai primi mesi dopo la sua elezione in Parlamento abbiamo lavorato insieme per molte cose. Una su tutte, il progetto di legge sulla "qualità di vita delle persone transgenere" che prevedeva - fra tante altre cose - la possibilità di cambiare "sesso" sui documenti anche senza interventi chirurgici, oggi coatti. Prevedeva anche che tale procedimento fosse amministrativo e non più giudiziario (salvo l'autorizzazione agli interventi chirurgici che necessitano - a causa di altre leggi - di una sorta di deroga al reato di mutilazione). Non solo questo ovviamente. Il pdl Luxuria è frutto di una sintesi effettuata in piena autonomia da lei stessa, su un testo che le avevo proposto. Un testo più ampio e che prevedeva anche disposizioni sulle persone intersessuate e il riconoscimento di un risarcimento alle persone transgender vissute prima dell'approvazione della legge 164/82, che hanno subito trattamenti ben oltre i minimi previsti dalla Dichiarazione Universale sui diritti umani.
Alcuni capitoli di quel mio progetto sono stati necessariamente tagliati. Avevano costi per lo Stato che avrebbero reso il suo "passaggio" ancora più impervio di quanto comunque già non fosse con un parlamento "impestato" da deputati dipendenti direttamente dal Vaticano e dai suoi violenti attacchi alla nostra condizione.
Ciononostante qualche chance ci sarebbe pur stata se non fosse caduto il governo. Forse quel testo sarebbe stato emendato in peggio, forse però qualcosa di meglio della 164/82 sarebbe emerso... Del resto il "futuribile" è esercizio mentale piuttosto inutile. Il Governo è caduto. Il pdl con esso.
Per il pdl ed altre ragioni che esporrò, in parte, tra poco, mi sento di invitare questa volta a votare Luxuria. Questa volta più che mai, in quanto seconda di lista in Sicilia. Donne siciliane... sappiate che in Luxuria avete una alleata sincera e vera e che proprio il fatto di essersi conquistata con unghie e denti la condizione di donna, ha particolarmente a cuore tutte le questioni che riguardano i vostri, i nostri diritti. Perché dico "questa volta"? Perché in passato non lo feci questo invito (se non in seconda battuta) e so di avere commesso un errore, pur con qualche giustificazione in merito a come avvenne la sua candidatura.
Ritengo di dover raccontare il rapporto umano e politico (soprattutto il secondo se visto in termini di tempo speso) tra me e "Vladi" perché è stato l'origine di un "sacco di cose", alcune belle, altre, purtroppo, deprimenti.
Fra tutte le cose deprimenti, la peggiore è stata la reazione di TUTTE le altre Ass.ni transgender italiane, riunite sotto il nome di "Coordinamento Trans Silvia Rivera" (pace alla tua anima Silvia... rimarrà sempre nei miei ricordi la serata, la notte ed il mattino della sera del World Pride a Roma a discutere insieme in casa di Helena e con la tua compagna e il mio compagno transgender di allora, nonché co-fondatore di Crisalide, Matteo Manetti). Si perché dopo mesi che Vladi aveva chiesto alle Ass.ni di portare dei contributi per il pdl che intendeva scrivvere e dopo mesi di silenzio e dopo che casualmente venni a sapere di questa situazione parlando al telefono con lei e mi offrii quindi io di aiutarla con le mie piccole o grandi competenze, si scatenò la furia generale di chi non sa fare ma non vuole che altri facciano. Una riunione del Coordinamento vide interventi che volevano rifiutare il pdl di Luxuria senza neppure leggerlo a causa del fatto che si era rivolta a me senza "l'autorizzazione del Coordinamento" (sic!) e che io mi sarei esposta per carrierismo o chissà quali altri privilegi (in realtà ho solo riempito un vuoto di capacità elaborativa dell'intellighentia associazionistica trans). Anche Luxuria ebbe le sue pesanti critiche perché non avrebbe consultato il Coordinamento su chi doveva essere demandato a collaborare con lei. In realtà Luxuria aveva chiesto da mesi al Coordinamento documenti e proposte che non arrivarono mai. Quando Luxuria si lamentò con me del fatto, solo in quel momento mi offrii. Ma ad una condizione: che il mio nome non dovesse mai uscire fuori all'interno del "Gotha" associativo trans. Conoscevo "le mie pollastre" e prevedevo cosa sarebbe successo. Infatti poi il mio nome venne fuori (non da me, non da Luxuria ma da una persona che sapeva interna alla di allora Crisalide) e quanto prevedevo accadde puntualmente. Forse peggio di quanto mi aspettassi, ma accadde (anche se i verbali furono poi ripuliti da questi eccessi, ma non totalmente).
E' buffa la vita. Io fui forse l'unica presidente di Associazioni Trans italiane a NON dare la mia preferenza a Luxuria quando si presentò candidata.
Ritenevo che Rifondazione Comunista si fosse comportata male dopo che Bertinotti aveva scritto che l'Associazionismo Transgender (e gay e lesbico) doveva essere protagonista anche nelle liste del suo partito. Ritenevo che Luxuria da troppi anni si era allontanata dall'associazionismo di "base", dal contatto con le tante diverse realtà transgender (non solo quelle della Mucca Assassina)... Insomma la ritenevo più un "personaggio" che una trans in grado di dare un contributo alla nostra fame di diritti. Fu eletta e da quel giorno presi atto delle cose. Ebbi un primo abboccamento con lei e nel giro di poco tempo modificai drasticamente le mie idee. Certo era pur vero che non era aggiornatissima sulle nostre istanze, ma aveva due qualità piuttosto rare sia in ambito "dirigenziale" dell'Associazionismo LGBT, sia in ambito politico che sopperivano più che egregiamente a questo "problema" : umiltà e voglia di prepararsi al meglio.
Fu così, che già prima della questione pdl, io mi resi disponibile a fornirle tutto il materiale che la di allora Crisalide aveva acquisito come conoscenze, istanze ecc.. Lei ne fu felice e non solo. Lesse e imparò le questioni sulle quali non era più aggiornata ad una velocità incredibile. Sia chiaro... Vladi pensa con la sua testa... Semplicemente le mancavano alcuni dati. La gestione degli stessi è stata poi sua, integrata alle sue conoscenze e capacità. Il mio ruolo è stato quello di supporto informativo. Nient'altro... (scherzosamente mi ha definita la sua Wikipedia transgender) almeno fino al pdl dove ho avuto un ruolo più propositivo (ma comunque sempre con la sua ultima parola e l'ultimissima dell'Ufficio Legale del suo partito).
Per me Luxuria è stata una delle più belle sorprese che ho ricevuto nei miei anni di militanza. Anni in cui ho avuto forse più delusioni che entusiasmi, rispetto a tanta "dirigenza" trans. Da lei non ho ricevuto né soldi, né altro tipo di "pagamento". Nessuna contrattazione di vantaggi per me o per l'Associazione. Nessuna "candidatura" o ruolo nel partito (almeno fino ad oggi e per mutua e reciproca convinzione). Enttrambe abbiamo collaborato senza altri fini che non riguardassero il miglioramento della qualità di vita delle persone trans. Tutto questo lavoro e consultazione reciproche è avvenuto per email o per telefono. Da qui è nato il reciproco desiderio di guardarci in faccia, di parlare "tete a tete" (tette a tette, se preferite!).
Mirella Izzo, Vladimir Luxuria, Chiara Masini
7 marzo 2008: da sx a dx: Mirella Izzo, Vladimir Luxuria, Chiara Masini
Tornando al resoconto, questo incontro tanto atteso è finalmente accaduto il 7 marzo e poi si è replicato l'8 marzo per la "celebrazione mondiale sui diritti delle donne" nota ai più e al sistema industriale come "festa della donna".
Una cena di finanziamento avvenuta dentro una sede di Rifondazione Comunista il sette sera, è stata la prima occasione per "sentire" quel che prima erano opinioni o pensieri. Una serata per me e la mia compagna Chiara molto piacevole. La sede era ovviamente piena di molta eterogenea gente. Molti comunisti di "vecchio stampo" che erano anni che io non vedevo dopo i "cambiamenti" del PCI e delle sue mutazioni successive in PDS, DS ed infine "Democratici". Molte bandiere rosse con le insegne delle sedi del PCI. Molte persone anche anziane. Il fatto che più mi ha colpita al cuore è stato vedere queste persone educate nel passato sicuramente alla totale incomprensione verso i Diritti Civili di minoranze come la nostra, avvicinarsi a Luxuria, darle la mano, complimentarsi per il suo lavoro, chiederle una "foto ricordo". Non solo... essendo state, io e Chiara, invitate da Luxuria, analogo atteggiamento abbiamo ricevuto anche noi... Ed anche i nostri piccoli contatti affettivi (qualche bacio in bocca) è passato nella totale accettazione di queste persone che parlavano in genovese stretto: fra loro molti operai, portuali e operaie e casalinghe. Categorie che fino ad una decina d'anni fa erano ben poco sensibili alle "diversità" in ambito sessuale, arricchite da questa rivoluzione culturale. L'apertura mentale di queste persone, abituate da decenni alla lotta per altri diritti, è stata una piacevolissima esperienza. Verificare quanto sia stato tutto sommato facile per loro comprendere che i diritti sono o tutti o nessuno, mi ha fatto pensare molto. Molto anche alla chiusura mentale di altre fasce di popolazione: dell'intellighetia, degli intellettuali, dei giornalisti (con qualche rara eccezione), dei politici. Emozionante esperienza. Cose che magari potevo intuire, sapendo quanto Luxuria è amata fra la base del suo partito, ma che a vederle e "respirarle" ha fatto tutto un altro effetto.
Il Giorno dopo, di pomeriggio, al Museo di Sant'Agostino, un importante dibattito organizzato dall'Associazione "Usciamo dal Silenzio". L'otto marzo a parlare di prostituzione. Un atto tanto coraggioso quanto ignorato dai media locali, nonostante la presenza di un onorevole del nostro Parlamento.
Anche in questa circostanza ho avuto modo di sentire quel che da un po' avevo capito intellettualmente. Il pubblico era davvero tanto per la capienza della sala. Sicuramente più di cento persone. Quasi (ma non) tutte donne di ogni età e ceto. Molte femministe storiche e nuove, molte lesbiche. Dopo l'interessante intervento della Sociologa E. Abbatecola, dell'Università di Genova è stata la volta di Luxuria. Il suo intervento è stato un qualcosa che probabilmente anche solo 5 anni fa sarebbe stato vissuto con molta diffidenza dal pubblico in gran parte femminile a causa del fatto che avrebbe avuto difficoltà a riconoscere in lei una donna come loro, nella sostanza. Un lungo excursus storico sulle violenze contro le donne, fatti e commenti sulla deprivazione di diritti delle donne nel mondo. E ovviamente poi anche il tema della prostituzione. Più volte è stata interrotta da applausi a scena aperta e soprattutto la sensazione che il pubblico femminile non percepisse la minima distanza fra lei, transgender, e loro, donne nate tali. Forse proprio a causa di questa bella novità che però si manifestava verso una persona nota, in qualche modo famosa, e a causa del tempo a disposizione per la sala che scarseggiava, il mio intervento (tagliato del 90% per dare spazio ad altre persone rispetto agli appunti che avevo preso) si è fondamentalmente basato sui temi che a me stanno più a cuore. Ho scelto di non parlare dell'epifenomeno prostituzione (sul quale peraltro avrei avuto da dire), ma delle origini che a mio parere hanno determinato tutte le discriminazioni contro le donne: il maschilismo, la cultura maschilista.

