home

 

mercoledì 12 novembre 2008

AVVELENATA: IN MORTE DEL MOVIMENTO LGBT ITALIANO

Mi spiace per tutte le amiche e gli amici di un decennio di lotte comuni, persone che ancora ci credono (poche) e sono disposte a tutto fuorché ad aprire gli occhi.Meno, invece, mi spiace per altre persone, magari anche amiche, che, per il loro ruolo, hanno tutti gli strumenti per capire e vanno avanti lo stesso, pur di mantenere in piedi un baraccone.Di cosa parlo? Dell’ormai fantomatico “movimento LGBT” italiano.Alcune riflessioni.Perché in Italia i gay e le lesbiche non hanno riconosciuti i diritti civili relativi alle loro unioni d’amore? Perché in Italia le persone transgender/transessuali, devono portare in pegno un pezzo di carne allo Stato in cambio di documenti anagrafici congrui alla propria identità di genere? Perché le stesse transgender non trovano lavoro, a causa della loro realtà di vita, nonostante che lo Stato Italiano, in conformità alle linee guida dell’OMS, consideri questa condizione una malattia? Accetteremmo con uguale serenità se domani non si desse più lavoro agli allergici al polline?Perché? Perché questo ed altro? Perché gay e lesbiche continuano ad essere cittadini di serie B e le persone transgender, di un paio di serie sotto?Per colpa della “destra fascista”? per colpa della “sinistra” inquinata dalla “lobby cattolica” e, quindi, ultimo e primo, a causa dell’etica sessuale della Chiesa cattolica?Diventiamo sempre più bravi nel dare colpe agli altri, senza la benché minima seria autocritica, senza mai chiederci se – fallendo da decenni – non si stia (anche?) noi sbagliando qualcosa!Eppure la Spagna dei matrimoni omosessuali è cattolicissima, o no? La Cuba comunista non garantisce i diritti civili, giusto? L’Argentina degli ex colonnelli non è certo più socialista del PD, o sbaglio?Tutti paesi che contemplano più diritti rispetto all’Italia, per gay e lesbiche e/o trans.E il “movimento italiano”? Poverini, noi… Noi “dirigenti” e militanti di associazioni che vorremmo “tanto tanto”, i diritti che hanno in quasi tutto il mondo, ma non ci riusciamo.Perché? Eh, è noto: perché siamo gli unici a doverci battere contro il mostro Ratzinga. Si, quello che si incontra all’ultimo livello dell’impossibile, irrisolvibile videogioco “The bananas State: Italy”.Neppure le riviste specializzate hanno trovato la soluzione a questo gioco… Cosa ci possiamo fare noi, poveri dirigenti (sia chiaro, chiamo dirigenti anche quelli che rifiutano questa dizione per motivi ideologici, ma che esercitano, nei fatti, questo ruolo)?Ma davvero vogliamo credere, e soprattutto far credere ai nostri interlocutori, ai nostri “rappresentati”, che la colpa non sia fondamentalmente nostra?Davvero vogliamo continuare a far finta di non guardarci in casa (perché lo facciamo, eh se lo facciamo, ma guai a parlarne in pubblico.. sarebbe come annunciare che ci sono gli extraterrestri: si diffonderebbe il panico tra i nostri “protetti”).Davvero possiamo far finta di niente e non paragonarci agli altri movimenti LGBT internazionali?Possibile che, una Chiesa Cattolica che ha dovuto ingoiare una legge sull’Aborto, abbia questo strapotere che le consente di impedire i matrimoni omosessuali o impedire il cambio di genere (che, peraltro, già subisce attraverso una legge del 1982 e che, ingoiata per ingoiata, si potrebbe pur migliorare nella parte in cui chiede prepuzi o grandi labbra in cambio di una carta d’identità)?Riusciamo a renderci conto di quanto sia più grave l’aborto - per la Chiesa - rispetto ai matrimoni gay? L’aborto, per l’etica cattolica, è omicidio!Ma noi diamo la colpa a Ratzinger, l’onnipotente e ci basta chiamarlo Natzinger o andare in piazza con la tiara in testa e il culo di fuori e la scritta “NO VAT(icano)” per sentirci “fighi” e politicamente alternativi.Ratzinger?Onnipotente un tubo!Ah la legge sulle staminali.. vero. Quella è stata scritta dal Vaticano!Ma quella c’è perché il nostro “movimento lgbt” fa pur parte del “popolo italiano” che non è andato a votare in numero sufficiente per abolire quella legge.Voglio dire: come movimento siamo bassini in classifica del peggio del “carattere italiano” medio, ma il “popolo” non è che sia così innocente se, pur essendo contrario all’80% va a votare in poco meno del 50.Perché, diciamolo, il papa non è ascoltato da decenni quando i governi scrivono le leggi sull’immigrazione, quando critica il capitalismo liberista, quando parla di redistribuzione delle ricchezze a livello mondiale. E’ vero: neppure lui si ascolta quando parla di “dignità di ogni essere umano” e poi la vuole negare agli omosessuali, alle lesbiche, alle persone transgender… Ma che questo papa ci includa o meno tra gli esseri umani, davvero ci riguarda così tanto, al punto da renderci impotenti?Quest’uomo è ben poco ascoltato anche da una enorme maggioranza di cattolici, rispetto all’uso della pillola anticoncezionale, dei preservativi, del sesso prematrimoniale, della fedeltà di coppia, e persino della legge che ha “vinto” sul ricorso alla fecondazione assistito, “vietata” in Italia, libera a un metro oltre ogni nostro confine!Secondo alcuni sondaggi non sarebbe neppure ascoltato dalla maggioranza dei suoi fedeli, riguardo le “Unioni Civili” gay….Possibile? Tutti fanno quel che vogliono, anche qui, in Italia, a dispetto dell’etica cattolica, ma non noi LGBT. Ce l’ha a morte con noi? O siamo (anche?) noi degli emeriti incapaci?Non mi interessa, in questa circostanza, capire se e quanto Ratzinger ce l’abbia a morte con noi e i suoi apparentemente reconditi perché. Credo però, dopo un decennio di assidua frequentazione, di sapere con certezza che il movimento LGBT è profondamente incapace e spesso agisce con poca limpidezza.Ce ne è per tutti i gusti, ma partiamo da uno a caso: siamo l’unico movimento LGBT al mondo che deve essere necessariamente ideologizzato: deve essere di sinistra, preferibilmente comunista, decisamente “antagonista” (ad ogni potere se non quello “del popolo”).Bastasse! Eh no… C’è da chiarire: quale sinistra, quale comunismo? Perché queste sono le vere lotte senza quartiere dentro il nostro “movimento”, mica le piattaforme rivendicative. Quelle sono facili da scrivere, data la macroscopicità dei diritti negati. No, solo (o quasi) ideologie. In piccolo, molto piccolo, siamo ai livelli di “Stalin vs/ Trotzky” o “Lenin vs/ la Comune di Odessa” o – ancora di più - “bolscevichi vs/ menscevichi”.Un “movimento” costretto a provare ogni giorno quanto sia antifascista, attraverso le proprie azioni. Abbiamo un vero e proprio “fascistometro”, che però dà misurazioni diverse a seconda della purezza ideologica di chi lo usa. Avete presente il film “La bussola d’oro”? Uguale. Quindi