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lunedì 15 febbraio 2010

Depsichiatrizzazione in Francia? LA GRANDE BEFFA

DEPSICHIATRIZZAZIONE DELLA CONDIZIONE TRANSGENDER IN FRANCIA?
UNA COLOSSALE, GRAVISSIMA BEFFA

Di seguito pubblico un comunicato stampa molto esplicito sulla palla clamorosa che ci stanno raccontando sulla depsichiatrizzazione della condizione trans in Francia. I media LGBT Italiani pubblicano con gran risalto e tripudio la notizia. Ebbene ecco cosa ne pensa chi subirà il cambiamento francese. Il seguente documento è del "Supporto Transgenere" di Strasburgo che quoto come mio. Se si vuole la depsichiatrizzazione, PRIMA bisogna garantire DOVE verrebbero inquadrate le condizioni "trans". L'ICD 10 dell'OMS parla include le "patologie" che possono essere riconosciute dagli stati membri. Non ci sono solo patologie. Ad esempio la gravidanza ed il parto non sono patologie ma sono incluse nell'ICD 10 come eventi naturali che abbisognano di cure mediche. Anche il "mobbing" è una malattia sociale con conseguenze psicologiche e pertanto sta dentro indirettamente nell'ICD 10. La nostra condizione non è quella omosessuale. Le persone trans, nel 99% dei casi hanno bisogno di farmaci, controlli, chirurgie. Purtroppo la teoria della phd Anne Vitale (e appoggiata da me) di includere la condizione trans nel DSM ma solo come stato d'ansia da deprivazione (sociale) della propria Identità di Genere non sembra che verrà presa in considerazione anche se sembra vi siano leggeri miglioramenti per il futuro (vedi mia nota precedente). Ma attent* a festeggiare l'evento francese e ancora più attenté a NON proporlo al Governo attuale. Ci accontentano in mezzo secondo... e il giorno dopo ci vanno altri a dire alle persone trans che hanno perso quel poco di SSN di cui dispongono:
Di seguito il Comunicato Stampa che NON condivido per le proposte alternative che propone (irrealizzabili, utopiche in questo momento storico come ipotizzare l'anarchismo possibile con gli esseri umani di oggi), ma che certamente spiega cosa sta accadendo in Francia.
Per quanto mi riguarda la strada è uscire dal DSM (o restarci come patologia sociale) ma NON dall'ICD 10 dell'OMS... e far le cose burocraticamente bene per non trasformare una apparente vittoria in una tragica sconfitta (con beffa).
IMHO
Mirella Izzo
Di seguito il comunicato stampa che spiega la situazione reale di quanto stia accadendo in Francia:


*COMUNICATO STAMPA - “Depsichiatrizzazione” la grande menzogna – quando lo Stato francese si prende gioco dei trans.*
(questo testo puo' essere diffuso liberamente)

Il Ministero della Sanita' di Roselyne Bachelot ha appena messo in pratica, il 10/2/2010 [1] cio' che aveva annunciato in pompa magna nel maggio 2009 [2]: eliminare cio' che chiama il “transessualismo” (e che noi chiamiamo la transidentita') dalla lista delle “patologie psichiatriche di lunga durata”, o ALD, secondo la definizione del Codice di Sicurezza Sociale.
Vale a dire dalla lista delle “patologie” le cui cure sono di fatto prese in carico e rimborsate al 100% dalle assicurazioni di malattia, lista che riguarda notoriamente le melattie mentali, che comprendeva notoriamente anche il “transessualismo”.
Come a maggio 09, il Ministero diffonde questa informazione con una campagna mediatica tonante e isterica, sotto elezioni, salutata da istituzioni e persone che parlano al posto delle persone transidentitarie, come se fosse una novita' rivoluzionaria e come se lo Stato francese fosse un campione internazionale di progresso dei diritti delle persone trans.
Oppure, come gia' avevamo previsto dopo l'annuncio del maggio 2009, non e' proprio nulla: no, lo Stato francese non “depsichiatrizza” la transidentita' – la de-rimborsa!

Di fatto priva, con un tratto di penna, un gran numero di persone transidentitarie di qualsiasi forma di rimborso per le cure, senza fornir loro alcuna alternativa, ad es. sotto forma di un ALD
“indefinita”, come fu ufficiosamente promesso nel 2009. E tutto questo senza cambiare alcunche' rispetto alle condizioni invivibili che vengono imposte ai trans da decenni.

Si tratta dunque di una vera e propria menzogna quella annunciata dai media, che “la Francia e' il primo Stato del mondo a depsichiatrizzare il transessualismo”.

La vera informazione del giorno e' che la Francia e' appena diventata uno Stato ancora piu' transfobico di prima: un ennesimo Stato che spinge le persone transidentitarie ogni giorno sempre piu' profondamente nella miseria senza far nulla per i diritti umani, civili e sociali, ne'
contro le discriminazioni che queste subiscono, notoriamente da parte dello stesso Stato francese.

Il Ministero della Sanita' e i suoi servizi, in particolare l'Alta Autorita' della Salute, nel suo rapporto estremamente retrogrado e transfobico dell'aprile 2009 [3], continua a parlare di “disturbo di identita' di genere” ed ad esaltare la supervisione medica, e incluso psichiatrica, delle persone transidentitarie.
Si parla anche di introdurre un “elenco nazionale dei transessuali”:
sinistri ricordi...