L'intervento di Mirella Izzo
E mi sono soffermata sul rischio di un maschilismo inconsapevole introiettato da parte di una certa quantità di donne "vendute" inconsapevolmente (o per stato di necessità.. si deve pur mangiare) alle logiche di una economia scritta al maschile e quindi assorbite ai valori della concorrenza e dell'emarginazione, del denaro come metro di valutazione del valore di una persona, rispetto al valore dell'inclusione e del "taking care", che appartengono storicamente, culturalmente e forse anche fisicamente, alle donne.
nfine mi sono permessa di appellarmi affinché tutte le donne presenti comprendessero l'importanza dell'apporto transgender (specie MtF, ma non solo) alle cause della donna. Proprio le nostre "differenze" sono un patrimonio strategico a disposizione del movimento femminista ed anche lesbico. Non sia solo la pur bravissima Luxuria ad essere considerata "pari", ma che cadano tanti separatismi ancora presenti sia in ambito femminista, sia in quello lesbico, verso le persone come me e Luxuria. Noi siamo una risorsa e non spie maschili. Semmai lo siamo state quando vivevamo, costrette dalla biologia, a vivere da "maschi" fra "maschi". Là siamo state, nostro malgrado, agenti femminili in "copertura" e la copertura era l'apparenza maschile dei nostri corpi. Mentirei se non dicessi che anche il mio intervento ha ricevuto molti applausi.
Un otto marzo delle donne, a Genova, in cui, forse per la prima volta, l'apporto di donne transgender è stato trainante nell'elaborazione del senso di questa giornata, del senso identitario di donne.
Un enorme ringraziamento va anche alle donne associate in Usciamo dal Silenzio che coraggiosamente hanno fatto una scelta che poche altre avrebbero fatto, sia per il tema trattato, sia per la scelta degli ospiti. Una bella esperienza di vita, un bel momento politico, un bel ricordo da conservare nel cuore.
Mirella Izzo
presidente AzioneTrans
Genova, 9 marzo 2008

La nostra Glasnost (AzioneTrans)

LA NOSTRA GLASNOST (trasparenza)
LEGGE MANCINO: SOTTO ATTACCO L'INSERIMENTO DELLA
IDEALI, IDEOLOGIE, POLITICA E "PERSONALE"
LE DIFFICOLTA' E SOFFERENZE DI CRISALIDE