capita: chiedi un incontro con il Sindaco di Roma che è notoriamente un post fascista? Sei colluso!Tutto qui? No perché davvero siamo un “movimento” pieno di sorprese e varietà (forse abbiamo malinteso la bandiera arcobaleno?).Se mezzo movimento va a “fascistometro”, ed è tanto irriducibile da dimenticarsi di fare battaglie specifiche per le questioni che interessano la gente che dovremmo rappresentare, dall’altra parte, un altro pezzetto di movimento, per reazione, ha preso la via dell’ accondiscendenza ad ogni “puzzetta” del centro destra, che chissà quali risultati darà (perché, mio dio, questo dovrebbe essere il nostro vero parametro per il quale sentirci esistenti: i risultati e sapere come ottenerli!).Quindi i “duri e soprattutto puri” da una parte e dall’altra chi confonde l’equidistanza dai governi - dovuta per associazioni “di fatto” sindacali - con una sorta di fiducia cieca che neppure al “centrosinistra” fu mai concessa. Per riuscirci ci si è spinti fino ad un vero e proprio revisionismo storico e sociale, pur di giustificare i molti decenni di omotransfobia della destra. Pur di dimostrarsi collaborativi, si è arrivati a dire sui giornali ad altissima diffusione, che in Italia non esiste una discriminazione contro gli omosessuali e le lesbiche (e, immaginiamo, anche transessuali e transgender?). La storia, i fatti, la cronaca smentiscono clamorosamente queste affermazioni, cui sono seguite mezze smentite quasi peggiori delle dichiarazioni.Siamo così, noi del movimento LGBT.I difetti tipicamente italiani, all’ennesima potenza.Ideologizzare anche un pezzo di pane, e considerare nemici i “vicini di casa”.Dentro questa logica perversa, che nulla conta per chi attende leggi e normative di Diritto, arrivano mille giochetti: si è collusi con il fascismo, parlando con Alemanno e chi dà il benvenuto ai DIDORE’ è un vero fascista o comunque un vero traditore?Non esprimo un giudizio qui, ora, ma faccio una domanda: forse che i DIDORE’ dei fascisti sono tanto peggio dei DICO dei socialcomunisdemocristiani “prodiani”?Eppure è semplice: i DICO erano come i DIDORE’ perché sinistra e destra italiane sono entrambe dominate dai cattolici. Vero. Peccato che siamo stati noi a chiedere i PACS e non i matrimoni. Ogni sindacalista sa che - nel momento in cui viene chiesto un diritto dimezzato, un compromesso differenziato rispetto ai “normali” - non si potrà più mettere un argine certo sul “quanto compromissorio” sarà un accordo. Chiedi i Pacs? Ti arrivano di DICO o i DIDORE.Non dico che se avessimo chiesto il Matrimonio, avremmo avuto i Pacs, perché esiste un altro punto chiave della stupidità cronica del nostro movimento, rispetto a qualsiasi altro movimento di liberazione mai esistito sulla terra.C’è spazio per una “terza via”, “sindacale”, laica e che guarda le cose e cerca le soluzioni? Poco, pochissimo. Un esempio che non mi riguarda direttamente. Ben poco si parla di una delle rarissime iniziative interessanti nate dal “movimento” o quasi. Il ricorso giuridico e non legislativo per ottenere la legittimità dovuta ai matrimoni omosessuali – se del caso – arrivando fino alle Corti Europee. E’ una iniziativa intelligente, ma richiede tempo, laboriosità e fa poca mobilitazione di massa (eppure i movimentisti dovrebbero sapere che sindacati come i Cobas hanno fatto la loro fortuna, proprio attraverso i ricorsi giuridici).Sui blog se ne parlerà 1000 volte meno che della lite fra Facciamo Breccia e BolognaPride 2008. Una prova della nostra stupidità. Chi ha proposto questa iniziativa che si chiama “AAA Cercasi Coppie”?? “Certi Diritti” e… guarda caso… non è proprio un’Associazione indipendente, ma legata a chi? Dopo decenni ecco che rispuntano, con il pragmatismo di sempre, i radicali. “Ma sono liberisti!! No, non si può mica collaborare con loro”. E’ un’iniziativa che potrebbe portare a dei risultati? Chi se ne fotte dei risultati… Sono liberisti… Ma puoi votare comunista alle elezioni e dare il sostegno ad una iniziativa specifica anche se proviene da liberisti? Non sia mai che ci si sporca l’immacolata identità! Io, nel mio piccolo, offrirò il link dell’iniziativa a fondo pagina.Dato per scontato che uno stato civile e laico dovrebbe avere UN solo istituto che contempli diritti e doveri di una coppia. Etero, gay… che importa allo Stato? Concediamo di più, diamo per vero un falso storico incontestabile: facciamo finta che il matrimonio nasca come sacramento fondante del Cristianesimo e che – come tale - deve essere solo fra uomo e donna. Perfetto.. che si salvaguardi questa sensibilità religiosa. A questo punto però, lo Stato chiami diversamente il complesso giuridico CIVILE che riguarda i diritti/doveri delle coppie, dei figli ecc. Lo chiami come vuole ma che sia uguale per tutti i cittadini che decidono, per amore adulto e includente l’eros, di “coniugare” le loro vite. Il Matrimonio è un sacramento? Allora si considerino sposati solo quelli che sono passati dal matrimonio cattolico (o d’altra religione che lo contempli) e la parte civile assuma un nome diverso per tutti. Chi si sposa in Chiesa potrà comunque aderire automaticamente anche al complesso civile di “Unioni Affettive” dello Stato. Non credo neppure che vìoli i Patti Lateranensi.Lla Costituzione? Sicuramente ci sarebbero dubbi in merito, ma visto come è stata stiracchiata da tutte le parti, non so se esistano veri impedimenti.Abbiamo chiesto i Pacs (e mica si era tutti d’accordo…) e forse avremo i DIDORE’, ma siamo noi ad avere detto: a noi basta un diritto di serie B.Ok, lo ammetto. E’ vero che siamo penalizzati perché l’Italia è l’unico paese europeo in cui in entrambi i Poli (centro sinistra e centro destra), dettano legge le componenti cattoliche. Eppure divorzio e aborto sono passati con una DC che da sola aveva la maggioranza relativa…Davvero questa può essere una valida giustificazione ai ZERO risultati ottenuti dal nostro “movimento” negli ultimi 25 anni?Se non riusciamo neppure più ad organizzare Pride unitari, cosa pretendiamo? Non sei “antagonista”? Con te non ci faccio nulla. Hai parlato con i “fascisti”? Sei fuori. Se collabori con la destra democristiana, neppure ti vogliamo. Arcigay ed altri lanciano un Pride a Genova, in totale assenza di concorrenti? Antidemocratici!Ma, ancora e ancora, non basta! Siamo un movimento poco credibile che – da una parte fa della purezza ideologica, la conditio sine qua non per considerare gli altri, “compatibili” - dall’altra parte mischiamo bellamente lotta per i diritti con interessi commerciali, in un modo a volte decente (giusto il fund rising, sia chiaro), a volte meno, molto meno.L’esempio che verrà in mente a tutti è Arcigay. Ha tante tessere perché obbliga ad iscriversi le