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martedì 9 agosto 2011

SE NON ORA CHISSA' SE E QUANDO

SE NON ORA

CHISSA' SE E QUANDO

Perché è urgente che le persone trans, gay, lesbiche, etero, intersessuate, queer e quant'altro si uniscano ora in un progetto per i diritti di tutti

E' sotto gli occhi di tutti, ma in modo particolare lo è di quelle minoranze di orientamento sessuale (adulto e consenziente) e di identità di genere: viviamo in una società che - anche in questo ambito - divide le persone le une contro le altre. Separa le identità e facilita ogni distinguo per instillare nella coscienza individuale di ognuno e di tutti, che la nostra normalità o differenza è giusta, bisognosa di diritti e le altre no o comunque meno.


Gli eterosessuali, in difficoltà nelle famiglie tradizionali con figli, sentono il tradimento di uno Stato che non le aiuta nell'importante funzione di mantenere la procreatività ad un livello di "non rischio estinzione". Le coppie "etero", oggi, ci pensano 100 volte prima di fare un figlio e a buone ragioni.
Ma non tutti gli etero sono uguali, c'è chi, per scelta, vive da single e, per sopravvivere deve spendere quasi quanto una famiglia di 3 persone perché le spese "grosse" sono più o meno uguali per tutti (affitto o acquisto casa, luce, gas, telefono, tasse, ecc.). Ai single non può piacere una politica che aiuti solo le famiglie tradizionali perché - a meno di non avere lavori molto ben pagati - saranno costretti ad abbandonare il loro bisogno di vivere soli. 
Non tutti gli etero sono propriamente tali. Possiamo dire chi è etero quando ogni elemento condizionante, fin dalla nascita, ci apre un'autostrada per far famiglia e lascia abbandonato e pieno di sterpi, ogni altro sentiero? Possiamo dire con certezza che tutte le donne etero sono tali quando il bisogno di maternità è reso accettabile solo all'interno di una coppia etero? Quante donne sarebbero bisessuali o omosessuali se fossero libere di scegliere? Di più? Di meno? Non importa. Quel che importa è che la loro libertà è limitata fortemente. Quanti uomini con una curiosità omosessuale non al 100% evitano anche solo di sperimentarsi in questo tipo di esperienza, per il terrore di scoprirsi gay e dover affrontare una vita piena di casini e di non accettazione sociale? Quante lesbiche e gay (specie le lesbiche mascoline e i gay effeminati), se non dovessero passare dalla "non accettazione" allo "stigma" vero e proprio, intraprenderebbero un percorso di transizione totale o anche parziale, anche solo di "ruolo"? Quante persone transgender desiderano davvero sottoporsi ad un intervento chirurgico sui genitali, quando una legge consente di avere documenti adeguati, solo in conseguenza di questo intervento? 
Dirò di più, quante donne transgender sono davvero tali e quante hanno preferito "cambiar genere" perché come maschi si sentivano totalmente schiacciate dalla competitività maschilista, dalla sessualizzazione d'ogni cosa, tipicamente maschilista, ecc.? Possiamo escluderlo se tutto è condizionamento?
Il punto non è calcolare se e quanto i numeri e le identità cambierebbero e di quanto. Il punto è che nessuna persona è veramente libera di scoprire se stessa, senza subire condizionamenti persino neonatali (e per tutta la vita).
Su Genere, Identità di Genere e Orientamento sessuale (adulto e consenziente.. lo ripeterò fino alla morte per non dar voce a tromboni filogiovannardiani) non c'è libertà.
Per tutti.
Gli esempi che ho fatto sopra sono solo alcuni fra tanti e che riguardano tutti.
Resta che non siamo liberi di essere quel che dovrebbe essere il primo scopo della vita di ognuno: scoprire chi siamo, cosa vogliamo fare di noi e nella società.
Chi decide di indagare e seguire una propria natura transgender o anche omosessuale dichiarata, di certo non potrà ambire (o avrà percentuali ridottissime di successo) ad un sacco di professioni o di scelte familiari e tutto quanto riguarda la vita relazionale e professionale. 