DISCLAIMER: questo intervento della presidenza onoraria di Crisalide precede l'Assemblea Straordinaria di rifondazione prossima ventura dell'Associazione e pertanto rappresenta il punto di vista di chi scrive e che sarà oggetto di dibattito nel corso della stessa Assemblea
Soltanto chi arriva su queste pagine per la prima volta e trova una mole di oltre 500 pagine tutte dedicate al transgender, ai servizi, alle battaglie politico/sindacali, ai testi di riferimento del movimento transgender, ma non ha mai seguito l'andamento continuo dell'Associazione può oggi non accorgersi che Crisalide sta attraversando un momento delicato e - con la franchezza che ho sempre cercato di usare in rispetto di chi legge - per certi versi, critico.
Il tutto in un panorama associazionistico transgender sempre più frazionato e poco unitario.
Non basta darsi un nome di Coordinamento per arrestare questo processo. Un coordinamento è tale nella realtà solo quando vi è rispetto reciproco di ogni singolo componente (associazione) e quando vi è un progetto ideale con una base comune e quando manchino logiche di supremazia o annessione.
Purtroppo tutta Crisalide ha sperimentato che il cosiddetto Coordinamento Trans non ha avuto nessuna delle caratteristiche richieste perché funzionasse in modo dignitoso, rispettoso, non ideologico. Crisalide si è sempre mostrata come un'Associazione con delle specificità diverse dal resto del panorama dell'Associazionismo Trans. Non per questo si è mai permessa atteggiamenti monopolistici o di scontro con altre Associazioni o con loro rappresentanti. E' sufficiente scorrere queste stesse pagine per verificarlo. Fino ad un paio di anni fa, molti dei documenti prodotti, dei comunicati stampa, portavano almeno la firma di Crisalide, MIT e spesso CGIL Nuovi Diritti, insieme. Paradossalmente proprio il "Coordinamento" ha ridotto la produzione di materiale realmente condiviso, di una politica che - rispettando le diversità - trovasse momenti e battaglie davvero comuni, realmente condivise, su cui spendersi.
Questo è accaduto perché, a mio parere, l'unità va cercata e non idealizzata come un dogma. Quando questo avviene vi è sempre una parte che tende a dominare sull'altra. Crisalide si è sentita spesso trattata come l'avversario (se non il nemico) all'interno di questo Coordinamento e non come una utile e competente risorsa.
Tutto ciò non spiega il momento critico che sta attraversando la nostra Associazione. Semmai è un monito a favore della trasparenza come dato imprescindibile per intraprendere qualsiasi discorso di unità, ed infatti, per le ragioni sopraddette il danno ha riguardato tutto il movimento transgender, non (o non solo) Crisalide. C'è quindi dell'altro - specifico - che si sovrappone ad un quadro generale mai così in basso negli ultimi 10 anni.
Quando ho scritto "Crisalide è diversa dal resto dell'Associazionismo Trans", non ho voluto marcare un territorio, ma più semplicemente (ma anche più complessamente) constatare che per ispirazione ideale, scelte di politica transgender, modus operandi, rapporto con i nostri soci e con l'esterno, democrazia interna e molte altre "cose" - pur lavorando spesso per progetti analoghi - l'animus di Crisalide è stato spesso diverso e come tale determinava modalità espressive diverse.
Queste diversità hanno fatto di Crisalide un'Associazione unica in Italia. Non è neppure possibile fare paragoni fra le produzioni in tema, sia di politica generale, sia di dibattito, informazioni, proposte concrete, fra Crisalide ed il resto del movimento T* italiano. La mole di documenti prodotta è enorme e talvolta ha determinato cambi di agenda politica di tutto il movimento LGBT italiano. A volte abbiamo dovuto persino lottare contro posizioni di altre ass.ni transgender, come nel caso dell'abbandono della richiesta della "piccola soluzione" e a favore di una legge all'inglese (o alla spagnola) o, anche, come per la situazione dei protocolli di diagnosi e cura vigenti in Italia per la cosiddetta "disforia di genere" - la "patologia" impostaci per poter avere una seppur parziale copertura del SSN.
Non abbiamo mai creduto che fosse salutare per un'Associazione che difenda i diritti delle persone "trans", costituire in proprio consultori finanziati dalla politica. Lo abbiamo sempre considerato un "conflitto di interessi". Abbiamo un SSN e ci siamo battuti e ci battiamo perché funzioni anche per noi attraverso strutture pubbliche.
La nostra battaglia per cambiare i protocolli di diagnosi e cura italiani, a favore di quelli internazionali (che sta iniziando ad avere successi anche clamorosi), Crisalide l’ha potuta portare avanti facilmente anche perché non gestisce direttamente strutture sanitarie o consultori. Chiedere che per la diagnosi non debba essere obbligatorio un periodo coatto e prestabilito di almeno sei mesi (ripetibili) di psicoterapia (o come lo chiamano per mascherarlo "accompagnamento psicologico"); sostenere che debba essere ritenuta sufficiente una diagnosi psichiatrica che fondamentalmente escluda patologie psichiatriche che minino la capacità di intendere e volere, così come prevedono i protocolli internazionali, significa ridurre drasticamente il periodo di "latenza" e di "permanenza" delle persone "disforiche" presso i centri o consultori che seguono le persone transgender. Ridurre questo tempo è un obbiettivo fondamentale per le persone disforiche e quindi per Crisalide, ma costituirebbe un potenziale problema per strutture in proprio, che vedrebbero in questo modo ridursi i finanziamenti.
Inoltre, pur non simpatizzando con una destra italiana filoclericale o postfascista che di noi ha opinioni irripetibili, come Associazione (ovviamente i singoli soci non perdono il diritto di partecipare attivamente alla vita politica come meglio credono, stando in Crisalide) non abbiamo mai voluto fare una scelta finale e definitiva verso il partito x o quello y, o il movimento "no global" o altri antagonismi sociali. Ogni volta che si sono presentate delle elezioni, abbiamo valutato programmi e intenzioni, abbiamo contattato quei partiti che dichiaravano di volersi occupare delle nostre tematiche e problematiche e - conseguentemente a queste verifiche - dato delle indicazioni di voto. Non che questo ci abbia riparato dalla possibilità di errore, ma di certo se è accaduto è stato perché siamo stati ingannati fra promesse ed impegno reale profuso. Non per questo abbiamo chiuso le porte a quei partiti che abbiano sinceramente voluto aiutarci e aiutare la causa che portiamo avanti. Lo dimostrano le nostre azioni compiute anche nel passato recentissimo. Abbiamo collaborato con il PdCI per la detassazione delle procedure legali di rettificazione anagrafica, ho personalmente lavorato per mesi sul testo del pdl Luxuria (Prc), pur essendo, il testo finale elaborato dall’onorevole, in alcune parti diverso da quello da me proposto, abbiamo dato indicazione di voto a favore della Rosa nel Pugno quando ci è sembrato mettesse in primo piano le battaglie per leggi di cui abbiamo bisogno (anche se in questo caso ci siamo poi resi conto di avere almeno parzialmente sbagliato analisi).
Abbiamo collaborato con decine di associazioni e movimenti anche politici, senza mai però decidere di appartenervi o rinunciare al diritto di critica (come è stato il caso del movimento "Facciamo Breccia").
Un ideale di fondo che è ben scritto nel Manifesto AzioneTrans, ma anche un forte pragmatismo nella politica reale. Siamo e ci siamo sempre sentiti più un "sindacato" che un "partito" e come tale abbiamo cercato di spegnere la sete di diritti delle persone transgender italiane, laddove ci è sembrato di trovare risposte adeguate. Senza un "colore" di fondo, se non l'arcobaleno LGBT e i mandati statutari (politicamente chiari).
Eppure oggi, a distanza di otto anni dalla sua fondazione ed incredibile crescita, Crisalide sta attraversando una crisi.
La risposta non è difficile da trovare e sta proprio nella costituzione ideale dell'Associazione. Crescendo la diffusione territoriale e numerica di Crisalide, è diventato via via più complesso trovare soluzioni che garantissero contemporaneamente la massima trasparenza e uno spirito realmente volontaristico. Inoltre l'improvvisa indisponibilità - nel 2006 - di 2/3 dei soci che guidavano l'associazione (Matteo Manetti e Davide Tolu) e la mia disponibilità soltanto "virtuale" e di pensiero, dovuta, quest'ultima a noti problemi di salute, hanno costretto ad un'accelerazione di rinnovamento dei "quadri". Un'accelerazione forzata prima che si fosse formata una nuova "leva" in grado di conoscere ed utilizzare tutti gli strumenti che erano patrimonio dell'associazione e delle singole esperienze poltico-sociali precedenti di chi aveva dato vita a Crisalide, hanno contribuito a far emergere difficoltà sia di gestione politica, sia di etica interna a Crisalide.
Prima di analizzare, però, perché proprio nel nostro stesso modo di essere associazione è sorto il terreno in cui sono nati i nostri problemi (risolvibili ma attualmente complessi) credo sia importante ricordare anche i risultati che questo stesso modo di essere ha portato alle persone trans italiane (residenti o domiciliate in Italia) fino ad ora. Altrimenti dovremmo semplicemente cambiare le nostre specificità, abbandonarle ed adeguarci ad un modo di far politica che non ci appartiene e facilmente reperibile altrove.
Come già ricordato, Crisalide ha proposto e ottenuto la detassazione delle istanze per la rettificazione sessuale nei Tribunali (finanziaria 2000), sebbene questa vittoria ci è stata poi scippata parzialmente da successive finanziarie.
Crisalide - inizialmente da sola e ancora oggi con alcuni dissensi di altre ass.ni (Libellula di Roma) - si è battuta per abbandonare false soluzioni al problema "documenti" (la già citata "piccola soluzione") e spingere per una nuova legge che si ispirasse ai modelli inglese e/o spagnolo ed il risultato è stato che fino a ieri (non potevamo prevedere la crisi di Governo attuale) sono stati presentati ben tre progetti di legge che in diversa misura raccolgono queste istanze (di cui uno con un diretto coinvolgimento della sottoscritta in funzione di “esperta” e “ghost writer” del pdl) e nessun progetto di legge che invece (ri)proponesse la piccola soluzione. Certo un pdl se non viene calendarizzato resta lettera morta, ma comunque segna un passo in avanti importante verso il parlamento e – comunque vada a finire l’attuale crisi di governo – vigileremo perché questi siano o ripresentati e calendarizzati al più presto nella prossima ormai probabilissima legislatura. Prescindendo per un attimo da ciò che sfugge alla nostra possibilità di intervento (quale una crisi di governo), possiamo comunque dire di essere almeno passati dalla richiesta di una elemosina (quali erano le ipotesi di solo cambio di nome, senza cambio di "identificativo di genere" all'anagrafe in assenza di operazione chirurgica sui genitali), ad una richiesta di diritti che derivano sia dal movimento culturale transgender, sia dalla conoscenza più approfondita che anche la scienza ha verificato su sesso, genere e identità di genere delle persone (ed anche degli animali).
Crisalide ha discusso e portato – sin dal 2001 - almeno un Centro Nazionale importante quale è il DISEM di Genova, all'adozione di protocolli internazionali che non stabiliscano una psicoterapia coatta, come invece accade per i protocolli italiani Onig. Una mossa che oggi sta dando i suoi frutti. E' bastato far sapere che è possibile in Italia trovare un Centro che non metta il destino delle persone, nelle mani delle opinioni personali e spesso arbitrarie, di uno psicologo per anni senza un "si" o un "no", quindi senza una diagnosi, perché decine e decine di persone transgender emigrassero da tutta Italia verso Genova. Questo flusso migratorio ha però determinato un precedente importante. I Centri con protocolli "Onig" hanno iniziato a subire una emorragia di consensi. Senza l'intervento di Crisalide (vedi lettera al Ministero della Salute e agli Ordini di medici e psicologi) però sarebbe stato gioco facile per i tanti centri Onig attaccare il Disem e i protocolli internazionali che segue, con l'assurda accusa di favorire la transizione (come fossimo "di default" persone incapaci di intendere e di volere!). Le nostre ragioni hanno impedito il propagarsi di queste accuse e non solo. E' notizia recente che anche uno dei Centri più grandi d'Italia, il Saifip di Roma, sta per abbandonare i criteri "onig" per abbracciare quelli WPTAH (internazionali), già da anni in uso al citato Centro genovese).
Infine, gli unici documenti del movimento LGBT italiano unitari includono tutti la partecipazione attiva alla costruzione degli stessi e non una semplice firma per adesione...