persone che fruiscono dei loro locali quali discoteche, saune, ecc.A dire il vero, però, non è tanto ad Arcigay che mi riferisco. L’ipocrisia non ha confini né limiti. Una parte di quegli stessi gruppi che accusano Arcigay di mischiare militanza e commercio, hanno ben fornite attività commerciali. Arcigay, negli ultimi anni, sta almeno iniziando a dare diverso “peso” decisionale agli iscritti provenienti dal settore commerciale e quelli provenienti dal circuito associativo e dovrà prima o poi separare totalmente i servizi a pagamento con il diritto al voto. Altrove invece, le connessioni tra Associazioni senza fini di lucro ed iniziative commerciali, stanno dentro una logica di interpretazione legislativa da “commercialisti” (con tutto il rispetto per il mestiere) e non degna per chi propugna una militanza “pura e dura”.Altrove, ancora, si usano le pioggerelle di finanziamenti di qualche “regione rossa” per fornire servizi che si pagano e servono a mantenere vive strutture (e persone) che altrimenti cadrebbero come un castello di carte o metterebbero alla fame chi le gestisce.Non abbiamo remore a sfruttare la più piccola visibilità mediatica per carriere politiche (e non parlo di Luxuria, che non faceva parte da tempo del movimento, ma si è prestata alla politica provenendo dall’arte e da un passato più remoto di Art Director del Muccassassina che finanziava il Mieli)… Fateci caso: quasi tutti i partiti del centro sinistra e persino qualche “regione rossa”, hanno qualche responsabile stipendiato gay o lesbica o trans, quasi tutti con dei passati di basso profilo o “inesistenti” all’interno del movimento. Gente che si è avvicinata alle Associazioni e, in un attimo, ha fatto carriera politica. Risolto il “problema egoico” (e spesso economico).. fanculo le Associazioni che hanno dato loro la possibilità di farsi “un nome”, per usarlo a fini personali.Vogliamo dirlo che facciamo schifo? Vogliamo dirlo che di fronte alla proposta di un Pride a Genova, con un documento d’intenti bello e innovativo, la risposta del movimento è stata semplicemente vergognosa?Silenzio, battutine o netto rifiuto perché “non è stato deciso collegialmente”. Ma cosa si decide quando vi è un candidato unico? E quale collegialità doveva decidere, dopo il Pride di Bologna, in cui le Associazioni dei vari schieramenti, si sono solo fatte la guerra? Meglio sarebbe stato “obliare” quel Pride e piuttosto verificare i contenuti dei pochi coraggiosi che si sono proposti in un “annus terribilis” del movimento e su quello decidere. Invece, “i volenterosi”, sono stati totalmente ignorati.Non che Genova si stia poi comportando così bene, proponendosi e - a distanza di mesi - non riuscendo a mettere su un sito e un blog (o forum), come era stato promesso. Molte le attenuanti, vista l’accoglienza, ma disaccordi e diffidenze persino tra le Associazioni storicamente amiche hanno reso il lavoro estenuante e lasciano la sensazione dell’inutilità.Vogliamo i diritti ma siamo un movimento che oscilla tra l’ignobile, l’infantile e l’incompetente. Sia chiaro, non mi riferisco alle tante persone, ad ogni livello di militanza, che si spremono sinceramente, che quasi rinunciano alla propria vita privata, per battersi per i giusti diritti…E’ anche la mia storia. Si riconoscono quasi sempre facilmente dal fatto che, dalla militanza, non hanno tratto grandi vantaggi, non hanno fatto carriera nei partiti… ecc. ecc.Non parlo di chi lavora in buona fede e sono tanti. Semmai costoro hanno solo gli occhi chiusi e continuano ad essere “follower” di “leader” che – in buona parte - dovrebbero essere presi a calci nel culo (mi escludo? Per niente, ma non sta a me deciderlo e poi io non “leaderizzo” che poche decine di persone, ormai).Costoro – gli attuali “folllower” - dovrebbero proporsi come leader di un movimento LGBT che guardi agli unici interessi di chi dovrebbe rappresentare: i diritti e le battaglie e le strategie per ottenerli, oltre all’assistenza, il mutuo aiuto, l’informazione. Che altro si deve fare come movimento? Discoteche? Centri di cura e terapia fuori dal SSN e finanziati dalle Regioni, ma senza i controlli che hanno gli ospedali? Ghetti dove le persone trans vadano a farsi fare diagnosi e cura di nascosto dagli ospedali? Centri dove le diagnosi non arrivano mai per rimpinguare i finanziamenti?Vogliamo i PACS, vogliamo il diritto a prostituirci perché non troviamo lavoro, vogliamo gestire consultori perché il SSN non segue bene le persone trans…. Siamo impazziti?Che movimento di merda è questo? Non possono essere quelli gli obbiettivi! E’ come se Mandela avesse chiesto, per i Neri, il diritto ad avere qualche ora in più di riposo, in quanto schiavi. Dobbiamo lottare per il matrimonio, perché le trans trovino pari opportunità nel lavoro e non per ottenere il diritto a restare nel ghetto della prostituzione (a meno che non sia una vera libera scelta, ma questa esiste solo quando esistono le pari opportunità), perché il Sistema Sanitario Nazionale tratti l’aspetto medico-chirurgico della transessualità, alla pari di tutte le patologie o situazioni di necessità (tipo maternità, parto, post parto, ecc.): reparti, cure e carico del SSN. Altro che “consultori-ghetto”!Non sappiamo neppure cosa la gente vuole e ci permettiamo di fare la leadership? Poi ci stupiamo se diamo indicazione di voto a X e il 99% di coloro i quali dovremmo rappresentare, votano Y?Fanno bene, se sappiamo solo litigare fra noi dimenticandoci il motivo per cui esistiamo.Fanno bene, se enunciamo istanze senza la disponibilità ad alcun sacrificio…E qui, dulcis in fundo sta la “madre di tutti i difetti” del nostro “movimento. Il più grave. Un vero e proprio “nonsense”, inesistente in qualsiasi movimento di liberazione o anche solo rivendicativo.Che facciamo noi di così grave? Scriviamo piattaforme e scendiamo in piazza. E poi? Neppure sappiamo immaginarcelo. Scriviamo dei bei documenti, dopo mesi di liti, facciamo la manifestazione e poi… finisce tutto lì (o se prosegue, meglio non parlarne). Non salta agli occhi di chiunque che manca qualcosa? I sindacati fanno le loro richieste rivendicative e se non ottengono risposte adeguate, cosa fanno? Scioperano fino a raggiungere un accordo.I Radicali (una sparuta minoranza, allora) per Divorzio, Aborto e altre cose, hanno fatto scioperi della fame e della sete. Gandhi e gli Indiani per ottenere l’indipendenza sono solo scesi in piazza? Mandela contro l’apartheid?Noi?Se proponi anche un semplice sciopero della Nutella, scappano tutti! Credetemi, non mento.Solo scendere in piazza e far un po’ di casino è ok. Casino o carnevale. Sai quanto facciamo paura!!!!La Spagna del cambio di sesso senza interventi chirurgici è un sogno per