Chi decide di NON seguire la propria natura non esattamente straight (cioè etero e perfettamente conforme alle aspettative sociali dell'essere nati maschi o femmine) e lo sa, farà una vita da infelice o si imboscherà nei cinema a luci rosse o nei privèe a dar sfogo in malo modo alla sola pulsione sessuale (o di identità di genere con travestimenti momentanei) che deriva dal proprio orientamento o identità di genere.
La maggior parte delle persone eterosessuali e identificati nel loro ruolo di  "maschio" e di "femmina", neppure hanno gli strumenti per domandarsi chi sono. Non sono stupidi. Semplicemente seguono "la corrente" che li ha accompagnati fin dal momento in cui sono usciti dall'utero della madre. Io non so sollevare 50 kg, molti altri uomini o donne, si. Non mi sento meno forte, sbagliata per questo. Credo sia giusto non pretendere che ognuno sia talmente arguto da chiedersi tutte queste cose se fondamentalmente la loro identità o il loro orientamento non è completamente difforme dalle aspettative sociali, ma solo in parte. Una parte accettabile ma che nel tempo produrrà i suoi guai nella qualità dei rapporti affettivi  o coniugali, ad esempio. 
Né possiamo pretendere che, lasciata sola e isolata, una transgender che non ha la forza di affrontare per tutta la vita lo stigma, cerchi una transizione "come Stato comanda", una invisibilizzazione totale (con cambio di città ad esempio).
Né lo possiamo con i gay o le lesbiche che scelgono di vivere "velate" per avere un po' di pace e non sentirsi tutta la vita in guerra. E poi ci sono le persone bisessuali. Ci sono perché guardano meno al sesso o all'aspetto fisico ma più ad altre affinità tra loro e gli altri. Probabilmente non lo saranno al 50% esatto ma a chi dovrebbe importare questa misurazione? Costoro saranno ostracizzati dagli etero (porci, viziosi), dagli omosessuali (gay mascherati senza coraggio). Il tutto ovviamente vale anche al femminile. Poi ci si chiede perché non esiste un movimento Bisex. E che ci starebbe a fare se, in cuor loro, nessuno crede loro o li ama? Si nella sigla del movimento LGBT, c'è anche la "B" di bisessuali ma è una finta. Una sorta di "politically correct" che non trova alcun riscontro nella realtà soggettiva di gay e lesbiche (della maggioranza di costoro). 
Tutti contro tutti, alla fine. Specie - come spesso accade nella Storia - tra le minoranze. 
C'è bisogno di un altro modo di pensarsi. Di tutti, per tutti. Io ho proposto il pensiero pangender (che non è una condizione, sebbene Wikipedia scrive che mi dichiaro pangender). Non può essere una condizione perché nessuno è "tutto". Può amare tutto (pansessuale) ma non può essere "tutto" a meno di non cadere nel pensiero "border line". Però può considerarsi parte di un tutto. Ed è questo l'uovo di colombo del pensiero pangender. Che coinvolga tutti perché tutti abbiamo un orientamento sessuale, un sesso, un genere e una individuale identità di genere. Mi credano anche gli etero convintissimi. Da qualche parte, se aderiscono al 100% agli stereotipi di maschio etero o femmina etero, qualcosa, molto probabilmente, non è davvero loro. Magari se analizzano qualche loro sogno, che compare ogni tanto, potrebbero iniziare una riflessione.
Non voglio dire che, tra le tante possibilità, non vi sia anche quella del 100%, ma che è molto meno vasta di quel che si crede.
Può una trans essere lesbica? Mio dio che aberrazione sarebbe per la maggioranza. Ma se un uomo preferisse la donna transgender alla donna nata tale? Sarebbe infinitamente peggio. Persino le stesse trans (specie tra chi si trova a fare la sex worker) ha stima di questo tipo di uomo. Perché? A chi importa, chi ha diritto di giudicare? Chi ha diritto di stabilire gli orientamenti giusti e quelli sbagliati perché "condizionati"? Lo siamo tutti condizionati. Chi può ergersi a giudice?
Non riesco a contemplare, qui, tutte le differenze, ma gli esempi servono a dimostrare che siamo tutti differenti e nessuno è diverso.
Allora?