Questa è la politica di Crisalide: creare esempi positivi e favorirne la propagazione, non fermarsi ad uno "status quo" vecchio di decenni e che favoriva solo le lobby psicologiche e non "i pazienti" transgender.
Credere nei gruppi di Auto Aiuto veri (con personale pari e preparato con corsi ufficiali al ruolo di facilitatore dei gruppi) è stata un'altra caratteristica propria di Crisalide che ha dato grandi frutti e aiutato realmente centinaia di persone ad uscire dall'isolamento, a raccogliere informazioni, a chiarirsi le idee, a scegliere la via migliore per la propria realtà.
Credere nell'informazione "povera" del web, piuttosto che quella - teoricamente più nobile ma meno accessibile - del libro, è un altro specifico di Crisalide. Il web perché offre strumenti gratuiti di informazione ed interattività, perché basta andare in un internet point per accedere alle informazioni piuttosto che cercare libri - peraltro spesso costosi e difficilmente reperibili nelle librerie, quasi mai esposti in vetrina, quasi sempre sconosciuti ai librai se non sai riferire esattamente titolo, autore ed editore (e magari codice ISBN).
Crisalide i propri libri li ha scritti (gratuitamente) su web e - per quanto riguarda le mie modeste produzioni - esse torneranno presto on line, se la prossima Assemblea non stravolgerà totalmente il senso per cui Crisalide è nata. Come primo passo, da oggi è disponibile per la prima volta la settima ed 'ultima versione del Manifesto AzioneTran, in formato "e-book" scaricabile gratuitamente per tutti.
Altre cose meno visibili hanno fatto la differenza fra Crisalide e altre Associazioni. La mailing list dei nostri soci non è mai stata una sorta di newsletter che dall'alto informa i soci e che mal sopporta gli interventi – anche critici – dal basso, ma una vera lista di discussione dove i soci hanno sempre potuto partecipare e talvolta hanno anche preso decisioni attraverso lo strumento del "polling". Una lista dove la presidenza e "l'ultimo dei soci" avevano pari dignità di parola e di ascolto. Dove la critica era sempre legittima, se motivata e dove le varie "dirigenze" non potevano sottrarsi al dibattito o alle critiche. Trasparenza totale contro la logica del "i panni sporchi si lavano in famiglia", così diffuso in Italia.
Inoltre siamo stati fedeli alle proposte culturali del movimento transgender internazionale che arricchisce il panorama delle identità umane possibili e rivendica le pari opportunità per TUTTE le diverse identità di genere e di espressione di orientamento sessuale ed affettivo. Certo quando dico "tutte", intendo ovviamente anche chi si sente in perfetta sintonia con il proprio genere assegnato, con il proprio ruolo nel genere assegnato e chi è eterosessuale. La diffusione della cultura "two spirits", ereditata dalla saggezza delle popolazioni indiane d'America, è stata una priorità di Crisalide per far comprendere come la nostra presenza nella società possa essere non solo accettabile, ma addirittura utile per tutte e tutti. Non per questo abbiamo mai voluto diffondere una sorta di “superiorità” razziale delle persone transgender rispetto alle altre. E se questo è avvenuto da parte di persone appartenenti o rappresentanti di Crisalide, beh, oggi non ne fanno più parte! Niente razzismi capovolti in Crisalide.
Molte cose "dimentico" e che hanno costituito l'essenza di Crisalide, quali la non ricerca di "fondi" presso enti nazionali o europei se non quando aprivano degli spazi alla realtà dell'identità di genere, come è stato per il progetto Equal "EMDGS", al quale abbiamo deciso di aderire solo dopo aver posto la condizione che si inserisse - fra le differenze - anche l'Identità di Genere dimenticata dalla UE e dai primi propositori del progetto. Oggi abbiamo un docente transgender in questi corsi di Golden Standard sulle differenze che si rivolgono a datori di lavoro, ai dirigenti delle risorse umane aziendali, alle università dove si formano i futuri dirigenti aziendali, per spiegare gli specifici di una realtà ben meno conosciuta rispetto all'handicap o all'orientamento sessuale: quella della transizione da maschio a donna o da femmina a uomo.
Eppure, proprio queste regole ideali e non ideologiche che ci hanno fatto fare tanta strada ed avere tanto consenso, sono le stesse che oggi ci piegano ad un passaggio critico.
Il volontariato puro, il ruolo delle dirigenze in Crisalide inteso come responsabilità (responsabili sono le definizioni da noi usate per chi si assume l'onere di una qualsiasi autonomia decisionale), servizio e non potere (quindi la contestabilità legittima, se motivata, da parte di chiunque fosse soci*), la sfida totale contro ogni possibile formazione o facilitazione verso uno sviluppo egoico del proprio ruolo, contro ogni possibile "famiglia" da difendere che sovente nasce quando si formano anche i più piccoli centri di potere, centrali o locali, contro ogni forma di gerarchia fra sedi, contro ogni forma di "separatismo in casa" che porta alla fine a non sapere più "la mano destra cosa faccia la mano sinistra" e viceversa.
Per "starci dentro" comodamente su questo letto con più spine che petali profumati, bisogna avere una formazione culturale e una solidità psicologica non facile da trovare.
Il tutto in un panorama di una minoranza estrema, con problemi estremi.
Non obbiettivi politici o strategici (o non solo) hanno via via creato alcuni mal di pancia in Crisalide, ma più semplicemente il senso dato al proprio ruolo nell'associazione. Ci sono modi e modi di "fare servizio". Quello di Crisalide non chiede in cambio asservimenti psicologici verso l'associazione o chi la rappresenta. Un qualsiasi responsabile di questa associazione, legittimamente può aspettarsi che l'utenza che serve gratuitamente possa iscriversi e diventare socia. Niente di più. Nessuna riverenza o coorte può e deve circondare chi in Crisalide ha ruoli di gestione. Non per sadismo, ma perché quando si formano "clan", "coorti" legate al servizio svolto, alla fine vi sono appunto fornitori e servitori, padroni e servi (anche solo psicologici). Noi siamo per la liberazione dell'essere umano da ogni forma di controllo dell'uomo sull'uomo, perché gli scambi di cose, di affetti, sentimenti, ecc. siano liberi e liberati da ogni tipo di dovere di riconoscenza. Facciamo un servizio, non siamo "madri(ne) o padri(ni)" delle persone transgender che supportiamo.
I soci fondatori di questa associazione rivendicano la specificità di Crisalide allo stremo e hanno giocato una partita dura perché questo spirito iniziale non cambiasse e non cambi in futuro. Ad ogni costo. Anche quello di "perdere qualche pezzo". E' la qualità che ci ha fatto diventare una grande associazione e sarà sempre la qualità a renderci tali in futuro (o piuttosto lasciar cadere un esperimento forse troppo avanzato?), a prescindere da momentanee flessioni o impennate di consenso, dovute a fatti contestuali, liti da condominio, famiglie da difendere.
Oggi la ex sede di Milano di Crisalide ha fondato una nuova associazione lombarda. Lo ha fatto a pochi mesi dall'avere ricevuto la fiducia dell'Assemblea Nazionale perché "Milano" costituisse il "Direttivo" di tutta l'Associazione e quindi del suo spirito, dei suoi ideali, dell'unità di tutti i territori dove l'Associazione è presente.
Purtroppo mentre venivano candidati gli eleggibili, alcuni degli stessi, postavano, in un forum extra associativo, messaggi che esprimevano idee di superiorità razziale delle persone transgender rispetto alle altre, lanciavano pesanti accuse di stupidità umana verso chi di noi intenda la transizione come un passaggio netto e radicale da un estremo all'altro rispetto alle possibili varianti dell'Identità di Genere. Il tutto condito da minacce contro Crisalide stessa. Purtroppo queste cose sono state note a tutti ad elezioni avvenute. Alla richiesta di fare un passo indietro, dimettendosi dalla carica di Consigliere Nazionale almeno da parte di chi aveva promosso forum e scritto post quantomeno dal sapore razzista contro le persone non transgender (quindi anche contro le persone che si definiscono transessuali e hanno una visione binaria di sesso e genere). Contro le persone, ribadisco, e non, dialetticamente, contro le loro opinioni; cosa che sarebbe invece stata legittima.
Questa richiesta in primis mia personale, seguita a ruota dal resto della militanza di altri territori e di una parte della stessa Milano, di convincere due soli consiglieri su sette a dimettersi, ha ricevuto un secco no da parte della ormai ex presidente eletta da poche settimane e - compattamente - da tutto il neo eletto Direttivo Nazionale, in una logica che a molt*, tropp* è sembrata di difesa aprioristica del proprio "clan", senza accettare di entrare gran che nel merito della questione.
Non si poteva rendere tutta Crisalide (che non è solo a Milano) ricattabile in qualsiasi momento, in qualsiasi dibattito pubblico dove sosteniamo la liberazione dal modello genderista ed eterosessista, per una libertà globale dell'individuo, con l'accusa di avere fra i nostri rappresentanti nazionali persone che hanno per mesi propagandato una sorta di super razza trans in un forum che si era fatto pubblicità (e spam) proprio sul forum di Crisalide. Ce ne sarebbe stato abbastanza per una espulsione a norma di Statuto, ma fu chiesto solo un passo indietro almeno per la durata di un mandato. Dopo il no - ribadito più volte nonostante il massimo possibile della dialettica per far comprendere il danno che determinava il difendere un ruolo di rappresentanza dato a persone che avevano tradito lo spirito stesso di Crisalide, il suo sentire comune, le sue fondamenta ideali - si è proposta un'Assemblea Straordinaria dove chiarire il tutto. Neppure questa proposta è stata accettata. Del resto la gestione lombarda della ex sede di Crisalide ha recentemente avuto connotati "autonomisti" piuttosto forti. Crisalide Milano quasi fosse una cosa diversa dal resto di Crisalide (diversa e migliore?).
Il resto è cronaca (seppur oscura(ta) ai più). Annuncio di dimissioni da parte del Direttivo milanese, senza però compiere l'atto dovuto finale di indire la nuova Assemblea dopo le dimissioni (con ciò creando volutamente problemi procedurali a chi voleva continuare in Crisalide) e la formazione di una nuova associazione dal nome che richiama un triste ventennio del nostro paese ed il terrorismo post fascista dell'Italia repubblicana.
Collaboreremo? Presto per dirlo ora. Quando ci si separa lo si può fare in tanti modi: in pace o strappando - prima di uscire - tutta la tapezzeria di casa. Senza l'atto finale di remissioni nelle mani dell'Assemblea Nazionale del proprio mandato, l'ex presidente di Crisalide e tutto il resto dell'ex Direttivo, hanno, fino ad oggi, stracciato la carta e rotto quanto più fosse possibile, i mobili. Certo esiste una via d'uscita legale ed il modo di non far mancare lo spirito di Crisalide (anche a Milano). Ma il "dispetto" resta – ci ha fatto perdere molto tempo – e non può non lasciare strascichi.
Aver linkato il nostro sito sul loro nuovo web, non lo consideriamo un atto di pace. Non metterlo, nella sezione delle ass.ni transgender italiane, sarebbe un falso storico, non una cortesia averlo aggiunto. Noi considereremo amichevoli i nostri rapporti solo quando da parte di chi ha liberamente scelto di andarsene, saranno compiuti quegli atti dovuti che non trasformano una separazione consensuale in una concorrenza dispettosa e pure poco leale.