noi italiani perché loro hanno un leader come Zapatero e noi Prodi ed i Berlusconi?Palle!!!! Le persone trans, in Spagna hanno dovuto organizzare scioperi della fame e della sete in tutta la nazione - e con grande seguito - per ottenere quella legge!!!! Altrimenti Zapatero si era già dimenticato della nostra super minoranza e gay e lesbiche, ottenuto il matrimonio, non è che avessero tanta voglia di protestare, dopo quell’incredibile incasso politico e sociale.E comunque il movimento LGBT spagnolo ha fatto accordi chiari, prima delle elezioni, consapevole di poter muovere milioni di voti, non decine, come in Italia.Noi siamo fermi al “Tutto subito vogliamo avere” e ovviamente, senza pagare… (essere pagati magari sì…)Cosa facciamo? Facciamo le nostre istanze: matrimonio allargato alle coppie omosessuali; cambio di genere sessuale che non si riduca a pochi centimetri di carne estroflessa piuttosto che introflessa e quant’altro scritto nelle nostre “piattaforme”. E poi? Poi, se non ci ascoltano, stiamo zitti e buoni! Ah, no.. è vero, siamo coraggiosi, noi, con ciò che non controlliamo minimamente. Diciamo: non vi votiamo più! Poi verifichiamo che non spostiamo neppure i voti del totale degli iscritti a tutte le associazioni e cosa succede? Ci dimettiamo in massa? Ci separiamo dalle nostre contraddizioni e “vinca il migliore” nelle strategie per arrivare ai risultati? Come fanno tutti, sindacati compresi? Il caso Alitalia non ci dice nulla, sul fatto che non conta tanto una unità formale, quanto quella che raccoglie le vere esigenze di chi rappresenta? Macché… siamo ridicoli, patetici e continuiamo a “guardare il bruscolino negli occhi di Ratzinger senza vedere la trave nei nostri occhi”. E se il papa non ha un bruscolino, come non lo ha, ma una trave, allora non vediamo la bomba atomica nei nostri occhi, rappresentata dalla stupidità ideologica o l’interesse personale, nelle nostre menti e nei nostri cuori.
Questo movimento è morto con il Pride di Bologna.
Non ve lo dicono ma vi assicuro che è così. Non posso spiegarne le ragioni perché dovrebbero spiegarle ognuna delle Associazioni (Crisalide l’ha fatto, pubblicando tutto sul proprio sito, con la diaspora del 2008-2009)
Ora abbiamo due possibilità davanti per il 2009:
  • Fare a Genova (o altrove) il Pride del funerale del movimento;
  • fare nascere un movimento nuovo, magari con una classe dirigente il più possibile rinnovata.
Via dalle ovaie/palle chi “si rifiuta di trattare” a seconda di chi è la nostra controparte: non fa gli interessi delle persone, ma ha solo fondato un partito politico.
Via dalle ovaie/palle chi mischia lotte e interessi economici senza separarli nettamente!
Via dalle ovaie/palle gli arrivisti e le arriviste, “entristi” a tutti i costi a sinistra, nel centro sinistra ed ora anche a destra.
Spazio alle ONLUS VERE, a chi si batte senza fare carriere e soprattutto a chi – ogniqualvolta propone una lotta - mette davanti anche il “prezzo da pagare” per la stessa…Che sia un rischio per il proprio corpo (sciopero della fame), di bruciarsi la “condizionale” per disubbidienza civile (sciopero fiscale perché meno diritti = meno doveri e meno soldi da dare a chi non spende questi soldi anche per i nostri diritti, e quant’altro la fantasia ci suggerisca), economica (intentare cause, ecc).I diritti non ce li regaleranno. Sembra non capirlo nessuno: né nelle associazioni né il nostro “popolo”, forse ormai rincoglionito dalla nostra inettitudine.Ci vorrebbe un rinnovamento anche generazionale… ma le vecchie generazioni hanno, per far soldi e sopravvivere, aperto discoteche, saune, centri di cura lenti e costosi.Hanno offerto svago e aggregazione o rincoglionito le nuove generazioni? Non sta a me rispondere. Sta di fatto che si fa fatica a trovare – tra i giovani – chi abbia voglia di studiare, imparare e poi proporsi per guidare il movimento con idee nuove e vincenti.Questo sarebbe l’unico movimento LGBTQI in cui mi riconoscerei.Qui, dove sono, mi sento sempre più aliena ed alienata.Probabilmente considerata “sfascista” da chi vuole a tutti i costi un “movimento” tenuto insieme con il chewing gum, probabilmente definita “Cassandra” da chi crede di poter vivere di rendita all’infinito, quando il nostro “popolo” ci ha abbandonati da anni.Non è “essere Cassandre”, vedere quel che è sotto gli occhi di chiunque “bazzichi” il movimento, non è sfascismo proporre di chiudere un’epoca per aprirne un’altra, anticipare la “caduta dell’Impero”, per non trovarci dispersi dopo.Sarò “psichiatrica”, ma non sono pochi i “matti” che si sono rivelati giusti visionari. Semmai sarà il tempo a dire…Per quanto mi riguarda, il mio abbraccio a chi voglia partecipare alla creazione di un nuovo movimento LGBT che mandi a casa tutte le ideologie ed i “partiti presi”, a favore di obiettivi chiari, comprensibili e resi tali dalla nostra capacità dialettica e che siano l’unico (o quasi) argomento di discussione fra diverse anime unite in un progetto.Altrimenti io, a livello personale, posso anche “chiudere bottega”, ritirarmi a vita privata. Non ci rimetterei un centesimo e ci guadagnerei una vita piena (compatibilmente con i miei infiniti acciacchi). E per dare corpo alle parole, per non somigliare ai tanti che sanno solo far polemiche a parole, preannuncio un comportamento. Un impegno: se nel 2009, AzioneTrans non raccoglierà almeno 50 iscritti e 500 euro di fund rising, il 31 dicembre dell’anno prossimo mi dimetterò. Non da Crisalide o AzioneTrans, ma dal “movimento”. Con buona pace dei tanti che non amano sentirmi e, forse, meno speranze per quelle poche persone consapevoli che per vedere realizzati, un giorno non lontano, i propri diritti, è necessario assumersi delle responsabilità che le relative lotte comportano SEMPRE dei prezzi da pagare, dei rischi. Quelle poche persone che pensano che comunque ne valga la pena, se fai la cosa giusta.Non mi aspetto di raggiungere l’obiettivo perché le colpe, alla fine, non sono solo delle Associazioni, ma anche di chi le “vota”, del “popolo che si fa pecora”. Vero che non esiste un voto ma solo una partecipazione possibile attraverso tesseramenti e partecipazione, ma siamo il paese che adora Berlusconi come politico, ancor più della sua coalizione di governo. Senza di me, le trans ed i trans italiani, potranno comunque rivolgersi ad altri servizi ed altre persone che a ritirarsi non ci pensano proprio.
Giusto che ognuno abbia quel che si merita e che chi si propone come “riferimento” sappia ritirarsi in assenza di consenso. Questa è democrazia e antifascismo reale. Almeno per me.
Mirella Izzo
Iniziativa “AAA Cercasi Coppie”:
http://www.certidiritti.it/index.php?option=com_content&view=category&id=3&Itemid=56