Allora è fondamentale cambiare modo di pensare e pensarsi e, conseguentemente, di operare.

In primis dovrebbero essere le "identità" più osteggiate a ribellarsi. 
Che aspettano le persone transgender a smetterla di guardarsi l'ombelico in associazioni che - di fatto - autoghettizzano le loro utenze e supporti, fino al punto da gestire ghetti per la transizione al posto di pretendere che il SSN funzioni anche per loro! Che chiedono diritti senza la capacità di inquadrarli dentro una concezione dell'essere umano che possa essere capita anche dall'ignorante (che ignora) etero che sta al governo e che magari "a trans ci và, ogni tanto, per farsi di coca in una situazione bizzarra" ma che non si è neppure mai domandato PERCHE' "va a trans" o perché ci deve andare con la Coca se è una trans.

Dobbiamo trovare un'idea che sia di tutti (non un'ideologia, ma una coscienza...). Chiarisco. Di tutti non vuol dire "integralismo". Vuol dire per tutti. Se non sono stata ancora chiara faccio un esempio. Quanti, fra noi, ritengono oggi che gli spettacoli al Colosseo nell'impero romano, siano accettabili? Credo davvero pochi. La coscienza si è evoluta pur senza aver costruito un'ideologia. Chi riterrebbe giusta la Santa Inquisizione e i loro metodi processuali? Potrei far tanti esempi. Un balzo di coscienza PER tutti. Poi ci sarà chi ne starà fuori così come accade in alcuni paesi islamici dove le donne non possono neppure essere visitate da un medico perché altrimenti le toccherebbe o in alcune regioni della Cina in cui le bambine vengono uccise pochi secondi dopo la nascita, affogate.
Ma esorto tutti, eterostraight inclusi ed in primis le persone intersessuali, transgender, queer, gay, pansessuali e bisessuali che (più o meno in quest'ordine, ma si può cambiare) a "transizionare la loro coscienza, la loro coscienza di identità" che non deve essere una tribù o un clan. E poi agire. Mettere da parte le pagliuzze che dividono e agire come un oceano fatto di milioni di gocce, ognuna con il suo ph, con la sua componente di sali, ognuna libera di passare dalla corrente del Golfo ad altre, perché tanto l'oceano è uno ed è quel "contenitore" che rende le singole differenze una forza incredibile.

Io ho dato il mio modesto contributo: ho messo a disposizione una "idea", il Piccolo Manifesto Pangender. (Ora libro "Oltre le gabbie dei Generi - Il Manifesto Pangender". NdA)

Purtroppo per ora è disponibile solo la sua versione ridotta ma gratis e online. Provate a leggerlo. Provate a pensare se non possa essere un'idea che vi calza, se non a pennello, almeno meglio di quella della L+G+B+T+Q+I che somma ma non si unisce davvero. Lancio l'idea per tutti, sia chiaro. Tutti ne avremmo vantaggi. Certo che saranno maggiori per chi oggi è più discriminato. Per prime le persone intersessuali su cui viene perpetuato un vero e proprio crimine mentre sono bambini e poi quelle transgender e poi tutti. Se siamo una parte di un tutto. Una parte totalmente indipendente ma dentro un flusso che è di tutti, si potrà ancora sostenere quali differenze di merito esistono tra gli amori etero e omo? E le leggi conseguenti?
Io sono transgender. Il movimento trans è praticamente scomparso. Forse è un bene perché ora c'è bisogno d'altro. E quest'altro richiede molto più impegno perché deve cambiare le coscienze e non solo le leggi. 
Se non lo si fa ora, chissà se si farà e quando.
Mirella Izzo

5 commenti:

Annunci Trans ha detto...

:D

Transex ha detto...

Bell'articolo !

Transex ha detto...

Sottoscrivo in pieno..

Trans ha detto...

Niente di più vero !

Escort ha detto...

Se non ora, quando ??