In ultimo ho una cosa da dire a chi, leggendo, si stesse o si fosse già scandalizzat* per quanto accaduto o vedesse smitizzato il nome di questa Associazione. L'unica vera differenza fra le cose che avete letto qui e quanto avviene in altri ambiti, è che qui, ancora una volta, laviamo i panni sporchi in pubblico. La "gente" deve sapere. Da altre parti, troppo spesso in questi anni, ho visto sorrisi finti davanti e stilettate alle spalle dietro. Nel movimento LGBT è in atto da anni una lotta di poteri che non si è ancora trasformata in diaspora per motivi meramente tattici. Quel che è accaduto in Crisalide - a confronto - è ben piccola cosa. Ma sembra grande perché siamo i primi, noi, a volerla rendere nota.
E non posso nascondere che persino questo documento ha subito un lungo stop e il bisogno di un disclaimer iniziale perché ancora ora c'è chi pensa a Crisalide in termini "politici" di "piazzamento" o "gradimento/isolamento" nell'ambito delle comunità transgender o LGBT.
Opinioni smentite dalle decine di mail e telefonate che ancora giungono alla sottoscritta per richieste svariate di aiuto o informazioni (e così come accade a me accade ad altre persone di Crisalide). Secondo noi a costoro e solo a costoro dobbiamo rendere conto delle nostre azioni e comportamenti (approfitto per scusarmi con chi si sia recentemente rivolt* a me senza ricevere risposta... Ora forse il motivo è più chiaro ed in ogni caso prometto di tornarci sopra al più presto).