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Cavoli.....triste la cosa...mi complimento x la tua lucida quanto disincantata ke cmq qualsiasi persona dotata di un minimo di spirito critiko aveva notato a te il merito di averla messa nero su bianco.Devo ammettere che è impossibile darti torto senza violentare il proprio intelletto.Io x quanto mi riguarda....mi piacerebbe potermi dare da fare di + e spesso mi creo degli alibi...distanza,idee poko kiare sul da farsi e scarsa esperienza di movimenti....tuttavia nel mio pikkolo se il dovere mi kiamasse nn esiterei un attimo,magari sotto supervisione di ki ha + esperienza di me.Mi rendo conto ke il problema principale è la soppravvivenza e xciò mi sono attivata immediatamente anke se mi rendo conto ke una rondine nn fa primavera,x cui io direi di vedere come hai detto te kome si sviluppa la situazione entro la data fatidika dopodikè si potrà aprire il discorso di evt proteste e azioni.
Sono con te...:)
betty da milano

Anonimo ha detto...

premetto che non vivo in italia dal 1991 e che neanche ci vengo piu' in vacanza perche' mi sento male a vedere come la maggioranza sia assopita/rincoglionita. e ho pure paura per strada. quindi forse non ho nemmeno il diritto di criticare nessuno. io feci le valigie e fuggii. meglio in esilio a fare la receptionist che a battere. ma 'azzo come ci hai preso. hai come sollevato la nebbia dalla mia confusione. dubbi che provavo nel cercare di capire perche' le cose fossero sempre un pochetto meno 'evolute' nel nostro paese. come ti ho detto gia' in privato rimango pero' convinta che il vaticano sia un male assoluto da sempre. non solo per le persone LGBT ma per i diritti umani mondiali. le azioni parlano non solo le parole. ratzi e' a favore degli immigrati? beh dipende per fargli fare cosa. i bambini da dare alle diocesi dei preti pedofili che poi non denuncia ma sposta di parrocchia? quello che dici sull'arrivismo personale e sulla commercializzazione dei movimenti e' sacrosanta verita'. e oggi come oggi sono pure d'accordo col fatto che gli obiettivi devono vedere al di la' delle bandiere politiche. rimango comunque convinta che si e' vero che la sinistra fa' ridere genoflessa come e' ma che la destra al governo inevitabilmente trascina con se' ideologie che non possono coesistere con uguaglianza e pari opportunita'. vedasi spedizione punitive tipo ronde. quelli sono i loro 'core voters'. Ma che segnale si da’ con una come la carfregan alle pari opportunita’? sono anche delusa da luxuria. tutta quella fatica per poi? checche' lei dica all'isola c'e' andata per se stessa non per le trans. per le trans parli tu. e infatti sei una ispirazione quotidiana e un modello non solo per noi ma per tutti i gli esseri umani. simonacontinente@btinternet.com

Anonimo ha detto...

Ciao Mirella, condivido praticamente il 99% di quello che hai scritto. Incazzatura compresa. Su un paio di cose dissento e provo a spiegarle.
1. il pride a genova è l'unico proposto ma a molti non piace come è stato proposto. Io posso capire entrambi i punti di vista e credo che non esista solo la soluzione "proporre un'alternativa" ma anche quella che "viste le contestazioni si propone un'assemblea generale del movimento sulla questione", era da fare... ieri. E se non sbaglio ho letto qualosa di tuo in proposito da qualche parte... La morte del movimento si decreta semmai dopo, altrimenti siamo parte della causa della sua morte. Almeno io la vedo così.
2.se il movimento fa schifo non è (solo) colpa dei suoi leaders. La colpa è proprio "della gente". E' la gente in Italia che non ha voglia, ha altro da fare, non capisce che il dibattito non è male e che se il primo obiettivo è non far troppo rumore si lasciano le cose in mano a chi se le prende. E' la base del movimento che fa schifo. E non parlo di iniziative potenzialmente dannose in solido come la disobbedienza civile, sulla quale ognuno credo abbia il diritto di non rischiare (l'italia è un paese in cui gli obbedienti rischiano spesso kafkianamente e finiscono rovineti sotto un ponte o in galera, figuriamoci i disobbedienti), parlo di semplice partecipazione, di semplice interesse. Non c'è. Ci sono sempre altr* che si sbattono e più si sbattono più li prendiamo in giro perchè sono scem*, perchè hanno una vita vuota e la compensano con l'attivismo, perchè si ghettizzano, perchè sono noiosi. A Genova, nella mia esperienza personale, chi si batte per i diritti LGBT ha contro la stesa popolazione LGBT che a volte appare (ma come la madonna una volta ogni 1000 anni) solo per dirci che siamo inutili e che faremmo meglio a chiudere. E ognun* ce lo dice per i suoi motivi personali che coprono tutto il range possibile: dal fatto che ci ghettizziamo se crediamo di doverci occupare di diritti LGBT invece che scendere in piazza tutte le settimane per tutti quelli che tra l'altro non scenderanno mai in piazza per noi, all'estremo opposto che ci disprezza perchè invece non organizzaimo tutte le settimane una festa su un panfilo.
Credimi, Mirella, se la base ci fosse, i leader sbagliati cambierebbero. Ma la base non ha voglia. Non vuol far rumore, non è interessata. Vuole la pappa pronta, una pappa che sia buona e raffinata, vuole sedersi al tavolo e trovare pronto, e vuole che sia pronto nel giorno in cui non ha qualcosa di meglio da fare.
In Italia non c'è neanche bisogno di procurare panem et circenses per non far pensare, è la gente stessa che pretende di non avere altro. Il movimento è quello che si merita di essere ed è fatto di gente prima che di leaders. E il moviento fa schifo, si.

Non mi firmo perchè tanto chi mi conosce capisce benissimo chi sono. Ho scritto incazzata e quindi la forma e forse anche il ragionamento lasciano un po a desiderare, ma chissenefrega.

Officine Papage ha detto...