Ma torniamo un attimo agli annunci rimbombanti del Ministero della Sanita', e supponiamo che lo Stato francese abbia realmente depsichiatrizzato la transidentita': potrebbe, come logica conseguenza, abolire istantaneamente ogni discriminazione che ci viene imposta a causa della classificazione della transidentita' come malattia mentale... Attenti! Prendiamo tutto questo alla lettera.

Esigiamo di conseguenza che lo Stato francese prenda immediatamente le seguenti misure:

- La fine di qualsiasi patologizzazione della transidentita', a qualsiasi titolo e di qualsiasi forma si tratti: e' la transfobia ad essere una patologia, non la transidentita'.

- L'accesso libero e senza condizioni alle cure necessarie alle persone transidentitarie, senza classificarle come malate, ne' mentali ne' di altro tipo, compresa la definizione “disturbo di identita' di genere”.
Infatti i trans non sono per niente malati: le loro sofferenze sono esclusivamente conseguenza della transfobia dello Stato francese e della societa' transfobica che questo crea e gli impone.

- La fine del “percorso” e del “protocollo” che lo Stato francese impone ai trans, in totale illegalita', dato che non abbiamo bisogno del parere di sedicenti “esperti” per sapere chi siamo: gli esperti in transidentita' siamo noi stessi, che viviamo questa condizione 24 ore su 24.

- In particolare la fine immediata di tutti i maltrattamenti “medici” che lo Stato francese impone arbitrariamente ai trans: obbligo di sterilizzazione prima di qualsiasi accesso ai propri diritti civili e di uguaglianza, trattamenti medicalmente distruttivi, “competenze” sotto forma di vere violazioni, lavaggi del cervello...

- Che lo Stato francese paghi i danni: secondo il principio che tutti i danni devono essere pagati da chi li causa, lo Stato francese deve ripagare i danni ai trans per tutto cio' che a fatto loro subire, a livello di Diritti Umani, ormai da decenni. Subordinare questo rimborso ad una qualsiasi condizione, in particolare ad una classificazione dei trans come “malati” o persone “disturbate”, a qualsiasi titolo venga fatto, e' inaccettabile.

- I diritti civili e sociali uguali, pieni e completi per tutte le persone transidentitarie (diritto al lavoro, diritto alla salute, diritti familiari e parentali, diritto di voto senza fitro secondo
l'apparenza della persona...)

- L'abolizione della prima cifra del numero di Previdenza Sociale che stigmatizza i trans e li esclude di fatto dal mercato del Lavoro.

- L'abolizione di qualsiasi menzione del sesso e del genere su tutti i documenti di identita', per la stessa ragione.

- Il cambio di stato civile (compreso l'atto di nascita della persona) dietro presentazione di semplice domanda.

- Una vera politica di educazione pubblica contro la transfobia e l'omofobia da parte dello Stato francese, assieme ai gruppi autogestiti di persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transidentitarie, intersessuate). Iniziando, ben inteso, dall'istruzione all'interno dello Stato francese stesso.

- Una vera politica di sanita' pubblica per le persone LGBTI, in particolare, ma non solo, nell'ambito delle Malattie Sessualmente Trasmesse. Cio' deve includere la possibilita' di donare sangue, cosa che a tutt'oggi ci e' ancora preclusa.

- La fine immediata delle violazioni, da parte dello Stato francese, della Carta Europea dei Diritti Umani, nello specifico a fronte delle persone transidentitarie, cosi' come richiesro dal Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa [4]

Tutto cio' vi sembra tanto? Ebbene non e' che lo stretto necessario per vivere una vita degna di questo nome. Noi siamo partiti. Lo e' anche lo Stato francese?
Non negozieremo alcuna di queste rivendicazioni minimali.
E continueremo a osservare da molto vicino tutto cio' che lo Stato francese e i suoi servizi faranno per o contro le persone transidentitarie, perche' crediamo nelle promesse solo quando esse si realizzano. E quando ci prendono sul serio.

*Support Transgenre Strasbourg*, 13 febbraio 2010
tel: 06 12 32 47 64 (après 18 h)
e-mail: sts67@sts67.org - web: www.sts67.org


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Note [i documenti sono in francese]:

[1] vedere
http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000021801916
(decreto originale consultabile su http://www.journal-officiel.gouv.fr/
alla data del 10 febbraio 2010)

[2] vedere
http://www.sante-sports.gouv.fr/declassification-de-la-transsexualite-de-la-categorie-affection-de-longue-duree-ald-23-affections-psychiatriques-de-longue-duree.html

[3] vedere
http://www.has-sante.fr/portail/jcms/c_766400/projet-de-rapport-sur-la-prise-en-charge-du-transsexualisme-la-has-ouvre-une-consultation-publique
e leggere la nostra analisi e risposta qui:
http://pccsxb.net/dl/sts/text/2009-05-11_cp_rapport_HAS.txt

[4] vedere http://www.coe.int/t/commissioner/Viewpoints/090105_fr.asp

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