Ed ora, date le spiegazioni che sentivo di dovere a chi ci segue e a chi ha creduto in questa Associazione (senza atti di fede perché non ci siamo mai sognat* superpoteri che non abbiamo), non resta che rimboccarsi le maniche e ripartire, rifondare, anche se con una ferita. Rimarginerà. E questo è anche il momento giusto per chi fino ad oggi magari è stat* alla finestra a guardare, per iniziare a contribuire a dare forza alle nostre idee - se le condivide - magari passando prima per una lettura approfondita del nostro Manifesto.
Arrivederci a tra un mese o poco più, all'Assemblea di Crisalide, forse la più importante della sua storia decennale.
Genova 15 gennaio 2008
Mirella Izzo

domenica 25 maggio 2008

AUTOBIOGRAFIA

Autobiografia 1959 - 2000
DISCLAIMER

L'autobiografia, per il 1999 è stata scritta alla fine di quello stesso anno, con alcune revisioni effettuate nel 2006 (in rosso) in attesa di una rivisitazione attualizzata (e c'è proprio molto da attualizzare!)
Volli racontare la mia esperienza personale riguardo la mia "Identità di Genere", la mia infanzia, la mia transizione. Molte delle cose immaginate o progettate in queste pagine non sono poi accadute. La vita ci sorprende sempre, nel bene e nel male.
Se la mia vita precedente alla transizione - autobiograficamente piena zeppa di eventi, storie ai limiti del verosimile - non ha una grande essenza da raccontare, gli anni dal 1998 ad oggi - pur con minor numero di "accadimenti" - possiedono una profondità che richiede un po' di tempo per essere raccontata degnamente. 
L'autobiografia per l'anno 2001 è invece stata "ricostruita" a memoria, nel 2006

Il tempo: giusto quello che faccio molta fatica a trovare proprio a causa di quanto avvenuto dal 2000 ad oggi, ovvero il non raccontato. 
Prima o poi, spero di terminare il lavoro, attualizzandolo di tanto in tanto.

Autobiografia 1999 (revisionata in rosso, marzo 2006)              