Cara Mirella, come sempre sono ammirato dalla tua capacità d'analisi.
Com'è mio costume, prima faccio un'indagine personale, perché ovviamente dalle tue parole mi sento toccato in prima persona. Io non ho uno spirito abbastanza di gruppo o forse più
semplicemente, come alla maggioranza delle persone, per fare politica mi manca la capacità di visione pratica e strategica; ma credo di avere avuto almeno il buon senso di appoggiare e promuovere le persone e le istanze guardando ai risultati da ottenere e non ad altro. Distogliere l'attenzione sui comuni intenti per concentrarsi sui particolari sui cui non si trova accordo mi è sempre sembrato un modo per nascondere il proprio dispetto all'idea che ci venga "rubata la torta".
Per spiegarmi meglio, mi sembra che il meccanismo, tristemente, sia questo: mi batto per ottenere dei diritti, ma siccome sono il primo a non avere fiducia nel fatto che la mia lotta possa avere successo, la ragione ultima del mio scendere in campo è che forse, se mi metto abbastanza in vista, potrei guadagnarne a livello personale e costruirmi una piccola nicchia di potere. E' un'ipotesi molto generalizzata e so che non manca chi è unicamente animato da intenti comunitari, però hai ragione quando elenchi ciò che non funziona. Certamente, se io come attivista sono il primo a non credere che si possano ottenere veri risultati, la vedo grigia.
La tua analisi può tranquillamente applicarsi a tutta la situazione italiana, che le cose non funzionino non è un'esclusività del movimento glbt.
Per me da anni era anche troppo lampante che scendere in piazza così come abbiamo
fatto finora non serve a nulla e non è una vera azione: non in uno stato pseudodittatoriale.
Ad esempio, se si organizza un boicottaggio commerciale ci sto, mi sembra ora come ora
la cosa che può dare più risultati. Ripeto, non solo in campo glbt. Non sto certo dicendo qualcosa di nuovo, ma c'è un problema: sembra che la gente non riesca a fare questo tipo di sacrificio, è come drogata. Tutti stiamo male, ma tutti ci aggrappiamo a feticci che danno un'illusione di benessere, gli stessi feticci che contribuiscono a perpetuare ricchezza, potere e status quo, rendendoci schiavi. L'ultima speranza è una ripresa sull'orlo dell'abisso. Sono arrivato persino a sperare che i governi compiano palesi ingiustizie, spero che almeno così la gente trovi la forza di reagire.
Devo fare comunque un appunto: oltre a non credere nelle manifestazioni di piazza, non credo nemmeno nella lotta come opposizione violenta, soprattutto non credo che lamentarsi serva. Incazzarsi può servire a scuotere le coscienze, ma determina al contempo una reazione negativa, e perpetua la non-comunicazione. A nessuno piace sentirsi bacchettato perché infondo tutti sappiamo bene quali sono i nostri meriti e le nostre colpe.
Ecco, la comunicazione per me è sempre alla base di tutto.
Cara Mire, noi ci siamo sempre intesi bene perché questo è stato il modo di pensare comune: azioni per risultati, e finché non si danneggia nessuno, via libera.

Io voglio testardamente continuare a credere che intelligenza e istinto di sopravvivenza abbiano la meglio sulla stupidità distruttiva.

Un abbraccio.


ps. sono d'accordo con l'attivista genovese riguardo il lassismo della base, ma questa non è una novità: la massa si è sempre dovuto coinvolgerla con l'astuzia o con il carisma. Spesso poi quando si muove non è nemmeno merito dei leader, ma dei tempi che sono diventati maturi.

Mirella Izzo ha detto...

Alcune risposte alla rinfusa:
Grazie a Betty e a Simona. A quest'ultima dico solo che io ancora difendo Luxuria. All'Isola ci è andata come persona. Il suo mandato politico è finito da un pezzo: non è stata eletta. Da quel giorno credo sia libera di muoversi come meglio crede, in quanto libera cittadina. Certo auspicherei un suo impegno nel movimento, ma per certi versi è meglio che resti "battitrice libera", viste anchi i dissensi fortissimi tra le varie associazioni trans.
All'anonima militante genovese:
La base fa schifo?
Io ricordo la sede delle Ninfe ArciLesbica con 50 persone dentro. Dopo pochi mesi: svuotata.
Ricordo Crisalide con quasi 100 socie e soci. Poi, dopo una gestione dissennata dell'Associazione, lo svuotamento.
Ricordo anche quanto abbia allontanato dalla partecipazione il tentativo di ideologizzare il movimento (e anche Crisalide) in una logica di astratto antagonismo (da gente che non ha rischiato un pelo del proprio corpo per una lotta vera).
E comunque l'ho scritto che il movimento ha gli stessi difetti del "popolo italiano" ma ritengo che in questa fase, sia peggio della "media".
E se "la base" è "pecora", quanta responsabilità abbiamo noi "leader" nell'avere indirizzato i giovani più nelle discoteche (che fanno cassa) che nelle sedi?
So bene che nelle disco si raccoglie più gente, ma siamo a rapporti esagerati fra GLBT che usufruiscono di servizi di svago e GLBT "impegnati". Un divario enorme. E' così ovunque? Forse, ma non in una comunità che soffre di discriminazione. In tali casi, se la minoranza "oppressa" non si ribella vuol dire che è stata rincoglionita. Oppure si dà spazio a idee del tipo: "se non lotti e ti diverti, vuol dire che non c'è discriminazione". Non l'abbiamo rincoglionita noi "la base"? Ok, ma cosa abbiamo fatto noi per controbilanciare la cosa? Ripeto: ricordati la sede Ninfe di due anni fa (faccio questo esempio perché lo conosci, ne potrei fare altri).

A Davide:
non mi stupisce tu sia "scappato". Ometti di dire che tu hai dato vita ad una cosa che prima di te era inesistente. Una comunità di FtM in Italia. Il Coordinamento Nazionale Trans FtM è (stata) una tua grande intuizione.
Quindi non concordo sulle tue presunte "incapacità". Ce ne fossero di Davide Tolu nel movimento! Non avrei avuto nessun motivo di scrivere "l'Avvelenata".
Ovviamente concordo su quanto hai scritto e l'ovviamente nasce da questa condivisione profonda di intenti che io, Matteo e te abbiamo e che ha permesso la nascita e lo sviluppo di Crisalide, di AzioneTrans.
Fino a che c'eravate voi, Crisalide brillava come una stella e i risultati si vedevano dalle adesioni entusiaste.
Poi sono arrivat* arrivist* e missionari dell'antagonismo ideologico e ciao. Sono arrivati perché noi volevamo lasciare spazio, dare il cambio. Sbagliammo, secondo me.
Sull'incazzatura che genera negatività ed esaspera le posizioni.
Oh vero, Davide. Il punto è che qui, incazzarsi con una "avvelenata" è solo una fotografia o se vuoi uno sputtanamento di scambi di accuse pesantissimi che avvengono da anni all'interno del movimento. Ora basta. Meglio un matrimonio di continue liti e botte o una separazione e un divorzio? Ecco, credo di essere l'unica e inascoltata, favorevole al divorzio. Il "movimento" preferisce far finta di restare unito, producendo paralisi e incapacità di azione. Non a caso, chi riesce a muoversi meglio, sono quei gruppi legati ai partiti e quindi meno legati al "movimento".
Per questo, dal mio pulpito fatto di una cassetta della frutta, mi permetto di dire quel che vedo.
E non preoccuparti, perché "gli altri" neppure la leggono "l'Avvelenata" e spargono veleno spacciandolo per miele. O lottano per falsi obbiettivi come quello del "diritto a prostituirsi in strada" e non il "diritto a non doversi prostituire per sopravvivere" (parlo delle trans, in questo caso).
In ogni caso se ci saranno donne e uomini di "buona volontà" che condividono il nostro punto di vista, qualcosa accadrà e, se non accadrà, vuol dire che non deve accadere. Che sbaglio. Tu hai scelto prima di me di utilizzare altri strumenti per dare un senso alla tua vita. Li usi e li hai. E sai quanto amo il tuo lavoro. Non a caso di te si parla sempre di più "altrove" e sempre meno nel "movimento". Eppure hai fatto la Storia, almeno del movimento trans italiano. Pensa te....
Sai cosa succederà a gente come te e me? Quel che è successo a Sylvia Rivera. Non "cagata" finché era viva e ora "usata" a sproposito e con il suo nome dato ad un importante incrocio di New York City. Post Mortem: quando non rompi più i "coglioni".
:)