       
INFANZIA

       
"Fin dall'infanzia amavo sentirmi una bambina e vestivo gli abiti di mia madre…." …No.. non funziona… sebbene così – più o meno – inizino le biografie di quasi tutte le amiche e sorelle sul web… questa NON è la mia storia… Mentirei a me stessa e a voi…
In realtà io sono stata un bambino ultrasensibile, magrolino (stuzzicadenti, mi chiamavano), di intelligenza precoce (imparai a parlare e a leggere con largo anticipo sulla media – ebbi invece qualche difficoltà in più nell'essere a mio agio nel deambulare, il che è tipico del diverso sviluppo cerebrale femminile rispetto a quello maschile più rapido nell'apprendere "il movimento") e soprattutto molto fragile… In me – è vero - non erano presenti già allora quelle tipiche caratteristiche maschili che differenziano i maschietti dalle femminucce… Non avevo forza fisica, odiavo l'imporsi violento (le tipiche scazzottate tra bambini), ero un bambino molto assennato, odiavo tutti i giochi aggressivi e le torture agli animaletti (tagliare le code alle lucertole per es.) che molti miei coetanei praticavano con piacere per conoscere ed esplorare il mondo circostante.  
Ero invece un bambino LOQUACISSIMO. A scuola, nelle elementari ero molto bravo in italiano e comunque sempre tra i primi della classe… Ero anche molto cagionevole di salute e soffrivo di violentissime cefalee… 
Fino ai 6 – 7 anni di età nei giochi con i coetanei avevo grandi difficoltà… Le tipiche manifestazioni aggressive, spesso violente che animano i giochi d'infanzia maschili mi trovavano impreparato e mi ferivano tantissimo. La competitività poi mi mandava letteralmente in crisi. Io mi rifugiavo spesso, piangendo, dalla mamma… che ovviamente mi lanciava i messaggi tipici che si danno ai bimbi maschi: "cosa sei una femminuccia? Vai e fatti valere!", il tutto spesso accompagnato da uno schiaffo, con il risultato finale di averle "buscate" dai coetanei prima e dalla mamma dopo. 
Nonostante tutto questo… io non ricordo di avere mai desiderato in quell'età di essere una bambina… Sentivo il disagio di essere maschio, ne soffrivo ma ero soprattutto un bambino ubbidiente per cui cercavo con tutte le mie forze di accontentare le aspettative dei miei genitori e di costruirmi una identità maschile che – oggi lo so - non avevo, comunque non amavo e che mi costringeva a sforzi innaturali a vere e proprie violenze autoimposte . Ma dato che ero un bimbo molto intelligente ci riuscii… Intorno ai 7 anni la mia famiglia traslocò dal Centro della mia città, verso un quartiere periferico in cui era possibile scendere in strada x giocare… C'era una montagna di bambini e bambine . Tutti insieme a giocare in spiazzi, cortili, strade ed anche qualche prato… Fu in quel periodo che imparai a trasformare le mie debolezze in forza… 
Pur essendo il bambino più magrolino e fragile tra gli amichetti della mia compagnia, divenni molto presto il loro leader… La mia capacità affabulatrice, la mia naturale attitudine ad intuire le psicologie degli altri mi fecero sviluppare una buona abilità manipolatrice.
Finalmente riuscivo in qualche modo (ed utilizzando armi tipicamente femminili) ad essere un buon maschietto agli occhi degli altri e ben piazzato nella stima generale e dei miei genitori. Ma quale immane fatica!!  

        I GIOCHI
         
       
Io adoravo il gioco del calcio, ero anche bravino… Neanche a dirlo le mie capacità maggiori erano già allora una buona visione del gioco e precisione nei passaggi… Non mi interessava tanto fare i gol (pentrare?) quanto gli "assist". Godevo nel preparare le cose più che finalizzarle. Giocavo anche con i soldatini, come un bravo bambino… anche se ricordo bene che ciò che mi appassionava non erano tanto le "guerre" le "sparatorie" (che "regolavo" in quattro e quattr'otto) ma gli scenari e le trame che creavo… Mi servivo di cartine geografiche ed immaginavo paesi conquistati e vincenti.. con tutte le conseguenze politiche per la popolazione… le donne e i bambini.. Incredibile per un bimbo di 6-8 anni? Giuro che è vero. Gli scenari dicevo. Ecco gli scenari erano la base di un gioco bellissimo, che mi faceva spesso venire i brividi e che praticavo prevalentemente con un mio cuginetto. Chiamavamo questo gioco "I film" e consisteva nel creare in tempo reale un film.. una storia nella quale a turno interpretavamo tutti i personaggi.. uomini o donne che fossero. Creavamo delle storie bellissime! 
Ricordo anche una fantasia che facevo intorno ai 6 anni sempre con mio cugino… Lui faceva la mucca nudo ed io il vitellino che succhiava il latte… ed ovviamente le mammelle a cui mi attaccavano erano in realtà il suo pisello… Mi abbandonavo spesso a questo sogno.. ma non ho mai avuto il coraggio di proporlo e di viverlo.
     
 LA PREADOLESCENZA / LE BAMBINE
Da bambino io fui perdutamente innamorato di una sola fanciulla - Cristina il suo nome - e non fui mai contraccambiato
Lei era la più bella, la più corteggiata da tutti (e non si "concedeva" mai a nessuno… e per "concedeva" intendo quei giochi fatti di bacini e carezze tipici degli innamoramenti infantili) ma mentre i miei amichetti si consolavano facilmente con girls più disponibili, io mi struggevo d'amore per lei… Lei era il mio ideale di femminilità.. amavo guardarla, starle vicino e segretamente la invidiavo (pur non pensando ancora me al femminile…). 
 
Lei era bella, regale e si muoveva con grazia… Io un maschietto brutto, sgraziato e infelice. 


         
L'ADOLESCENZA / LE RAGAZZE                    

Ho avuto uno sviluppo piuttosto precoce…. 
Ricordo che la prima volta che eiaculai fu per caso e mi spaventai moltissimo. Avevo 10 anni, forse qualcosa di meno, Ero a letto e mi toccavo e sentivo caldo e piacere.. ad un certo punto uscì il mio primo sperma e io credetti di avere "rotto qualcosa" dentro… Una paura incredibile.. tanto che volevo andare a dirlo a mia madre… Poi prevalse la vergogna. Ebbi un'adolescenza difficilissima… piena di emicranie e di un disagio costante e inspiegabile a cui non sapevo dare un nome.  
Non ricordo felicità in quegli anni. Le ragazze mi piacevano, mi attiravano irresistibilmente ma non ero assolutamente capace di pormi nei loro confronti come di solito le ragazze si aspettano. Ero un ragazzino timido, profondo, assolutamente prematuro rispetto ai miei coetanei ed altrettanto incapace di competere con gli altri maschietti ai loro livelli. Se mi piaceva una ragazza che piaceva anche ad un altro.. beh, per me era finita. Odiavo fare il "galletto", mettermi in mostra, farmi vedere.. Tutte quelle cose che fanno i ragazzi e quindi mi ritiravo di buon ordine. Le mie fantasie non erano quasi mai strettamente sessuali ma romantiche e dolci. Inoltre sognavo di essere io corteggiato, odiando letteralmente ogni sorta di situazione competitiva  

Intorno ai 13-14 anni ebbi però una svolta molto importante nella mia vita. Probabilmente il testosterone in circolo iniziò in qualche modo ad agire in me, seppur in modo distorto, alla fine persino "velenoso", intossicante
Mi ribellai. 
Da bimbo mansueto passai in poco tempo ad essere un "ragazzo" ribelle… Sognavo le comuni hippy, l'amore libero, l'abolizione del concetto del possesso e della proprietà privata… Sognavo un mondo ideale dove la competitività fosse bandita… A 14 anni progettavo già di andare a vivere in comune con i miei amici… Ovviamente non realizzai, ma fui l'unico che provò almeno a contattare qualche agenzia immobiliare…


Sempre a 14 anni scoprii il fascino dell'"allargamento dell'area della coscienza" (per dirla alla Gingsberg)… Il primo fumo che entrò nei miei polmoni non fu una sigaretta ma uno "spinello". Intorno ai 15-16 anni provai anche per una decina di volte l'esperienza con LSD. 
Scoprii la politica e iniziai a 14 anni la mia prima militanza politica: militanza con gli anarchici. Dopo gli anarchici venne il movimento "underground" e "Re Nudo"… e fu proprio grazie a Re Nudo che mi innamorai perdutamente di quello che allora si chiamava Bhagwan Shree Rajneesh e che ora è conosciuto come Osho (Rajneesh). Volevo a tutti i costi diventare sannyasin (arancione) e andare a Poona in India a trovarlo… ma ero minorenne… 
Nel frattempo le mie personali esperienze con le ragazze erano ancora a quota ZERO. Sempre in quegli anni scoprii casualmente l'esistenza del transessualismo attraverso le solite riviste pornografiche… Fu una vera e propria attrazione fatale. Diventai cliente di una transessuale che ero ancora minorenne… Ricordo che lei era molto felice ogni volta che mi vedeva e la terza volta che andai da lei ebbi il mio primo rapporto passivo (su sua richiesta)… Mi piacque molto. Continuai comunque ad avere i miei desideri eterosessuali e a 18 anni ebbi la mia prima ragazza… e fu un mezzo disastro. Per arrivare al mio primo rapporto sessuale completo dovetti aspettare fino ai 20 anni circa.
           