Anonimo ha detto...

Ma siamo sicuri che la fantomatica morte del movimento non è dovuta dal nostro operato? Parlo di tutti, attivisti e non. Chi ci crede continui a fare la sua parte, chi vuole SOLO vedere il proprio nome e foto sui giornali, bè meglio che lasci stare. La base funziona solo se motivata, se motivata solo da protagonismi crolla. Se motivata solo da protagonismi e non crolla significa che ci sono interessi economici (provate a chiede un preventivo allo staff al Mucca del Mieli). Facciamoci tutti un bell'esame di coscenza e rimbocchiamoci le maniche.

Anonimo ha detto...

nell'ultimo commento ho letto alcune considerazioni..
cito testualmente :
"Ma siamo sicuri che la fantomatica morte del movimento non è dovuta dal nostro operato? Parlo di tutti, attivisti e non. Chi ci crede continui a fare la sua parte, chi vuole SOLO vedere il proprio nome e foto sui giornali, bè meglio che lasci stare. "

purtroppo non basta, vi sono realta' cosi' fossilizzate ed incancrenite per cui gli interessi personali ed i tornaconti economici sono al primo posto nel prendere decisioni.( mi riferisco soprattutto a quelle associazioni che gestiscono i famosi consultori-ghetto o a quelle che da 10 anni prendono centinaia di migliaia di euro di finanziamenti per le campagne contro l'AIDS )

"La base funziona solo se motivata, se motivata solo da protagonismi crolla. Se motivata solo da protagonismi e non crolla significa che ci sono interessi economici (provate a chiede un preventivo allo staff al Mucca del Mieli). Facciamoci tutti un bell'esame di coscenza e rimbocchiamoci le maniche"

Il Mieli e' una realta' Romana, una piccola industria , cosi' come lo e' il MIT a bologna, ecc ecc ecc.
Ma sai di chi e' la colpa, in primis, della situazione attuale? Anche di chi da ancora credito e supporto a queste organizzazioni commerciali : la base.Starebbe a loro iniziare a fare i distinguo, ma la base e' totalmente inglobata e spalmata in quella politicizzazione anni '70 ed ama tanto quella retorica che..... la stasi e' stata raggiunta.Mi viene in mente la Russia Breznieviana, con la sua stagnazione decreto' la fine di un impero politico, militare, economico.
Mirella non solo ha ragione, ma ragionissima, che anche la base inizi a fare le sue scelte e decida come e dove andare, chi vuole lavorare e sta lavorando con dedizione, senza finanziamenti e con poche chiacchere e con i primi fatti c'e'....

Francesca Eugenia Busdraghi

Anonimo ha detto...

ecco appunto.....secondo me l'idea ke mi sono fatta è ke oltre tutti i motivi citati da tutte voi appunto nn manca certo l'autoghettizzazione. Capisco ke la gente diciamo comune nn sia preparata ma la colpa è secondo me soprattutto dell'auto-ghettizzazione voluta o meno...poi ovviamente in una nazione dove si è + individualisti (egoisti) ke individui (persone) nn mi stupisce ke i sia ki ci campa sia in termini di "gloria" ke pecunia.....
betty milano

Anonimo ha detto...

Per Mirella: son l'anonima genovese.
Io ricordo la sede ninfe di due anni fa, c'ero. Immagino tu ti riferisca alla "rifondazione" allo star hotel dal numero di presenti che citi. Sai perchè c'erano tutte quelle persone? Perchè in quel momento si era lesbiche contro lesbiche(/a), la maggior parte delle persone che erano lì erano invitate/amiche/conoscenti di chi aveva fatto una rivoluzione contro un re scomodo e più che altro per questioni personali. Il re scomodo forse aveva dei torti, ma il fatto che nessuna prima abbia mai fatto niente concretamente se non sparire e lasciar campo al re fino a che per questioni personali qualcuno ha sobillato il popolo la dice lunga su cos'è la base del movimento.
Non c'è gestione che tenga. Se c'è un nemico da odiare due colpi di spada si tirano, poi ovviamente fatta la rivoluzione si sparisce di nuovo. Vedo sempre gente che invece di cercare di influire sulla gestione in modo maturo umanamnete e politicamente, se ne va e mugugna. Manca la cultura della partecipazione e questo è il dramma, e manca la cultura della comunità. Il popolo LGBT è fatto di gente che sogna e pretende che qualcun altro si sbatta a realizzare i suoi sogni, salvo poi crocifiggerlo se non lo fa e senza dare la mnima partecipazione neanche come incoraggiamento, neanche per dire che la cosa interessa. Questo a genova è il popolo LGBT, la maggioranza di esso almeno. Non sono le gestioni scellerate che distruggono il movimento, è che ognuno si fa i ca**i suoi e pretende senza fare niente. SEnza voler fare niente.
Poi ci sono quelli attivi ma "che non si ghettizzano" il che singifica che tutti devono difendendere tutti in una marmellata di manifestazioni tuttologhe per forza di cose dispersiva al massimo. Alcuni di questi sono gay/lesbiche ma guarda caso concentrarsi sui diritti LGBT non gli interessa, lo trovano un ghetto e così anche loro difendono tutti gli altri perchè lavorano con associazioni non LGBT che hanno altre priorità e trascurano l'LGBTismo.
Questa è la situazione. Ovviamente ci sono anche eccezioni, ma credimi sono davvero poche. Le istanze LGBT non sono l'interesse primario degli attivisti LGBT e gli altri non sono attivisti, sono passivisti e con questo è detto tutto.
Si sono di natura pessimista, ma credimi: se non avessi toccato con mano non avrei mai creduto a qualcuno che mi avesse raccontato com'è la situazione.

Simona C. ha detto...

Mirella, so che questa cosa non e' su luxuria ma vorrei precisare che lei andava all'isola per le trans l'ha detto lei prima di andarci non io. A presto. Simona

Iilaiel ha detto...