LA GIOVENTU' / L'ESAURIMENTO
                 
Intorno ai 17 anni caddi in un profondo esaurimento nervoso: sindrome d'allarme e depressione ansiosa la diagnosi. Iniziai ad assumere psicofarmaci. Un neurologo di scarsissimo valore (ma oggi è un Professore stimatissimo con parcelle da 150-200 € a visita) mi curò con psicofarmaci a base di Sulpirirde e benzodiazepinici. 
La cosa curiosa è che, di norma, la sulpiride non viene prescritta ai maschietti… Difatti circa un anno dopo l'inizio della terapia ebbi una ginecomastia monolaterale… (mi crebbe una tettina insomma!). Allora, in piena confusione mentale e con ansie che mi impedivano letteralmente di godere di qualsiasi cosa, vissi questa esperienza come in una nebbia sfocata. Ricordo però che ogni tanto guardavo questo piccolo seno (molto dolorante) con una certa tenerezza. In ogni caso, l'esimio psichiatra non mi sospese la cura ma mi fece assumere un prodotto antiprolattinemico. La lotta interiore fra la mia fragilità interiore e la necessità di essere forte e "volitivo" iniziava a diventare significativa dentro di me ed a formare quel mix caratteriale che ancora oggi mi porto dentro. A comprova della mia voglia di prevalere sulle mie debolezze, nel pieno della mia dipendenza farmacologica, a 24 anni riuscii finalmente a prendere il sannyas e divenni discepola di Osho col nome di Swami (prefisso riservato ai maschietti!!) Shanti Prashna (pace attraverso la ricerca). 
L'anno successivo addirittura affrontai un viaggio in assoluta solitudine fino  in Oregon a Rajneeshpuram a trovarlo.  
Tornato dall'Oregon tutto crollò intorno a me… Il mio settennale esaurimento nervoso, tenuto sotto controllo fino ad allora con gli psicofarmaci, crebbe fino al punto di sopraffarmi. Finii ricoverato in una clinica per le malattie nervose… 
Nel frattempo avevo conosciuto una ragazza.. La ragazza più "sbagliata" che potessi trovare per me… ma il mio stato di prostrazione e fragilità fece sì che mi ci attaccai fortissimamente. 
Nella clinica mi torturarono facendomi letteralmente impazzire o quasi e al settimo giorno scappai via senza uno straccio di terapia.
Ero uno zombie.
Coltivando l'amore per questa ragazza, iniziai una psicoterapia che mi aiutò un poco. Un anno dopo, nonostante forti conflittualità nel modo di intendere proprio la vita di coppia, mi sposai. Pochi mesi dopo la rottura del cordone ombelicale con mia madre, quasi magicamente, guarii dalla depressione. Abbandonai gli psicofarmaci presi per 7 lunghissimi anni senza quasi accorgermente.. semplicemente iniziando a dimenticarmene. Da allora non sono  più ricaduto in una crisi depressiva patologica fino ad anni molto più recenti, durante i quali ho dovuto superare prove che penso avrebbero piegato quasi chiunque.


IL MATRIMONIO / LA NASCITA DI MIRELLA
                   
Fu un disastro. Nulla ci univa. Lei cattolica integralista e di rigida morale, io "arancione" ribelle e "amorale"… Lei diffidente e sospettosa, io un "uomo" aperto e quasi vulnerabile… 
Sessualmente ci allontanammo ben presto. Io, da uomo, mi sono sempre stancato presto delle donne dal punto di vista sessuale… Una volta che le "assorbivo" dovevo cercarne altre… 
Il mio "vampirismo" nei confronti delle donne era il primo eloquente segnale del mio "problema di genere".  
Cercavo le donne non per godere dei loro corpi e della loro personalità ma per introiettarle. 
Erano le mie bambole su cui proiettare la mia femminilità (esattamente quello che fanno le bambine giocando). 
Cercavo sempre di convincerle a vestire, truccarsi e comportarsi secondo il mio modello di femminilità e barattavo sempre molto volentieri il mio poterle agire come avrei voluto agire me, con  la gestione della mia mascolinità che ben volentieri adeguavo al desiderio della mia compagna, non avendone una "mia propria". 
La mia innata capacità di comprendere l'intimo femminile mi portava regolarmente ad un discreto succcesso iniziale con le donne le quali regolarmente, agli inizi del rapporto, mi dicevano frasi del tipo "non ho mai incontrato un uomo come te, che sa capirmi così intimamente". 
Questa situazione cambiava però nel tempo e ciò che prima era vissuto come un pregio, presto o tardi diventava un difetto. Regolarmente venivo alla fine lasciato con frasi che mi facevano capire quanto il mio comprenderle a fondo, fosse alla fine un difetto, perché in qualche modo la mia femminilità psicologica metteva in crisi la loro (in fin dei conti ero io la persona bugiarda, loro erano donne etero che cercavano un uomo, un "differente da sé" non solo fisico, ma anche psicologico). 
Inoltre la mia capacità di "vampirizzarle" proiettando su di loro la "mia" femminilità risultava insopportabile. Nessuna persona rinuncia a se stessa per impossessarsi dell'altro. Qualcosa di ancor più profondo accadde durante il mio matrimonio. 
Già dopo un solo anno la mia vita sessuale coniugale era ridotta al lumicino. Lei andava a dormire ed io mi perdevo nelle mie fantasie sessuali transessuali. Collezionavo maniacalmente ogni immagine e video di trans che mi capitava sotto mano. Avevo ormai smesso di frequentare la prostituzione transessuale… Non era il sesso che cercavo ma un contatto umano… una relazione…Il mio desiderio vampiresco si stava spostando… 
Poi un bel giorno, ma non ricordo come accadde, nacque Mirella… 
Iniziai a travestirmi ed a sognarmi donna. 
Lo dissi a mia moglie. 
Lì per lì accetto la cosa (forse per cercare di recuperare un minimo di vita sessuale!), ma presto questo mio desiderio divenne un'ulteriore fonte di distacco. Le cose iniziarono a precipitare e dopo poco tempo mi lasciò. A causa del fatto che la maggior parte delle amicizie erano comuni, ma soprattutto per l'insorgere di una mia personale "crisi" del mio "maschile"   persi contemporaneamente moglie (che un mese dopo la separazione aspettava già un bambino da un altro uomo!) e TUTTI gli amici. Rimasi nella solitudine più nera e assoluta. Mi salvò il videotel, una forma arcaica e primitiva di quello che oggi è internet e le chat di irc.
         
       
IL LUNGO ADDIO (alla mia identità maschile)