Perdonatemi se mi intrometto così bruscamente nelle vostre discussioni, ma vorrei fare un'osservazione da "esterno".
Parecchie associazioni GLBT dovrebbero togliere la B dalla sigla, visto quanto ci tengono a fare scappare i bissessuali.

Quando osi mettere piede dentro e ti trovi sotto un tiro incrociato di banalità e cristi sulla bisessulità che non esiste e sui vigliacchi nonvogliono ammettere di essere gay, la voglia di fare l'attivista ti passa. Sinceramente il profondo razzismo trovato e l'ignoranza (mi sembrava di sentire quell'imecille del mio vicine che dice che "se una trans si sente donna si opera, se non lo fà vuol dire che è un uomo e deve smettere di fare il finocchio") mi ha fatto scappare a gambe levate.

Trovare gli stessi pregiudizi di certi eterosseuali, peggiorati da un'ansia di conversione insopportabile è stato veramente deprimente.

Simona C. ha detto...

Beh si e' brutto sentirsi respinti dai respinti. Succede a tutti. Non solo alle trans con i gay o day gay con le trans o le bisex o i bisex o le lesbiche con le donne operate eccetera eccetera eccetera. pero' non si sconfiggono le ingiustizie accettandole come la voce della maggioranza. oppure se non ti frega niente di combattere quello che avverti come un 'obbrobbrio' di comportamento beh non c'e' niente di male pero' sono sicura che la verita' assoluta non e' quella della vicina che pensa che fare il finocchio e' sbagliato o innaturale. se fosse innaturale nascere finocchi i finocchi non nascerebbero. che una cultura trovi che le donne siano solo quelle nate con una vagina, un utero e il seno e una effe sul passaporto mi sembra piuttosto triste. sopratutto perche' ho incontrato molte con gli attributi sopra elencati che comunque non ho lasciato con l'impressione di avere appena incontrato una donna. la sessualita' e' una cosa. l'identita' e' un'altra. questo e' il punto. o 'qui casca l'asino' avrebbe detto toto'. uno e' quello che si sente di essere. che gli altri lo accettino o no e' una questione che e' come quella dei matti. Sono matti quelli che stanno dentro al manicomio o sono matti quelli che ce li mettono dentro? chi ha ragione? chi ti dice chi sei perche' hai il pipino o la pipina o quello che dici tu di essere? se fossimo tutti solo quello che gli altri accettano come verita' non ci sarebbero mai evoluzioni o cambiamenti di pensiero. anzi no. non ci sarebbe niente. immagina invece quanto sia dura per una/uno che e' bisex, trans, di colore, ebreo e pure 'terrun' ei genitori non ne vogliono sapere ma lui/lei si sente piena di voglia di dare e ricevere e di prendere parte alla societa' con la sua intelligenza e talento magari da medico...chi l'accetta? boh.

Iilaiel ha detto...

@Andromeda

Io non ho parlato di arrendersi e accettare la follia di certi pregiudizi. Se lo avessi fatto non sarei qui ora.
Volevo solo far notare che, purtroppo, anche da parte di chi si dice paladino della diversità spesso appoggiarsi a stereotipi e ghettizzare.

Finche il movimento glbt si autoghettizerà e ghettizzera coloro che non corrispondono al 100% ai loro autoproclamati patentitni di normalità non si và lontano.E' proprio il concetto di "normalità" che andrebbe abbandonato, IMHO.

Io nel mio piccolo cerco di fare informazione e sensibilizzazione. Ieri ho perso un'intera notte cercando di fare capite a un bigotto che il mondo non è in bianco e nero. Perchè credo che il progresso passi anche da cercare un dialogo con chi è diverso da me.


Per me personalmente cosa una persona abbia in mezzo alle gambe è veramente un considerazione del tutto secondaria. Credo che la realtà interiori di un individuo sia la sua identità, non certo il patrimonio di geeni che il caso gli ha fornito.
Se invece parliamo di orientamento la mia filosofia è ancora più semplice: se sono adulti e consenzienti tutto è lecito. Punto.

Per onor di cronaca ho usato il termine bissessualità per questioni di sintesi e di comprensibilità, ma è una parola che ho sempre trovato estremamente riduttiva.

Simona C. ha detto...

lilaiel, anche io come donna trans operata e eterosessuale ho avuto esperienze di emarginazione e persino di bullying da parte della comunita lesbica o omosessuale maschile. gli stronzi ci sono ovunque tra gli esseri umani. ma questo non e' niente rispetto alla gioia che provo pero' nel leggere la tua risposta e la grande voglia di non arrendersi che contiene. S

Iilaiel ha detto...

@andromeda

Grazie :)Come disse una mio amico: sui miei ideali sono come un pittbull, malgrado tutto non mollo mai la presa... a costo di rimetterci i denti :)

Un osservazione su quanto detto adall'anonimo\a nr.2 su Luxuria.
E' andata all'isola dei penosi (passatemela odio i reality) per se stessa o per le trans? Un po' una un po' l'altra, IMHO.
Innanzitutto creado che anche lei debba mangiare, pagare le bollette, ecc e che la paga del reality schifo non faccia.
Da un altro punto di vista penso che la sua presenza lì possoa rivelarsi positiva per le persone "non-straight" italiche.

I media passano un'immagine molto stereotipata di omosessuali, trans, ecc. Il gay è la checca ridicola tutta piume shishi, la lesbica una sorta di shwarzenegger col reggiseno, la trans un'incorcio fra Wanda osiris e uno scaricatore di porto, ecc... Tutte quelle immagini stereotipate che rassicurano il teopiteco medio della bontà del proprio pregiudizio.
La presenza di Luxuria all'isola mostra semplicemente un essere umano che ama, soffre, gioisce, ecc esattamente come chiunque altro. La trans come persona e non come oggetto a molla utile al divertimento altrui.

E' questo che la gente ignora sulle persone "non-straight": la loro umanità. La realtà quotidiana fatta di piccoli e grandi dolori, di gioie, di battaglie, di errori... e forse è proprio questo che và fatto conoscere.

Mirella Izzo ha detto...

Lilaiel... sui bisessuali o sulle bisessuali o sulle persone pansessuali c'è in giro un aria brutta e orribile.
Ora non ho tempo di entrare nel merito ma sull'argomento ho dedicato un certo numero di righe su un mio libro che non ha (ancora?) visto la luce... (nella peggiore delle ipotesi lo autopubblico su Lulu.com) perché in "revisione". Fondamentalmente è vero che sui bisessuali sia in ambito gay sia in ambito lesbico (meno), sia in ambito etero, vi è una sorta di demonizzazione orribile o, peggio, un non riconoscimento della realtà bisessuale (gay mascherati, etero maiali, ecc) anche su libri considerati "nobili" come quelli di Rigliano che per me sono spazzatura.
Magari un giorno ne riparliamo.
Ora ho l'ennesima influenza ed è già tanto se sono riuscita a scrivere in "itagliano".